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Serie A, fatti e personaggi della 16ª giornata

Serie A, fatti e personaggi della 16ª giornata

Redazione

12.12.2016 ( Aggiornata il 12.12.2016 00:16 )

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In attesa di conoscere chi tra Roma e Milan perderà terreno (o entrambe in caso di pareggio), la Signora allunga il passo. Dopo la Champions, spesso si era inceppata: questa volta, con l’incontro con la Dinamo che le ha tolto energie solo in parte, ha evitato nuovi dolori, facendo sua una partita decisamente complicata. Batte Belotti, risponde Higuain. Il derby della Mole ha visto i centravanti di Torino e Juventus prendersi la scena. Erano gli uomini più attesi, non hanno tradito. Ha sbloccato l’incontro la punta della nazionale azzurra, l’ha ribaltato con una doppietta d’autore l’argentino. L’ex attaccante del Napoli ha deciso la stracittadina, finita nelle mani della Juventus in extremis, come spesso è capitato nella tradizione recente del derby (vedi Vidal 2013, Pirlo 2014 e Cuadrado 2015). È stato un ottimo Toro, in linea con quanto richiesto da Mihajlovic. Lo stesso tecnico serbo ha annusato la possibilità di vincere la gara e si è giocato il tutto per tutto, non accontentandosi del pari: all’81’ ha fatto tutti e tre i cambi, inserendo qualità offensiva  con Boyé e Martinez e dando un messaggio chiaro e tondo ai suoi. Ma già all’82’ si è presentato un salato conto da pagare, con il raddoppio di Higuain a rimuovere l’equilibrio. Starà segnando meno, Higuain, rispetto a un anno fa, ma il peso specifico è lo stesso e con i suoi gol ha portato nove punti alla sua squadra. Il 2-1 è killer instict puro: ha approfittato della leggerezza di Barreca e di una lettura sbagliata di Castan, trovando di forza il modo di colpire. Morale: tre punti alla Juve, che nel finale ha rimpinguato il punteggio con Pjanic e secondo ko consecutivo per i granata. Ma dalla partita dell’Olimpico rimangono altre istantanee: la chance di Ljajic, il cui tiro è uscito di pochissimo; le giocate di Dybala, capace di creare occasioni a profusione nei 24’ in cui è stato impiegato; la lotta continua di Mandzukic. In alta classifica, ha ripreso a pedalare la Lazio, che ha archiviato l’amarezza del derby e grazie a un Felipe Anderson in stato di grazia (suoi gli assist per Milinkovic e Parolo, che hanno deciso in un paio di minuti la gara di Marassi) è andata a vincere in casa di una Samp proveniente da cinque turni di imbattibilità. Una bella reazione che ha costretto Giampaolo ad alzare bandiera bianca (“Riconosco la superiorità degli avversari”): non era scontato dopo aver perso appena sei giorni prima il match contro la Roma. E si è ritrovato anche un super Napoli, che spazza via nei 90’ di Cagliari i discorsi sul centravanti mancante. Mertens al centro dell’attacco è al momento la soluzione migliore, di certo preferibile allo sfiduciato Gabbiadini. La tripletta del Sant’Elia lo rende il giocatore-top di questa giornata, ma in ogni caso, non deve ingannare la vendemmia sarda: una punta vera continua a servire. Oltre alla lena del belga, è stato tutto il meccanismo del Napoli ad essere perfetto e un giorno all’improvviso si è rivista la versione migliore dei partenopei. Quanto al Cagliari, preoccupano queste ripetute amnesie difensive: è la terza volta in questo campionato, che i rossoblù incassano cinque reti (e vanno aggiunte altre due circostanze, in cui ne hanno prese quattro). Sono trentasette i gol incassati finora. Oltre alle marcature multiple di Mertens e del Pipita, è arrivata in serata anche la doppietta di Brozovic: il croato un paio di mesi fa era fuori rosa, ora è un elemento imprescindibile di un’Inter in cerca d’identità. Numeri alla mano, in casa i nerazzurri procedono a buon ritmo: andando a ritroso troviamo il 2-0 al Genoa, il 4-2 alla Fiorentina, il 3-0 al Crotone, il 2-1 al Torino. Per risalire la graduatoria, urge trovare personalità lontano da San Siro, migliorare il gioco (il primo tempo è stato del Genoa e il primo gol di Brozovic è arrivato alla prima conclusione verso la porta di Perin) e assestarsi con modulo e squadra-tipo (Pioli sta ancora sperimentando la soluzione ideale). Ergo, c’è ancora molto da fare. Tra i volti della domenica, bisogna inserire anche Fofana e Karnezis, che hanno imposto un altro 3-1 all’Atalanta, dopo quello subito dai bergamaschi con la Juve la scorsa settimana: il numero 6 ha realizzato un magnifico gol a giro e confezionato un assist a Thereau, il portiere greco ha salvato i suoi pali più volte. E non si può tacere del gran traguardo tagliato da Sergio Pellissier, che ha raggiunto i cento gol in Serie A, tutti segnati con la maglia del Chievo. Il regalo natalizio del palermitano Goldaniga, che lo ha lanciato in porta, ha fatto partire la festa. Professionista serissimo e silenzioso, nonché bandiera dei clivensi dal 2002, merita pienamente questa storica tripla cifra. Consiglio ai giovani che si avvicinano al palcoscenico del grande calcio: prendete esempio da lui. Infine, torniamo a parlare di maglie e colori. Dopo il derby di Milano con le casacche che si confondevano, questa volta in Atalanta-Udinese si è dovuti ricorrere allo scotch per sbiancare le righe nere dei friulani sul retro della maglia, che si confondevano con la divisa degli orobici, che sul dorso è nera a tinta unita. Bizzarro che nell’epoca del moderno calcio televisivo si debba ricorrere a soluzioni simili. Giovanni Del Bianco

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