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Stanno arrivando a Blatter

Stanno arrivando a Blatter

Redazione

04.12.2015 ( Aggiornata il 04.12.2015 11:37 )

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A forza di arrestarli, prima o poi i vicepresidenti della FIFA finiranno. L'ingabbiamento del paraguayano Juan Angel Napout, presidente della Conmebol, insieme all’honduregno Alfredo Hawit, numero uno della Concacaf, unito all'incriminazione di altri quattordici dirigenti con ruoli sia nella FIFA che nei rispettivi paesi (le stelle, per così dire, sono i brasiliani Ricardo Teixeira e Marco Polo del Nero), indica una volta di più che gli USA di Loretta Lynch non si fermeranno fino a quando saranno arrivati a Blatter. Ufficialmente fuori dai giochi, in realtà attivissimo per elezioni, quelle del 26 febbraio, che non lo vedranno coinvolto direttamente ma che segue per mille motivi, primo fra tutti evitare che il sospeso Platini vi prenda parte o che il suo Infantino rischi di vincere. La domanda è la solita: cosa c'entrano gli USA? Anche in questo caso la competenza dipende dal fatto che la sede Concacaf sia a Miami, che molti dirigenti abbiano preparato le loro malefatte con incontri in città americane, che i diritti televisivi venduti a prezzo ribassato fossero (anche) quelli per il Centro e Nord America, che le banche su cui sono transitate le tangenti siano in molti casi banche americane. Poi è chiaro che si tratta di pretesti per fare i gendarmi del mondo, anche nel calcio, ma questo non toglie che la FIFA di Blatter e ancora prima quella di Havelange abbiano basato il loro potere sulla distribuzione di incarichi e finanziamenti a pioggia, mettendo sotto scacco l'Europa. Che nel nuovo Esecutivo a 36 membri avrà 9 posti, soltanto 2 più dell'Africa e 4 più della Concacaf). Alla fine davvero Platini potrebbe e dovrebbe traghettare la UEFA e pochi paesi civili fuori da questo pantano. Speriamo. 2. Due misteri di calciomercato stanno turbando Inter e Milan più dei quasi 5 milioni di Tarsu (la tassa sui rifiuti) che il Comune pretende: paradossalmente una cifra superiore a quella che i due club tirano fuori ogni anno per l'affitto di San Siro. Intendiamo la cifra reale... Il primo riguarda Andrea Pirlo, di sicuro il tipo di centrocampista che manca a Mancini e di sicuro la sua prima idea per un rafforzamento di breve periodo, giusto per giocarsi già in questa stagione le chance di scudetto (del doman non v'è certezza). Perché non se ne sta parlando più nemmeno in prestito, concessione massima del New York City, nonostante la volontà del giocatore di tornare in Italia? Risposta: perché l'operazione, da un po' tutti spacciata come low cost se non addirittura a costo zero, in realtà costerebbe almeno 7 milioni di euro fra ingaggio, bonus, annessi e connessi, quindi per 5 mesi tanto conveniente non sarebbe per un'Inter che finanziariamente ha ancora la testa sott'acqua e a gennaio potrebbe pensare di monetizzare Icardi (il sogno di Ausilio è di piazzare un'altra stangata al Real Madrid, che sta per perdere Benzema). Il secondo mistero riguarda Kevin Prince Boateng, reingaggiato dal Milan dopo qualche settimana in cui ha usato Milanello come una palestra per tenersi in forma dopo la fine del suo rapporto con lo Schalke 04 e le visite mediche non passate negli Emirati, non proprio un bel biglietto da visita. Se a questo si aggiunge il fatto che Mihajlovic è quanto di più lontano ci sia, come mentalità dentro e fuori dal campo, da Boateng il mistero diventa doppio. Spiegazione: una persona molto tifosa di Boateng (non quella a cui state pensando) ha perorato la causa del ghanese di Germania direttamente presso Berlusconi, scavalcando Galliani. Preso per sfinimento e alle prese con altre grane, anche di salute, il Cavaliere ha detto sì. E così è stato aggiunto un posto a tavola. 3. Un presidente di serie A, che quando è sobrio è di rara intelligenza e lungimiranza (è uno dei tanti che ogni tre parole dicono 'governance', quindi potete pensare alla maggioranza dei presidenti di A e B: leggendo tweet e mail appena uscito questo post possiamo dire che come nomi si è totalmente fuori strada, del resto chi tifa per una squadra pensa che questa squadra sia il centro del mondo), è adesso totalmente fuori controllo per la passione smodata per l'alcol, che lo ha ormai reso una barzelletta nella sua città. A noi non importa niente, ma chi fa gli editoriali sulle Porsche di Balotelli o sulle escort di CR7 e poi non pubblica foto (tutti gli show del suddetto avvengono in pubblico) dei dirigenti dovrebbe vergognarsi. 4. I direttori sportivi di una volta sarebbero stati cacciati per molto meno di una svista tipo quella che costerà la Copa del Rey al Real Madrid, che contro il Cadice ha schierato il russo Cheryshev, sotto squalifica per ammonizioni dell'anno prima con la maglia del Villarreal. Al Real questa figura non esiste e se l'arroganza galactica non riuscirà nell'impresa, impossibile, di evitare la sconfitta a tavolino, la colpa verrà probabilmente addossata a Chendo. Proprio il vecchio laterale destro, che adesso è quello che in Spagna chiamano 'delegado', una specie di addetto all'arbitro con qualche mansione in più che da noi. La vicenda è comunque istruttiva e ricorda i racconti di tanti italiani con esperienza in Premier League: realtà ricchissime dal punto di vista finanziario, magari anche con giocatori di livello clamoroso, ma in certi settori inferiori a un nostro club di Lega Pro. Ci consoliamo con poco. Twitter @StefanoOlivari

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