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Paulo Sousa, il Basilea e le sfide al proprio passato

Paulo Sousa, il Basilea e le sfide al proprio passato

Redazione

18.09.2015 ( Aggiornata il 18.09.2015 11:01 )

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Trovarsi di petto contro il proprio passato non è mai facile, soprattutto quando il caso vuole che tutto capiti il più in fretta possibile. Lo sa bene Paulo Sousa, nuovo (si può ancora dire a settembre?) allenatore della Fiorentina che nel match d'esordio di Europa League ha dovuto affrontare il Basilea, l'ex squadra che lo scorso anno ha portato alla conquista del titolo elvetico. Per la cronaca - ma lo saprete già - i viola hanno ceduto in casa per 2-1, smorzando il sapore dell'amaro soltanto grazie al pareggio tra le avversarie del girone, Lech Poznan e Belenenses. La lista dei tecnici costretti a fare i conti con una sorta di déjà-vu è praticamente infinita. Mourinho nel maggio del 2010 rifiniva di modellare i cuori dei tifosi interisti con l'impresa storica del triplete. E tre anni dopo, guidando il Chelsea, incrociava la sua ex storia in uno di quei trofei estivi che fai fatica anche a vedere. Zero sentimenti, perché il campo è un'altra cosa: «Il rapporto che mi lega ai giocatori e allo staff è fantastico, ma vogliamo vincere». Detto, fatto. Oscar, Hazard. Stessa storia per Massimiliano Allegri. Agosto 2014, Trofeo Tim. Ma forse ancora più dura perché più di 12 mesi fa nessuno (sicuramente arriverà il sapientone dell'ultima ora che dirà il contrario) avrebbe predetto l'annata trionfale del livornese. La spuntò il Milan di Inzaghi, prontamente incensato dalla maggioranza dopo 45 minuti di calcio d'agosto. Piccola curiosità, visto che se ne parla ancora oggi. Quella sera il trequartista della Juventus era Marchisio. Nel museo del Camp Nou c'è tanto di Pep Guardiola. Più di vent'anni passati in blaugrana tra il mestiere di calciatore e quello di allenatore. Titoli vinti? Quelli ormai nemmeno si contano. E il ritorno alla tanto decantata creatura che aveva assemblato si è risolto in una pesantissima sconfitta. Il suo Bayern, nella semifinale di andata di Champions della passata stagione, ha ceduto allo strapotere dei marziani, alla doppietta di Leo Messi e alla rete di Neymar. Scavando nel cassetto dei ricordi, torniamo alla stagione 1999-2000. Juventus-Inter. Lippi, per la prima volta, si accomoda al Delle Alpi in un match ufficiale da tecnico dei nerazzurri. L'istantanea del passato viene risolta da Inzaghi ma, come spesso accade, nel derby d'Italia a farla da padrone sono le polemiche e nell'occasione il mancato rosso a Van Der Sar durante il primo tempo. E il rapporto tra Capello e la Roma? Cinque stagioni, lo scudetto del 2001 e il passaggio alla Juventus tre anni dopo. Non il miglior modo per separarsi. 28 ottobre 2004, nella pioggia di Torino Don Fabio cancella il trascorso dei ricordi e si porta in testa alla classifica. @damorirne

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