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Mancini e le due settimane per evitare i saluti

Mancini e le due settimane per evitare i saluti

Redazione

14.08.2015 ( Aggiornata il 14.08.2015 11:42 )

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Roberto Mancini vuole farsi cacciare dall'Inter? Siccome le amichevoli contano zero e non crediamo alle formazioni dimostrative, fatte apposta male per lanciare messaggi alla dirigenza, dietro alle scelte nelle partite estive e alle parole pronunciate in contesti con molte orecchie c'è molto di più del malumore per i mancati arrivi di Felipe Melo o Perisic, ormai diventati i classici nomi che a forza di ripeterli ogni giorno sembrano Messi e CR7. Mancini non ha certamente bisogno di mettere Kovacic all'ala, al di là del fatto che Kovacic si stia avviando pericolosamente sulla strada dell'ex giovane, per lanciare messaggi a Thohir ed Ausilio, con i quali può comunicare ogni giorno. L'elenco di queste scelte fatte quasi per dispetto, di solito in difesa o sugli esterni, potrebbe essere lungo ma l'analisi di partite insulse e pronte ad essere dimenticate al primo Inter-Atalanta di campionato c'entra poco con la situazione che si sta creando. Prima di tutto Mancini è, in privato, furioso perché costretto per oltre un mese a lavorare con gente che non sa se sia in partenza o no: facile dire che si cerca di vendere Nagatomo, meno facile definire le situazioni di Guarin, Juan Jesus, D'Ambrosio, Santon, dello stesso Kovacic, per non parlare del capitano non giocatore (alla Barazzutti) Ranocchia. Tutti giocatori che potrebbero starci come non starci, in un'Inter ambiziosa, ma bisognerebbe saperlo entro pochi giorni. Altro che acquisti o tentazioni del momento (Balotelli?), Mancini non vuole più vedere almeno cinque facce (non contiamo la possibile, anche se non probabile, ripresa in carico di Alvarez) e ritiene assurdo non riuscire a vendere giocatori che comunque hanno il bollino Inter. In secondo luogo Mancini è sempre più consapevole che la società per avere un futuro ad alto livello con questo azionariato deve ottenere la qualificazione alla Champions League già quest'anno: una pressione notevole, visto che alle spalle di Juventus e Roma sono almeno in quattro a poter aspirare al terzo posto da playoff, che impone di fare scelte e di farle subito. Terzo, se ne parla poco, Mancini non ama essere messo in discussione per la semplice ragione che non ci è abituato (e non lo era nemmeno da giocatore, la sua carriera in Nazionale è stata modesta soltanto per questo motivo): sempre più tifosi notano che i risultati sono peggiori rispetto alla non rimpianta era Mazzarri e che il tocco magico sul mercato non è poi così magico, visto che dei cinque colpi del suo primo mercato l'unico che forse rimarrà è Brozovic. L'immagine è sempre buona e sul mercato internazionale Mancini ha un nome spendibilissimo per la prima grande che fallisca, dal Liverpool ad altri. E fra i procuratori che contano, sono pochi e quindi il sondaggio è facile, si inizia a parlare di lui come di una pedina del calciomercato 2016. E quindi? Le difese a tre e i giocatori fuori ruolo non sono le mosse di un pazzo o di uno che vuole dimostrare che manca chissà chi (fra l'altro sulla sinistra c'erano almeno tre alternative migliori di Juan Jesus), ma un atteggiamento da allenatore che comincia a sentirsi estraneo a ciò che gli hanno dato da allenare, al di là del ricco contratto (8 milioni lordi a stagione, anche per il 2016-17). Con il clima mediatico che oltretutto sta cambiando. Il miglior acquisto della gestione Thohir rimane proprio Mancini, che con la sua sola presenza ha costretto la  società a pensare in grande pur non avendo mezzi finanziari da grande (e meno ancora ne avrà nei prossimi due anni: la scommessa è stato giusto farla adesso), ma se il 31 agosto la rosa rimarrà nell'indefinitezza attuale è chiaro che si sta preparando il terreno per i saluti la prossima primavera o addirittura prima. Twitter @StefanoOlivari

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