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I soldi di Blatter e gli arabi di Platini

I soldi di Blatter e gli arabi di Platini

Redazione

21.07.2015 ( Aggiornata il 21.07.2015 11:46 )

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Tutto si può dire di Joseph Blatter, tranne che non abbia il senso dello spettacolo. Al punto che il lancio di banconote da parte dall'attore inglese Lee Nelson, durante la conferenza stampa in cui il presidente FIFA annunciava la data (26 febbraio 2016) per l'assemblea straordinaria che eleggerà il suo successore, più che una dura contestazione è sembrata quasi una sottolineatura della caratteristiche hanno fatto amare il settantanovenne svizzero soprattutto nel Terzo Mondo: e la principale di queste caratteristiche è la distribuzione di soldi a pioggia a paesi che a malapena stanno in Google Maps e a ras locali che inevitabilmente asseriscono di spendere il milioni FIFA in un imprecisato 'sviluppo'. Di certo Blatter ha compiuto un'altra inversione a U, dopo l'annuncio delle dimissioni nei giorni degli arresti FBI e il pentimento di qualche settimana dopo. Non che gli manchino i voti per essere rieletto, anzi. Quindi, oltre ad aspettarsi ulteriori colpi di scena, bisognerà seguire con attenzione il modo in cui Blatter tratterà la sua buonuscita, non soltanto a livello finanziario (al di là del fatto che non è ufficiale quanto percepisca come stipendio annuo, si dice 15 milioni euro) ma soprattutto politico: una sparizione, con cariche onorarie e condono dei peccati precedenti tipo Havelange 1998? Il personaggio sembra troppo vivo per uscire di scena così ed in ogni caso fino al 26 ottobre chiunque può presentare la candidatura. Dopo anni di tensione Blatter ha usato parole concilianti, con Platini, che non ha dietro di sé l'Europa compatta (nemmeno la Francia...) ma che è l'unico dirigente europeo che grazie ai suoi agganci (anche troppi) con quello che si definisce mondo arabo può raccogliere voti significativi in gran parte dell'Asia e in parte dell'Africa. Al momento tutto è congettura, con i comici che vengono superati dalla realtà: Nelson si era presentato scherzosamente come delegato per la candidatura mondiale della Corea del Nord 2026, ma visto che stiamo parlando sempre di paesi non democratici sarebbe difficile fare peggio di un Mondiale assegnato in maniera palesemente sporca e da disputarsi in dicembre davanti a spettatori finti. Twitter @StefanoOlivari

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