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Scozia, il giorno dell'Old Firm

Scozia, il giorno dell'Old Firm

Redazione

10.09.2016 ( Aggiornata il 10.09.2016 09:30 )

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Basterebbe solo il nome: Old Firm. Due parole in grado di far tremare i polsi di chi vive il calcio in maniera viscerale, 90’ capaci di scaldare gli animi degli amanti dell’epica sportiva. È il derby di Glasgow, teatro di una delle rivalità più accese del mondo calcistico. Un antagonismo che oltrepassa i confini del terreno di gioco e che descrive le due anime della città, confermando come il calcio possa essere, talvolta, una questione di religione al di là delle banali frasi fatte. Celtic e Rangers, dunque, la sponda cattolica e indipendentista della città, quella socialista che rivolge il suo sguardo verso l’Irlanda, contrapposta all’altra metà, unionista e protestante. No, decisamente non è solo una partita di calcio, quanto più la raffigurazione di come, parafrasando Pier Paolo Pasolini, “il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”. Una rivalità sociale leggermente più sfumata rispetto ai decenni in cui anche i rapporti ordinari respiravano gli effetti dello scontro totale, ma pur sempre l’antagonismo chiave all’ombra della Croce di sant’Andrea. Perché Celtic e Rangers rimangono due modi diametralmente opposti di intendere la quotidianità e la storia scozzese che, sfociando sul terreno di gioco, hanno spesso regalato pagine memorabili della storia del calcio, pura estasi per gli esegeti del gioco. Inevitabile, perciò, che anche l’attesa per l’Old Firm numero 402 sia febbrile. Attesa resa più acuta da un’astinenza che ha penalizzato (ulteriormente) tutto il movimento calcistico scozzese. Quattro interminabili anni nei quali solo il fallimento dei Rangers ha privato la Scottish Premiership del suo manifesto più attraente. La pausa per le Nazionali, nell’ultimo weekend, potrebbe sembrare quasi uno scherzo del destino, un dito nella piega, ma sono solo briciole per chi attende da così tanto tempo. Nelle strade di Glasgow e tra gli amanti del calcio dal retrogusto vintage, la data del 10 settembre è segnata col pennarello rosso già da diverse settimane. Un countdown spasmodico che terminerà sabato, alle ore 12 locali, quando la singolar tenzone del Celtic Park decreterà la regina della città. E pazienza se la lancetta dei valori in campo penderà decisamente verso la squadra guidata da Brendan Rodgers. Come insegna la tradizione, infatti, all’interno di questo genere di partite, spesso, sono confezionate delle sorprese inaspettate, pronostici disattesi e aneddoti memorabili. 90’ di calcio e di agonismo, dunque, ma soprattutto di orgoglio: in gioco c’è molto più dei semplici tre punti. Stefano Sulis

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