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Mediaset, streaming e fascino della serie A illegale

Mediaset, streaming e fascino della serie A illegale

Redazione

19.11.2015 ( Aggiornata il 19.11.2015 12:10 )

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Trasmettere le partite della serie A e di altri campionati in streaming illegale è, pensate un po', illegale. E anche guardarle, a dire il vero. Sembra una banalità, ma se contiamo tutti i nostri amici che si vantano di non pagare Sky o Mediaset Premium ci accorgiamo che questo reato, perché di reato si tratta, è da anni diventato un fenomeno di massa. Al punto che qualche tempo fa un notissimo giornalista di una delle due emittenti si vantava in pubblico di non essere abbonato e di avere uno streaming cinese di qualità eccezionale... Il più famoso dei siti di streaming free è Rojadirecta, che proprio nei giorni scorsi ha perso la battaglia legale con Mediaset, visto che il Tribunale di Milano ha ordinato a Fastweb di inibire a tutti i propri clienti l’accesso al dominio it.rojadirecta.eu e in generale a tutti i domini contenenti rojadirecta. Traduzione: questi siti hanno quasi sempre proprietà oscure e sedi sociali irraggiungibili, quindi è molto più concreto agire sui provider. Tutto è poi aggirabile dagli utenti, senza bisogno di essere particolarmente smanettoni. Ma al di là degli aspetti legali ed economici non possiamo sfuggire alla vera questione: la maggior parte della popolazione, soprattutto quella più giovane e ignara dell'epoca del secondo tempo di una partita a caso in differita, considera un diritto i contenuti, che siano televisivi, cartacei o via web. Magari sono gli stessi che comprano magliette taroccate a tre euro e poi si lamentano del fatto che le aziende italiane delocalizzino. Il concetto è semplice: qualsiasi prodotto necessita di un lavoro per ottenerlo. E il lavoro non può essere gratis, da quello di Buffon a quello del cameraman. 2. Josef Blatter sta giocando tutte le sue carte per far fuori Platini dalla corsa alla sua successione, con motivazioni fra il politico e lo psicoanalitico. Era scontato che la sospensione di tre mesi decisa dal comitato etico della FIFA (pura emanazione blatteriana, quindi sul concetto di 'etico' si può discutere) sarebbe stata confermata in appello, ma tutto sommato anche al TAS di Losanna il presidente della UEFA gioca in trasferta. In Svizzera l'indotto creato dall'essere sede di queste grandi organizzazioni internazionali è notevole, al di là del fatto che quasi tutti i funzionari di medio livello abbiano la cittadinanza elvetica, ci vorrà coraggio perché quest'organo del CIO prenda una decisione che da molti verrebbe interpretata come contraria agli interessi nazionali. Se la sospensione venisse confermata, Platini potrebbe comunque presentarsi alle elezioni del 26 febbraio ma è chiaro che mediaticamente sarebbe azzoppato. Al di fuori della cronaca siamo nel suo caso innocentisti: sarebbe l'unica persona nella storia ad avere ricevuto una tangente dietro presentazione di regolare fattura. 3. Rimaniamo sempre incuriositi dagli appassionati di calcio che tifano per una squadra diversa da quella (o da una di quelle) della propria città, quando non addirittura della stessa nazione. Uno strano fenomeno, che le possibilità odierne di vedere ormai tutto in diretta hanno accentuato rispetto ai tempi gloriosi (ma non migliori) in cui a parlare di calcio internazionale era soltanto il Guerin Sportivo. È chiaro che fra le squadre più tifate da questi tifosi extraterritoriali c'è il Barcellona. I cui appassionati italiani adesso hanno anche un libro di riferimento, appena uscito: 'Sangue Blaugrana'. Scritto da Antimo De Salve (con la prefazione di Enzo Palladini, già dall'era pre-web fra i massimi esperii italiani di calcio internazionale), presidente della Penya Lombarda FC Barcelona, che attualmente sta preparando la trasferta per il Mondiale per Club FIFA in Giappone, l'opera non è soltanto una ricchissima collezione di storie dell'universo barcellonista ma è soprattutto una spiegazione della filosofia di un club la cui importanza va al di là dei tanti sport in cui è protagonista, a partire dal calcio. Non è che il Barcellona sia più importante del Wolfsburg o del Crotone, perché ognuno ama la sua squadra, ma si capisce perché in questo mondo sempre più indifferenziato chi ha una identità abbia sempre qualcosa in più di chi non ce l'ha. Insomma, non soltanto Messi e Neymar e non soltanto la retorica della cantera. E pazienza se in Italia c'è ancora chi considera il calcio 'entertainment', come con le nostre orecchie abbiamo sentito dire anche da dirigenti di Lega Pro. Twitter @StefanoOlivari  

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