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Calcio e alopecia, la splendida lezione di Brescia

Calcio e alopecia, la splendida lezione di Brescia

Redazione

11.11.2015 ( Aggiornata il 11.11.2015 18:00 )

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Rasarsi a zero per sentirsi vicino a quel ragazzo, preso ignorantemente in giro dai propri avversari per quella mancanza di capelli. Vogliamo raccontarvi oggi una bellissima storia (quasi da libro Cuore) proveniente da Brescia e che ha visto come protagonista non uno dei campioni che quotidianamente calcano i campi di calcio, ma il tecnico della squadra Pulcini della formazione dilettantistica Mario Bettinzoli di Brescia, autore di un gesto su cui molti di noi dovrebbero riflettere. Un ragazzino di 11 anni che milita nella squadra bresciana soffre purtroppo di una forma precoce di alopecia areata: una patologia di cui ad oggi non si conoscono ancora molto bene le cause ma che porta nel giro di poco tempo alla progressiva perdita dei capelli. Nel caso specifico in pochissimi giorni. Il tecnico, avvertito dalla madre, vorrebbe esprimere la propria vicinanza al ragazzo,il quale vive comprensibilmente con difficoltà questa fase, ma non sa onestamente come fare. Un giorno però ecco presentarsi l’occasione. Durante la fase di riscaldamento i ragazzini della squadra avversaria cominciano a schernire piuttosto maleducatamente l’11enne alopecico della Mario Bettinzoli. Come ha raccontato il tecnico della squadra bresciana (il quale vuole rimanere anonimo, in quanto a suo giudizio in questi momenti contano le azioni e il messaggio che si vuole lanciare, non chi è a farle) ai vari media, “lui è scoppiato in lacrime e mi ha detto che non se la sentiva più di scendere in campo. Sono riuscito a convincerlo”. Questo episodio però diventa una molla per il tecnico, il quale a fine partita prende una decisione importante. “Dopo il match sono andato dal parrucchiere. Mi sono fatto rasare i capelli per avere lo stesso aspetto che ha lui e al successivo incontro con la squadra mi sono presentato indossando una cuffia, proprio come fa il bambino. Ho spiegato loro le ragioni del mio gesto. Dopo ci siamo tolti entrambi le cuffie e siamo entrati in campo. Ho voluto farlo sentire meno diverso dagli altri perché mi sono reso conto che questa sua condizione gli crea problemi di interazione con i coetanei, a scuola e sul campo da calcio. Parlando con i compagni di squadra del piccolo ho spiegato loro che i rapporti che si creano all’interno di una squadra sono tra i più forti in assoluto e che i miei migliori amici sono, tuttora, quelli che giocavano a calcio con me quand’ero bambino.Non escludo che già al prossimo allenamento troverò altri bambini completamente rasati. Penso vorranno dimostrare anche loro la loro vicinanza al compagno”. Una bellissima lezione, quella messa in campo dal tecnico della Mario Bettinzoli di Brescia e resa ancora più tangibile dal fatto di averla realmente attuata, che dimostra come alopecia e ignoranza possano a volte esser sconfitti nel mondo del calcio. Anche solo per qualche ora. Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

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