Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

La Serie A che verrà. Pregi e difetti delle venti squadre

La Serie A che verrà. Pregi e difetti delle venti squadre

Redazione

20.08.2016 ( Aggiornata il 20.08.2016 15:31 )

  • Link copiato

Nasce la nuova Serie A. Fermo restando che quella di oggi è una visione parziale, essendo il mercato ancora aperto, vediamo come stanno le venti compagini a poche ore dal calcio d’inizio. La nuova Atalanta di Gian Piero Gasperini ha perso il regista Luca Cigarini, che ha lasciato Bergamo dopo cinque anni e il prezioso Marten De Roon, che si è accasato al Middlesbrough (plusvalenza di circa tredici milioni di euro). Per un centrocampo indebolito, ci sono altri reparti rinforzati: in difesa, accanto a Masiello e Toloi ci sarà Ervin Zukanovic, reduce da sei mesi alla Roma. Gli orobici hanno poi riportato in Italia Alberto Paloschi dopo la breve parentesi allo Swansea: un volto nuovo per l’attacco, che garantisce un certo numero di reti. Interessante sarà vedere all’opera Cabezas, punta presa dall’Independiente del Valle. Non ci sono state rivoluzioni a Bologna: Donadoni potrà contare sulla forza del gruppo. In avanti, i felsinei giocheranno con il tridente: Destro in mezzo, i nuovi Verdi e Krejci ai lati. Ormai in partenza Diawara, il vero rammarico del mercato è il mancato riscatto di Emanuele Giaccherini. Con l'ex tecnico della nazionale al lavoro già dall'estate, il Bologna potrà fare buone cose. E il mercato potrebbe riservare ancora qualche sorpresa. Il Cagliari neopromosso non si nasconde e in questa sessione ha portato in Sardegna calciatori d’esperienza e qualità come gli esterni Mauricio Isla e Simone Padoin, il difensore centrale Bruno Alves, appena laureatosi Campione d’Europa con il Portogallo e Marco Borriello. Novità anche in mezzo con l’arrivo del moldavo Ionita, acquistato dal Verona. In un’estate in cui si è parlato anche dei possibili arrivi di Adebayor, Inler e Muntari, i tifosi rossoblù hanno sfogliato con grande interesse le pagine dei quotidiani sportivi. Mercato di conservazione per il Chievo: Maran si affida alla stessa squadra della passata stagione, capace di arrivare addirittura nona in classifica. L’unico avvicendamento dell’undici titolare riguarda il portiere: partito Bizzarri, è tornato a vestire il gialloblù Stefano Sorrentino, dopo le tre stagioni e mezzo al Palermo. Solidità difensiva e organizzazione: la ricetta non verrà modificata. Non servivano scossoni all'ambiente e la società è stata brava a non cadere in tentazione, comprando giocatori senza criterio. Nessuna follia estiva per il Crotone, unico debuttante di questo campionato. Pochi acquisti e a basso costo, si è cercato soprattutto di mantenere l’ossatura dell’undici che ha ottenuto la promozione. Tra gli ingressi si segnalano i rinforzi difensivi Ceccherini e Sampirisi, mentre sono pesanti le uscite di Budimir, il bomber della promozione, passato alla Sampdoria e di Juric, il tecnico, finito anche lui a Genova, ma sulla sponda rossoblù. Dopo Sarri, Giampaolo. Dopo Giampaolo, Martusciello. L’Empoli, al terzo campionato consecutivo in Serie A, cambia di nuovo tecnico e ancora una volta compie scelte ponderate. Hanno lasciato il Castellani Mario Rui e Tonelli. Per una volta, niente linea verde in entrata, con gli arrivi di Pasqual sulla sinistra e di Gilardino in attacco, presi entrambi a parametro zero. Martusciello, già vice di Giampaolo, contro il quale giocherà alla prima giornata, è alla prima esperienza da primo allenatore, ma l’ambiente è l’ideale per