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Mondiale a 48 squadre, Infantino diventa grande

Mondiale a 48 squadre, Infantino diventa grande

Redazione

05.10.2016 ( Aggiornata il 05.10.2016 09:40 )

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L'unica cosa buona della Coppa del Mondo con fase finale a 48 squadre è che non la vedremo prima del 2026, anche se Gianni Infantino dovesse stringere i tempi e far approvare la riforma entro l'anno prossimo.  Di sicuro la prossima settimana nel Consiglio FIFA a Zurigo se ne parlerà, così come è sicuro che al momento non esista una vera opposizione al progetto, peraltro uno dei punti del programma presentato da Infantino in campagna elettorale e quindi tutt'altro che una sorpresa. In teoria non dovrebbe essere troppo contenta l'Europa, visto che nella formula ipotetica che piace al presidente della FIFA i posti totali sicuri per la fase a gironi sarebbero soltanto 16, come nei 'vecchi' Mondiali (fino ad Argentina '78 compreso), con le altre 16 squadre che uscirebbero da una prima fase giocata con modalità da inventare: possibile ma non probabile uno spareggio secco (ma si può tornare a casa dopo una sola partita come negli anni Trenta?), temibile l'ipotesi di ulteriori gironi che allungherebbe la manifestazione di almeno 10 giorni dopo l'edizione obbligatoriamente compressa di Qatar 2022 (si giocherà in dicembre), c'è ancora spazio per colpi di genio magari legati ad un numero di squadre diverso da 48. Vedremo, anche se è difficile che la UEFA dia battaglia visto che il suo neopresidente Ceferin è un infantiniano. Semmai il problema è dei grandi club... In prospettiva storica bisogna dire che la formula attuale della fase finale è quella che è durata più a lungo, pur in tempi in cui le nazionali hanno perso centralità, almeno nei paesi leader del movimento. Gironcini formati in qualche modo (le squadre erano 13, dopo tre rinunce) a Uruguay 1930 con poi semifinali e finale, eliminazione diretta secca a Italia 1934 e Francia 1938 (in quest'ultimo caso 15 partecipanti per la rinuncia dell'Austria in seguito all'Anschluss), gironi e poi girone finale a Brasile 1950. Da Svizzera 1954 un po' di stabilità, con cinque edizioni con gironi e poi eliminazione diretta dai quarti di finale (ultimo Mondiale con questa formula quello del 1970). Le ultime due edizioni a 16 squadre sono state quelle in Germania Ovest e Argentina, con gironi, poi gironi di semifinale e poi direttamente finale e finale per il terzo posto. Unica, in tutti i sensi, Spagna 1982, la prima edizione a 24 squadre: sei gironi a quattro, poi quattro gironi a tre, quindi semifinali e finale. Gli altri tre Mondiali a 24 squadre hanno avuto un'altra formula: sei gironi a quattro, poi ottavi di finale ad eliminazione diretta con qualificazione delle migliori terze. Da Francia 1998 le squadre sono diventate 32 e tutto è diventato più chiaro, pur nell'ipertrofismo organizzativo: formula già utilizzata 5 volte e che in Qatar arriverà alla settima prima della riforma Infantino. E quindi? La storia del calcio è fatta fondamentalmente dalle nazionali, anche se questo è ingiusto nei confronti di campioni dal passaporto mutevole (Kubala, Di Stefano, eccetera) o fenomeni in squadre mediocri, come Ibrahimovic. L'allargamento a 48 squadre potrà non piacere, ma è figlio sia di logiche elettorali (il voto delle Barbados vale come quello della Germania) sia delle dimensioni diverse del calcio: alle qualificazioni per Russia 2018 si sono iscritte 208 squadre, a quelle per Spagna 1982, tanto per non andare nella preistoria, le partecipanti erano 109. Twitter @StefanoOlivari

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