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Barça, Chelsea, Milan: le tre mosse di Paulo Sousa per farsi amare

Barça, Chelsea, Milan: le tre mosse di Paulo Sousa per farsi amare

Redazione

25.08.2015 ( Aggiornata il 25.08.2015 16:38 )

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Reduce da tre quarti posti consecutivi e da tre annate positive anche nelle Coppe, con il raggiungimento di una semifinale di Europa League e di una finale di Coppa Italia, la Fiorentina ha varato in estate un nuovo ciclo e dopo l’addio di Vincenzo Montella, ha deciso di scommettere puntando le proprie fiches su un tecnico straniero alla prima esperienza in Italia come allenatore e con un passato da calciatore con la maglia bianconera della Juventus così detestata dal pubblico toscano. Lo scetticismo che ha accompagnato il suo approdo sembra essere spazzato via dopo le prime uscite stagionali, e considerando che siamo ancora a fine agosto, bisogna applaudire la velocità con cui il nuovo mister ha saputo farsi amare. L’ingaggio di Paulo Sousa è stato un azzardo, ma i primi segnali trasmessi dal portoghese sono confortanti. Di certo la Fiorentina è stata una delle migliori squadre del precampionato (successi su Chelsea e Barcellona) e anche  il netto 2-0 di domenica sera ai danni del Mila, ha eletto la Viola come una delle più belle squadre del primo turno, assieme a Udinese (non per il gioco, ma per la portata del risultato) e Sampdoria (per la goleada inflitta al Carpi). Perso il tedesco Mario Gomez, la Fiorentina in attacco ora ha come riferimento il croato Kalinic, voluto proprio dal nuovo tecnico. Nome meno di grido ma comunque da seguire con attenzione in questa prima esperienza italiana. Il gioco però verte ancora sul centrocampo, come ha mostrato il debutto al Franchi. Il pentagono formato da Badelj e Borja Valero in mediana, e da Bernardeschi, Ilicic e Gilberto più avanti, ha dato alla Fiorentina un gioco apprezzabile e che alla costruzione abbina un pressing alto e continuo. A Paulo Sousa va dato merito di aver fatto sua la lezione del predecessore Montella e di non aver stravolto l’identità della sua squadra, mettendoci anzi del suo. Ora ci si aspetta il ritorno di Rossi. Se al numero 22, la sorte tornerà a sorridere, la Fiorentina potrebbe davvero ambire alle primissime posizioni della classifica o a fare strada in una delle due coppe. I Della Valle non hanno ancora vinto un trofeo nella loro gestione, ricca di buoni piazzamenti e di risultati memorabili. Chissà che non sia l’anno buono per passare alla cassa a risucotere. È ovviamente presto per fare previsioni, ma a Firenze, Sousa ha già conquistato tutti, con i suoi modi eleganti fuori dal campo e grintosi sul rettangolo di gioco. Una grinta che abbiamo in mente sin da quando giocava nella Juve e che ora proietta sui suoi giocatori. E poi l’esperienza accumulata in una carriera da giramondo, tra Portogallo, Italia, Germania, Grecia e Spagna da giocatore, e Inghilterra (Qpr, Swansea e Leicester), Ungheria (Videoton), Israele (Maccabi Tel Aviv: vittoria del campionato) e Svizzera (Basilea: vittoria del campionato)  da allenatore, gli tornerà utile per tenere il timone nei momenti di burrasca. Giovanni Del Bianco @g_delbianco

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