partire. In ogni caso, quella toscana resta una società-modello. Mercato in tono minore per la Fiorentina, che non ha fatto stravolgimenti. Paulo Sousa conosce meglio il materiale che ha a disposizione e ha nel proprio bagaglio un anno da tecnico nel campionato italiano. Confermando quasi in toto la rosa, la Viola potrà sorprendere, come aveva fatto nel girone d’andata della scorsa stagione, prima di calare sensibilmente nella seconda parte. Nonostante la conferma del tecnico, potrebbe arrivare il cambio di modulo, con una più stabile difesa a quattro. Certo che il debutto a Torino non è il massimo, specie dopo un precampionato di sole sconfitte. Come aveva fatto da giocatore, anche da tecnico Ivan Juric passa dal Crotone al Genoa. In entrambe le vesti, il passaggio coincide con l’esordio in Serie A. Quella di puntare sul croato è una scelta intelligente e che ricorda un po’ quella fatta a Empoli con Martusciello (anzi, Juric ha dalla sua una promozione guadagnata con il Crotone e dunque un curriculum migliore): l’ex centrocampista, infatti, conosce l'ambiente ed è stato allievo di Gasperini, e nonostante il ricambio di uomini, potrà dare continuità al lavoro del suo maestro, inserendosi nel solco del 3-4-3 lasciato dal predecessore. Curiosità: era dal 1964 che il Grifone non aveva un allenatore straniero. Estate travagliata per l’Inter, che ha visto pure il cambio di guida tecnica ad agosto inoltrato. Partito Mancini, si è insediato alla Pinetina Frank de Boer. L’idea di partenza dell’olandese è il 4-3-3. Gli arrivi di Banega (parametro zero) e Candreva rafforzano l’undici titolare, che dalla cintola in su sembra ben attrezzato. L’argentino giostrerà affianco a Medel e Kondogbia, o più avanzato in caso di 4-2-3-1. L’azzurro sarà schierato invece largo a destra, con Perisic dall’altra parte e Icardi di punta. Nuove anche le corsie difensive, con Ansaldi ed Erkin. L'impressione è che occorra qualcosa per rendere la squadra competitiva (João Mario, ad esempio, viene da un fantastico Europeo). E De Boer avrà il compito di imparare velocemente i meccanismi di un calcio, quello italiano, presso il quale non ha mai lavorato, neanche da calciatore. La Juventus è stata la regina del calciomercato. Ha perso Pogba, Morata e Cuadrado, ma ha calato al contempo un poker d’assi: Higuain-Pjanic-Pjaca-Dani Alves. E in più, si è presa Benatia in prestito dal Bayern Monaco. La Signora punta al sesto titolo consecutivo (sarebbe il record assoluto del nostro calcio) e con una rosa così, sarebbe un fallimento se non avvenisse. In patria, non sembrano esserci rivali, anche perché i bianconeri si sono rinforzati andando al contempo ad indebolire la concorrenza (il Napoli deve reinventarsi senza i gol di Higuain, la Roma senza le geometrie di Pjanic). L’unica incognita sarà magari il diverso modo di giocare, anche se Allegri alla fine, con tanti moduli tra cui scegliere, dovrebbe dare la precedenza al collaudato 3-5-2, con la solita difesa, Alex Sandro e Dani Alves sui lati, Pjanic in regia con Khedira e Sturaro ai lati e il duo delle meraviglie Dybala-Higuain in avanti. Copertissima in tutti i ruoli, duttile, affamata. Si può tentare l’assalto alla Champions. Se ne è andato il capitano Candreva. Si è svincolato il bomber Klose. Ha lasciato la bandiera Mauri. E anche Gentiletti, Onazi, Matri. La Lazio ha perso molti elementi tra titolari e rincalzi e in entrata non ha combinato parecchio. Immobile è un buon colpo, Jordan Lukaku è da testare in un campionato di livello come il nostro, così come l’angolano