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I dolori del non più giovane Balotelli

I dolori del non più giovane Balotelli

Redazione

13.11.2015 ( Aggiornata il 13.11.2015 12:08 )

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Il livello degli attaccanti convocati da Conte per la doppia amichevole della Nazionale sarebbe già da solo un motivo sufficiente per parlare di Mario Balotelli, ma in realtà i suoi (suoi di Mario) tormenti attuali riguardano più il Milan dell'Italia. Un amico del Guerino per puro caso ha viaggiato alla volta di Copenhagen con Balotelli e il dottor Tavana dove, come è stato già scritto, si è chiesto un parere sulla sua pubalgia al professor Per Holmich. Malattia facile da diagnosticare e impossibile da curare se non i rimedi della nonna (riposo) o intervenendo chirurgicamente, anche se su quest'ultimo scenario ci sono varie scuole di pensiero. In sintesi: l'ipotesi ottimistica, in caso di sala operatoria, è di rivedere Balotelli in campo a metà gennaio. Ma non entriamo nel merito medico, dove del resto nonostante l'autorevolezza del luminare danese (queste le sue pubblicazioni) l'incertezza è totale (deve dire la sua anche il Liverpool), concentrandoci sugli aspetti umani e societari. Non è un segreto che i consueti 'interpreti' del pensiero di Berlusconi all'interno del gruppo sostenessero nelle scorse settimane che Balotelli fosse un malato quasi immaginario, con la tipica malattia del malato immaginario del calcio. Questa scelta interventista, peraltro ancora nel campo delle ipotesi, è contraria alle idee di un Mario apparso depresso come nemmeno quanto Rodgers evitava di parlargli (con ragione, visto che l'attaccante bresciano gli aveva detto che lui non intendeva fare la fase difensiva) ma potrebbe essere intesa anche come un segnale di buona volontà in ottica milanista e azzurra. Del resto gli anni passano e un'altra stagione di semi-inattività lo renderebbe pronto per qualche emirato o per la MLS. Operarsi per non sembrare quello che se ne frega? Dinamiche psicologiche che troviamo orrende, al di là dell'utilità dell'operazione. Di certo l'addio in grande stile di Conte all'Italia passa anche da un Balotelli presentabile in Francia. 2. I giocatori del Palermo hanno reso l'onore delle armi all'esonerato Iachini, come i calciatori (anche quelli che danno tutte le colpe all'allenatore) fanno spesso per educazione. Perché allora Zamparini se l'è presa così tanto, dando dell'ìgnorante a Maresca e promettendo megamulte ad altri, come Vazquez? Ovviamente si è stizzito per il riferimento ai soldi che, a detta dei giocatori, gli avrebbe fatto guadagnare Iachini incrementando il valore di alcuni di essi a partire da Dybala. Zamparini, che è uno dei pochi presidenti a pagare puntualmente gli stipendi e che proprio per questo è ricordato con simpatia anche dai suoi tanti esonerati, ha malcelate ambizioni politiche e non ci sta passare per un presidente di professione, per uno che lucra sul calcio, alla Pozzo. Eppure è proprio così, ma non c'è niente di male. Anche se nell'Italia moralista senza morale la ricchezza, anche quella creata onestamente, crea antipatia. 3. Il comitato elettorale delle FIFA ha lasciato in lizza, per le presidenziali del prossimo 26 febbraio, cinque candidati più il sospeso Platini ancora in attesa che il suo ricorso contro la sospensione sia esaminato. In un modo o nell'altro, come è stato fatto sapere alla nostra FIGC, Platini sarà a pieno titolo fra i candidati anche se sarà mediaticamente azzoppato. La vera domanda riguarda il nome degli altri cinque sul quale convergeranno i voti di Blatter, non candidato ma alla ricerca di una presidenza onoraria molto meno onoraria e più operativa di quella che nel 1998 rappresentò il premio di consolazione per Havelange (che a maggio farà 100 anni, è di poco più giovane della FIFA). Molti osservatori danno in questa logica favorito l'ex segretario Champagne, ma alla poca Italia che conta nei consessi internazionali risulta invece che il principe giordano Al Hussein, in ottimi rapporti con Platini e comunque unico dei cinque con un suo pacchetti di voti controllati a prescindere, potrebbe proporre una sorta di governissimo a Blatter, ritagliandogli un ruolo da padre nobile e promettendo posti chiave ai suoi fedeli senza perdere il rapporto con Platini. Un'operazione spericolata, che ci fa ancor di più tifare per l'FBI. Chi si aspetta una nuova FIFA rimarrà comunque in ogni caso deluso. Twitter @StefanoOlivari

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