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Lazio e Juve, una Supercoppa poco italiana

Lazio e Juve, una Supercoppa poco italiana

Redazione

07.08.2015 ( Aggiornata il 07.08.2015 15:15 )

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Juve o Lazio? Macché, ha già vinto lo yuan, la moneta cinese. Non è una provocazione, ma la cruda realtà. Quella che vede la Supercoppa italiana (e se si chiama italiana dovrebbe esserci un motivo) lasciare per l’ottava volta i nostri confini in nome del denaro. L’anno scorso si chiamavano petrodollari, quelli di Doha in Qatar, dove andò in scena Juventus-Napoli, vinta dagli uomini di Benitez per 6 rigori a 5. Il 22 dicembre scorso gli sceicchi versarono 2,5 milioni per gustarsi lo spettacolo, di cui il 10% andò alla Lega, mentre gran parte del “bottino”, a cui bisogna aggiungere i proventi dei diritti televisivi, fu incassato da bianconeri e partenopei. Tornando indietro nel tempo, il ritornello non cambia: sul prato di Pechino nel 2012 Juventus e Napoli incassarono 1,6 milioni ciascuna, l’anno precedente furono Milan e Inter a beneficiare della stessa cifra, mentre nel 2009 sempre in Cina, Inter e Lazio si dovettero “accontentare” di 200.000 euro in meno. Nel 2003 fu la volta degli States, l’anno precedente il palcoscenico fu Tripoli e nel 1993, la prima volta in cui la Supercoppa si giocò lontano dall’Italia, quando Milan e Torino si scontrarono a Washington. Ma il trend esterofilo riguarda anche gli altri maggiori campionati europei? Se escludiamo la Francia, che dal 2009 esporta la “sua” Supercoppa, chiamata Trophée des Champions, in giro per il mondo, ci accorgiamo che in Inghilterra, Spagna e Germania le cose non funzionano proprio così. Essendo una competizione nazionale si gioca con orgoglio e pubblico festante sugli spalti dei propri stadi. Come negli ultimi sei anni è successo per la Supercoppa tedesca, che pure ha avuto vicende alterne, sempre sold out. Beh, ma i tedeschi riempiono in media per l’80% gli stadi con tanto di figlioletti al seguito direte voi. Certo, viene da chiedersi però quante di quelle famiglie salterebbero sul primo aereo per volare a Shanghai. I patriottici inglesi non hanno mai abbandonato l’erba di Wembley, salvo cause di forza maggiore, come la ricostruzione dello stadio londinese dal 2001 al 2006 con lo spostamento dei match al Millennium Stadium di Cardiff, e i Giochi Olimpici di Londra 2012, quando la Community Shield si tenne al Villa Park di Birmingham. Mentre la Supercopa de España viene disputata in gara doppia di andata e ritorno, con la prima in casa della vincitrice della Coppa del Re. Esempi, che dimostrano come si possa dire di no al denaro, preferire veri tifosi a lontani fan, ridare importanza ad una competizione e perché no, ricominciare a riempire i nostri stadi. Irene Delfino

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