Bastos, pagato 6,5 milioni di euro dai russi del Rostov. In più, c’è stato l’affaire-Bielsa, ingaggiato e perduto nel giro di un niente, con il frettoloso richiamo di Simone Inzaghi. Insomma, si ricordano sessioni di mercato migliori. Inzaghi dovrà lavorare sulla voglia di riscatto dei suoi uomini, rimasti fuori dall’Europa lo scorso anno. Felipe Anderson e Keita sono giocatori talentuosi, ma discontinui. E invece, proprio dalla continuità di questi due elementi potrà venir fuori qualcosa di buono: i rifornimenti per Immobile dovranno giungere da loro. Il Milan è uno dei più grossi punti interrogativi della Serie A. Montella cerca una rivincita personale dopo il flop doriano; la sua rosa cerca il riscatto dopo annate di grigiore. Ma ben poco è stato fatto per puntellare la squadra, forse anche per colpa di un cambio societario che ha posto  in secondo piano la parte legata al campo. C’è curiosità attorno a Lapadula, cannoniere della scorsa Serie B, ma tutto da valutare nella massima serie. Difficile l’interpretazione di Sosa, visto che nel 4-3-3 di Montella non c’è spazio per il trequartista. Gustavo Gomez, il primo paraguaiano della storia del club, ha fatto bene al Lanus e può formare un buon duo difensivo con Romagnoli. L’addio di Higuain non è facilmente compensabile e Milik è un ottimo giocatore, ma con caratteristiche differenti. E differente dovrà essere anche il modo di giocare per il Napoli, che si prepara al secondo campionato con Maurizio Sarri. Dopo averlo lasciato in panchina per tutta la passata stagione, l’ex allenatore dell’Empoli darà quest’anno più spazio a Manolo Gabbiadini, sempre che non venga ceduto in questa parte finale di mercato. Giaccherini e Zielinski sono due begli inserimenti in una squadra che l’anno scorso ha fatto divertire parecchio. Qualche altro elemento arriverà ancora ed è probabile che anche senza Higuain, la squadra potrà lottare per il vertice, cercando di guastare le ambizioni-scudetto della Juventus. Ma peserà il doppio impegno campionato-Champions. Il Palermo è il solito porto di mare: dopo aver scherzato con il fuoco nello scorso campionato, cambiando un allenatore dietro l’altro e ottenendo solo all’ultima giornata la salvezza aritmetica, i rosanero ripartono da Ballardini, ma senza Gilardino (passato all’Empoli), Vazquez (ceduto al Siviglia) e Sorrentino (tornato al Chievo). L’undici di partenza è pieno di incognite e la salvezza andrà sudata parecchio. Importante sarà mantenere un'idea e non stravolgere l'ambiente con continui cambi tecnici. Si sa che Zamparini è Zamparini, ma la stagione scorsa deve avere pur insegnato qualcosa. Dopo tre stagioni tra i cadetti, riecco in Serie A il Pescara. A differenza dell’avventura del 2012-13, gli abruzzesi si presentano al via con il tecnico della promozione, Massimo Oddo, uno degli allenatori più interessanti tra quelli emergenti. Perso Lapadula, giocatore da 30 reti nell’ultima stagione di B, il Delfino cercherà la salvezza attraverso i giovani: Cristante, Manaj, Crescenzi, Fornasier, Verre. Bisognerà pedalare, perché alla pesantezza dei punti necessari a centrare l’obiettivo, Oddo vuole abbinare il piacere del bel gioco. La Roma senza Pjanic ha perso classe, è innegabile: il  bosniaco garantiva gol (addirittura doppia cifra l’anno scorso) e assist. Ma nonostante le numerose partenze (se ne sono andati anche Digne, Keita, Maicon, Zukanovic, Iago Falque), Spalletti è riuscito a disegnare una bell'undici. In difesa c’è stata la tegola dell’infortunio di Mario Rui, appena acquistato dall’Empoli (i giallorossi