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Juventus-Continassa, una lezione per gli imprenditori in crisi

Juventus-Continassa, una lezione per gli imprenditori in crisi

Redazione

06.08.2015 ( Aggiornata il 06.08.2015 11:44 )

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La Juventus ha aperto una strada, che speriamo venga percorsa da tutti gli imprenditori italiani in difficoltà. Non sai dove trovare nuove fonti di ricavo? La risposta è semplice: fatti regalare un'area edificabile dal tuo comune. Perché questo ha fatto Torino, con sindaco Piero Fassino: ha venduto alla società di Andrea Agnelli (o per meglio dire: lasciata da gestire ad Andrea Agnelli) i diritti di superficie per 99 anni di 176.000 metri quadrati della Continassa, cioè l'area vicina allo Juventus Stadium, per 11,7 milioni di euro. Come si è letto un po' dappertutto (sono cifre ufficiali), la Juventus ha poi messo gran parte di questa proprietà-diritto in una società chiamata J-Village, di cui ha il 45% delle quote: 148.700 metri, di cui 34.830 edificabili, valutati 24,1 milioni di euro. Traduzione, una plusvalenza di almeno 12 milioni, così, soltanto per la benevolenza di un Comune fra l'altro stra-indebitato. J Village ha come oggetto sociale la costruzione di quello che, in parole povere, potremmo definire un megacentro commerciale: ristoranti, negozi, hotel, palestre, cinema, eccetera. Traduzione della traduzione: il Comune di Torino avrebbe potuto conferire esso stesso i terreni a questa società, diventando azionista e partecipando agli utili futuri, oppure rivenderli a un prezzo di mercato incassando almeno il doppio degli 11,7. Tutto è stato ufficializzato lo scorso 30 giugno, i numeri (compresa la perizia indipendente di 24,1 milioni) non ce li siamo inventati, all'atto del conferimento juventino al fondo. Rimangono alla Juventus 27.300 metri quadrati, di cui 3.170 edificabili, quindi il il regalo di Fassino è senza'altro superiore ai 15 milioni senza contare gli introiti futuri. C'è ovviamente dell'altro, perché nel pacchetto rientrano tutte le autorizzazioni commerciali necessarie per gli spazi mantenuti in gestione o affidati a terzi, anche queste con un valore. Ci sono anche diverse argomentazioni a favore della Juventus, la principale è che finora il Comune non aveva bonificato l'area né tantomeno l'aveva gestita in maniera commercialmente fruttuosa. Non è quindi detto che senza la Juventus il Comune avrebbe potuto tirare fuori chissà che cosa dalla Continassa, dal punto di vista 'sociale' meglio un regalo a un club storico che il degrado. Però è anche vero che l'Italia è piena di gente con progetti immobiliari e che dal mazzo è stata tirata fuori una carta sola, sempre la solita: a Torino ma anche in Italia. Perché tutto parte da lontanissimo, dall'acquisto del Delle Alpi ad una cifra che era un terzo della sua valutazione prudenziale (non parliamo dei costi di costruzione, una delle tante porcherie di Italia Novanta, ma della valutazione di mercato) per abbatterlo e farci lo Juventus Stadium. Le lezioni di imprenditoria impartite non dalla Juventus, che giustamente incassa i benefici e tace, ma dai media entusiasti sono quindi degne di miglior causa. Tutto è legale, intendiamoci, ma siamo nella zona degli affitti degli stadi a prezzi stracciati (in tutta Italia) e di certe vituperate sponsorizzazioni pubbliche, soprattutto centro-meridionali: un pecorino di qua, un'azienda dell'acqua di là, senza dimenticare l'ente di promozione turistica. Imprenditori con i soldi degli altri, in ultima analisi i nostri. Twitter @StefanoOlivari

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