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Gli anni di Ronaldo

Gli anni di Ronaldo

Redazione

26.09.2016 ( Aggiornata il 26.09.2016 09:07 )

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Fra i campioni ed ex campioni che compiono i quaranta anni in questo periodo, da Totti a Shevchenko, quello che ha avuto la carriera più breve e condizionata dagli infortuni è stato senza dubbio Ronaldo. Molti ronaldiani osservanti arrivano addirittura a sostenere che il Fenomeno sia finito, come Fenomeno, addirittura prima dei 22 anni, in quel maledetto pomeriggio che precedette la finale mondiale di Francia '98 quando per qualche istante (racconto di Roberto Carlos) si pensò che fosse morto prima che Zagallo decidesse di mandarlo lo stesso in campo in versione zombie. In questa tesi c'è molto di vero, ma va ricordato che dopo un quadriennio di piccoli, gravi e gravissimi infortuni Ronaldo sarebbe riuscito a trascinare il Brasile alla vittoria nel Mondiale asiatico e a fare ottime cose nel Real Madrid, pur senza mai riuscire ad alzare la Champions League, prima di disputare un discreto quarto Mondiale (ha vinto anche quello del 1994, da riserva più forte del titolare Bebeto) e vivere un onesto declino fra Milan e Corinthians. Inutile mettersi a fare l'elenco dei record e dei riconoscimenti individuali, bastano la memoria e Wikipedia, mentre può essere interessante nel bar dello sport storico collocarlo nella storia del calcio visto che tutti i calciatori della sua epoca con cui abbiamo parlato, soprattutto i difensori, sono concordi nel ritenerlo il più forte contro cui abbiano mai giocato, al di là del valore delle sue squadre. Se uno come Cannavaro, non esattamente un tipo impressionabile, ricorda che Ronaldo gli faceva fisicamente paura, anche quando a Madrid era diventato il 50% del miglior Ronaldo, e uno come Costacurta aveva la sensazione di essere aggredito nonostante il difensore fosse lui, possiamo credergli. Prendendo in considerazione il miglior Ronaldo, quello di Barcellona e del primo dei cinque anni all'Inter, quale è quindi la sua collocazione nella storia del calcio? Non essendo un 10 come Pelé o Maradona, il simbolo di una scuola come Cruijff, un giocatore totale come Di Stefano che però tutti noi viventi abbiamo visto al meglio soltanto in immagini di scarsa qualità, il suo status è probabilmente al di sotto di questi fuoriclasse capaci non soltanto di segnare ma anche di migliorare il rendimento dei compagni per mere questioni tattiche (infatti in questo girone verrà collocato Messi). Parlando di attaccanti puri e tecnici, nella storia moderna (coincidente con quella televisiva, che ci piaccia o no) soltanto Van Basten gli può essere avvicinato, per non parlare di Cristiano Ronaldo. Altissime velocità e forza, tecnica straordinaria (era ordinario soltanto nel gioco aereo), un coraggio notevole, una personalità per molti versi misteriosa, cosa è mancato a Ronaldo per essere il più grande di sempre? Forse soltanto la salute. Twitter @StefanoOlivari

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