sono corsi ai ripari prendendo Bruno Peres dal Toro). Vermaelen, se sta bene, è un grande affare. In mezzo è rimasto Nainggolan e si attende l’esplosione di Paredes. In avanti è stato confermato Edin Dzeko, atteso da una prova d’appello dopo la prima stagione italiana deludente. Alle sue spalle un trio di qualità, con Salah ed El Shaarawy sulle corsie e Strootman in mezzo: anche in base al recupero dell’olandese si potrà misurare la rilevanza dell’addio di Pjanic. Ha pescato alla fiera dell’est, la nuova Sampdoria di Giampaolo, acquistando il polacco Linetty dal Lech Poznan, il ceco Schick dallo Sparta Praga, il serbo Djuricic dal Benfica e il croato Budimir dal Crotone. E se vogliamo anche Pavlovic dal Frosinone, che è svizzero ma di origine croata. I colpi principali sono però il belga Praet, per il quale sono stati sborsati dieci milioni di euro, Luca Cigarini, inseguito da anni dal club ligure e Bruno Fernandes, che si è preso la maglia numero 10, lasciata libera da Correa. La squadra, che l’anno scorso ha deluso fortemente, è stata come al solito rivoluzionata e sono partiti giocatori molto preziosi come De Silvestri, Fernando, Soriano, Correa. Curioso il caso-Castan: preso in prestito dalla Roma se ne è già andato, destinazione Torino. Che dire: un’incognita; molte scommesse e un ambiente in continua evoluzione, che ad ogni sessione di mercato, fa e disfa. Ad oggi, ci sono pochi difensori e sin troppi trequartisti. Il Sassuolo ormai non sorprende più e il patron Squinzi ha abbandonato il basso profilo: «Puntiamo alla Champions». Certo, l’organico è forte e il valore aggiunto Di Francesco è rimasto: l’obiettivo più realistico sembra comunque quello di bissare la qualificazione all’Europa League centrato la scorsa stagione. Europa League, che salvo clamorosi rovesci nel preliminare contro la Stella Rossa, il Sassuolo giocherà già quest’anno. In tale ottica, è arrivato Matri: Di Francesco cercava una punta d’esperienza, che avesse già giocato in Europa. Due gli addii dolorosi: quelli di Sansone e Vrsaljko. In generale prosegue a gonfie vele la politica dei giovani e del “made in Italy”: fondamentale aver tenuto Berardi. Nuova faccia per il Torino, passato nelle mani di Sinisa Mihajlovic. I granata possono essere la rivelazione della stagione. Dopo il regno di Ventura, passato alla nazionale, è partito un nuovo ciclo e il tecnico serbo ha portato all’Olimpico una nutrita schiera di calciatori che potranno fare molto bene, a partire dalle due corsie d’attacco Ljajic e Iago Falque, il cui compito sarà alimentare la manovra offensiva e servire il bomber Belotti, in cerca della consacrazione e di un posto in nazionale. Ma anche Castan, Tachtsidis e De Silvestri sono elementi di valore. Quello del Toro è l’ambiente giusto per Mihajlovic: la squadra e la tradizione del club rispecchiano il suo modo di intendere il calcio. Primo anno del dopo Di Natale per l’Udinese, alla ventiduesima stagione consecutiva nella massima serie. Il nuovo corso, con Beppe Iachini in panchina, continua a vedere nei friulani una multinazionale, con molti giocatori provenienti dall’estero (Fofana dal Manchester City, De Paul dal Racing, Harbaoui dal Lokeren, Ewandro dal São Paulo). Dopo una stagione storta, si cerca una navigazione più tranquilla, ma bisognerà vedere come reagirà un ambiente così eterogeneo alla partenza della vecchia guardia (oltre al citato Di Natale, hanno lasciato il Friuli Pasquale, Domizzi e Bruno Fernandes). Giovanni Del Bianco @g_delbianco

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi