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GS Noir / Lutz Eigendorf

Redazione

04.04.2017 ( Aggiornata il 04.04.2017 17:38 )

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GS Noir: protagonisti e storie molto particolari, in cui allo sport si intrecciano mistero, tragedia umana e polemica. Buona lettura.  
Alla fine è successo. Sapevo che, in un modo o nell'altro, me l'avrebbero fatta pagare. L'avevo combinata grossa, tutto per cercare una vita migliore. Certo, il piano non andò per il verso giusto. Gabriele e la mia bambina furono costrette a restare lì, nella DDR. E Dio solo sa che cosa hanno dovuto passare dopo la mia fuga. Quanta falsità... che mondo assurdo e schifoso. Ero braccato, quel piccolo uomo di Mielke non desiderava altro... Hanno detto che ero ubriaco da far schifo, per due birre! Quel camion mi aspettava dietro la curva e per me non ci fu nulla da fare. Saranno stati finalmente contenti: il traditore era stato fatto fuori. Ci sono voluti ben 17 anni per portare alla luce quella verità nascosta. Il mio peccato era stato solo quello di desiderare un mondo più giusto.  
Lutz Eigendorf, buon centrocampista e membro della Nazionale tedesco-orientale, un giorno decise di scappare ad ovest. Approfittò di un'amichevole della Dynamo Berlino, che si era recata dall'altra parte del muro a Kaiserslautern, e si allontanò con un'auto attuando un piano programmato da tempo. Era il 20 marzo 1979. La moglie Gabriele e la loro piccola bambina non riuscirono a ricongiungersi con Lutz e messi immediatamente sotto stretta sorveglianza dalla Stasi. Proprio la polizia non perse da quel momento in poi alcun movimento di Eigendorf, che scontò un anno di squalifica e si legò proprio al Kaiserslautern. Il numero uno della Stasi Erich Mielke lo voleva morto, in quanto la fuga del calciatore aveva gettato discredito sul suo operato. Eigendorf era passato da pochi mesi all'Eintracht Braunschweig. Il 5 marzo 1983 rimase gravemente ferito in un particolare incidente stradale: un grande camion gli ostruì la visuale all'uscita da una curva, lo scontro con un albero fu terribile, proprio dal lato del guidatore. Lutz morì dopo due giorni di agonia, all'età di 26 anni. La sua morte, fin dall'inizio considerata sospetta, venne confermata dopo l'apertura dell'archivio segreto della Stasi e grazie a un'indagine giornalistica resa pubblica 17 anni dopo. La definitiva conferma venne data dalla testimonianza del 2010 da parte di un'ex spia DDR, al quale era stata commissionata l'uccisione di Eigendorf.   Già pubblicati: Agostino Di Bartolomei (18.01.2017) Leonardo David (25.01.2017) Isaac Gálvez e Dimitri De Fauw (31.01.2017) Riccardo Paletti (09.02.2017) Slobodan Jankovic (13.02.2017) Italo Alaimo (21.02.2017) Abebe Bikila (01.03.2017) Nodar Kumaritashvili (08.03.2017) Samia Yusuf Omar (15.03.2017)   Fabio Ornano @fabio_ornano

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