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Il Mondiale a 48 e i gironcini dell'82

Il Mondiale a 48 e i gironcini dell'82

Redazione

11.01.2017 ( Aggiornata il 11.01.2017 10:22 )

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Se il Mondiale a 48 squadre fosse stato introdotto da Blatter adesso saremmo qui a leggere virulenti editoriali sul voto di scambio e il terzomondismo che regala la vetrina più importante a squadre ridicole. Ma nell'immaginario collettivo Gianni Infantino è ancora quel funzionario UEFA simpatico ed educato che si occupava dei sorteggi, oltre che di mettere in bella copia le idee di Platini, senza contare il fatto che l'anno scorso anche i suoi concorrenti alla presidenza FIFA erano per l'allargamento delle partecipanti alla fase finale. Insomma, una sorta di pensiero unico con motivazioni evidenti (più paesi significa vendere meglio i diritti tivù e commerciali, anche se soltanto in teoria) e un'opposizione quasi inesistente, a parte la Germania e poche voci isolate. Per analizzare gli aspetti negativi di questa innovazione, in vigore dal Mondiale 2026, bisognerà attendere la distribuzione ufficiale dei posti a tavola: è chiaro che un'Europa con soltanto 16 squadre (rispetto alle 14 di Russia 2018, Russia compresa) su 48 e un'Africa e un'Asia quasi raddoppiate rispetto alle presenze attuali, ipotesi concrete, renderebbero tremenda un'idea già discutibile di suo. Senza contare il Sudamerica, dove se non nasceranno nuove nazioni il 70% delle partecipanti alle qualificazioni andrà al Mondiale. Discorsi prematuri, anche se purtroppo fondati. In positivo, però, c'è la formula dei gironi iniziali a 3 squadre per girone, che dovrebbe rappresentare un'assicurazione contro i tarocchi ed in ogni caso contro le partite inutili. Gironi a tre squadre al Mondiale si sono già visti a Uruguay 1930, ma a causa della defezione di alcune partecipanti, e soprattutto a Spagna 1982, quando dopo il girone a 4 le 12 squadre rimanenti furono sistemate in 4 gruppi da 3 squadre. Dove però si qualificava al turno successivo, la semifinale, soltanto la prima classificata e quindi i tarocchi erano esclusi a prescindere. Cosa che invece non era esclusa nei gironi a 4, basti pensare a Germania Ovest-Austria dello stesso Mondiale. Anche i sassi ricordano che l'Italia di Bearzot finì con Brasile e Argentina, mentre non tutti ricordano che il calendario non era fisso: la formula infatti prevedeva che la prima delle tre partite fosse giocata dalle due squadre con lo stesso piazzamento nel girone iniziale (quindi due prime o due seconde, come appunto Italia e Argentina). La seconda partita sarebbe stata giocata dal Brasile della situazione contro la perdente della prima o, in caso di pareggio, contro la squadra citata prima nel calendario iniziale (quindi in caso di pareggio con l'Argentina, il 29 giugno, l'Italia proveniente dal gruppo 1 avrebbe giocato contro il Brasile il 2 luglio e non il 5: una delle regole più cervellotiche mai inventate). La formula impediva i tarocchi in senso stretto, ma poteva far giocare l'ultima partita fra una squadra sicura eliminata e un'altra ancora in corsa: accadde così fra Spagna e Inghilterra, ad esempio, ma i padroni di casa furono onesti e di fatto bloccarono la squadra di Greenwood. Nel Mondiale 2026, con 2 su 3 che vanno avanti ai sedicesimi di finale, questo rischio dovrebbe essere scongiurato perché l'idea di Infantino è che le migliori due del ranking FIFA giochino la partita inaugurale e che a parità di punti fra le tre (quindi tre pareggi o tre vittorie a rotazione) conti il ranking FIFA. In altre parole le 16 'intruse' partiranno ad handicap, anche se potrebbero in teoria passare con due pareggi facendo le barricate. Tutto è comunque ancora incerto, tranne il gigantismo che ci costringe all'antipatica parte dei passatisti.

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