Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

L'uovo di Montella

L'uovo di Montella

Redazione

16.11.2015 ( Aggiornata il 16.11.2015 11:54 )

  • Link copiato

Walter Zenga stava onestamente facendo il suo, ma per i tifosi della Sampdoria l'ingaggio di Vincenzo Montella è una doppia buona notizia. Prima di tutto perché torna a Genova uno che lì da giocatore è stato amatissimo. E poi perché la firma di un contratto con scadenza 2018, da 3 milioni di euro lordi a stagione, prolungando di un anno l'impegno che aveva con la Fiorentina, significa che l'era Ferrero sta davvero arrivando al capolinea: Volpi o non Volpi, è chiaro che Montella per il futuro prossimo ha ricevuto rassicurazioni. Certo è che ha preferito l'uovo oggi alla gallina, milanista o romanista, domani. Un autoridimensionamento per Montella e una vittoria di Della Valle, non soltanto per i due milioni di indennizzo incassati. 2. Il calcio deve andare avanti? Sì, come del resto la vita nel mondo libero. Per questo Inghilterra-Francia si giocherà, pur essendo un bersaglio perfetto per un terrorismo bisognoso di riscontri mediatici (se no non sarebbe terrorismo). Bisogna dire che gli stadi sono paradossalmente fra i luoghi più sicuri, essendo almeno quelli di prima fascia iper-controllati: uno dei kamikaze di venerdì sera era stato fermato all'entrata dello Stade de France proprio in seguito a controlli di routine e così l'esplosione della sua cintura ha causato molti meno danni di quanti ne avrebbe causati se questo individuo, con regolare biglietto, si fosse seduto indisturbato tra gli spettatori di Francia-Germania. È chiaro che da oggi fino a tutto Euro 2016 l'allarme terrorismo riferito agli stadi sarà enfatizzato, ma nel calcio il problema è dal punto di vista 'militare' tenuto sotto controllo, anche nella vituperata Italia. Non si possono invece presidiare tutti i ristoranti e tutti i negozi. 3. La Nazionale italiana è sempre stata seguita con discrezione da diversi poliziotti o carabinieri in borghese, a maggior ragione il prossimo giugno questo contingente sarà rinforzato. Per difendere anche Graziano Pellé, al quale in questo giro azzurro è toccato recitare la parte del sottovalutato: "Ah, se mi fossi chiamato Pellinho...". Ma stiamo parlando di un ragazzo che a 18 anni e mezzo ha esordito in serie A (con il Lecce), che ha molto frequentato le nazionali giovanili e che ha avuto molteplici occasioni prima di emigrare in Olanda all'AZ. Fra le  sue tante squadre si può dire che abbia fatto benissimo nel Feyenoord e che stia andando bene nel Southampton. Non è che qualunque emigrante sia un talento o un cervello in fuga, ingiustamente emarginato in patria: nel calcio italiano di pochi anni fa i Pellé, con tutto il rispetto, nemmeno facevano titolo. Semmai è grave che la Nazionale abbia ormai come punto fermo dell'attacco un trentenne mai prima preso in considerazione. 4. È già passato un anno dal ritorno di Roberto Mancini sulla panchina dell'Inter ed il bilancio è molto semplice: si tratta del miglior acquisto dell'era Thohir-Moratti, vincitore per distacco sui tanti calciatori bulimicamente ingaggiati e poi spesso messi in un angolo. Nessun allenatore in Italia ha voce in capitolo nelle scelte societarie quanta ne ha lui, uno dei pochi a sapere cosa accadrà all'Inter come società ad ottobre dell'anno prossimo. Per questo è improbabile l'ingaggio di un direttore sportivo dal profilo più alto di Ausilio, visto che il mercato Mancini lo fa da solo e una volta raggiunti gli accordi basta un avvocato per i dettagli, ma è anche difficile trovare un direttore generale che tenga le mani lontane da tutte le caselle (dalla finanza allo sviluppo corporale) già occupate. Il posto è vacante e non è detto che Thohir abbia tutta questa voglia di buttare via uno stipendio. A proposito: non è lui quello dietro alla cordata degli 'americani' che vorrebbero creare una seconda realtà di pallacanestro di serie A a Milano, anche se la pallacanestro rimane il suo sport del cuore sprecare i soldi non gli piace ed è sempre stato freddo con chi gli ha buttato lì ipotesi italiane. Parentesi: negli anni Venti l'Inter aveva una sezione di pallacanestro, che nel 1923 vinse anche lo scudetto. Ma con il basket, in Italia, i soldi si perdono di sicuro, mentre il calcio almeno lascia accesa una fiammella di speranza. Twitter @StefanoOlivari

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi