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Roma-Juventus, Nietzsche e le rughe di Anna Magnani

Roma-Juventus, Nietzsche e le rughe di Anna Magnani

Redazione

03.09.2015 ( Aggiornata il 03.09.2015 13:57 )

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Nietzsche diceva “Dio è morto e adesso bisogna pensare da soli”. È un po’ quello che sta succedendo al campionato. La Juventus si sta avviando a perdere lo scudetto, che poi è come dire ad una donna che si è trovato il rimedio contro la cellulite. Potrà crederci fino alla prova costume. Ma, in effetti, questa volta e per la prima volta negli ultimi cinque anni questo è uno scudetto che davvero  possono vincere tutti. Non ci sono precedenti che vedono Campione d’Italia una squadra che ha perso “pronti-via” due partite su due. E gli zero punti della Juventus mettono la Roma e non solo la Roma, davanti alla responsabilità  di decidere se essere ambiziosi. Perdere a Roma ci può stare, quello che lascia sgomenti è il fatto che la Juventus si sia fatta dominare per 90 minuti. Anna Magnani, che pure era affezionata alle rughe che raccontavano la sua storia, non avrebbe mai compreso un crollo così verticale. E una Juventus in caduta libera se da una parte dà una mano ad una Roma attrezzata per vincere lo scudetto, ad un Garcia che può tornare a sentirsi il Mourinho di Roma e a Sabatini unico fautore di un mercato che ha fatto scordare gli errori gravissimi, economici e non solo, di quello precedente, dall’altra mette la Lazio, Lotito e Olimpia direttamente sulla graticola dei tifosi biancocelesti. Che poi credere ad una classifica che vede in testa squadre come il Chievo e il Sassuolo è un po’ come credere che il principe azzurro sposerà una delle sorelle di Cenerella. E gli ultimi giorni di mercato nulla hanno potuto per ristabilire una disparità teorica oggi, pratica tra qualche settimana. È un po’ come godere di una sveltina improvvisa o abituarsi sempre ai tre minuti di recupero. La Roma contro i bianconeri ha goduto di una sveltina che nessuno pronosticava, mentre la Juventus sta abituandosi ai minuti di recupero. Susanna Marcellini @susannaradio

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