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Lazio-Roma, coltellate peggio delle magliette

Lazio-Roma, coltellate peggio delle magliette

Redazione

26.05.2015 ( Aggiornata il 26.05.2015 12:28 )

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La cosa che ci è piaciuta di più del derby di Roma è stato il risultato, nel senso che le due squadre hanno rifiutato la tranquillità del pareggio biscottato che avrebbe messo fuorigioco il Napoli nella corsa alla Champions e se la sono giocata sul serio, con la Lazio molto più pericolosa e la Roma che però ha segnato nei momenti giusti (la fortuna fa parte del calcio, rubare è un'altra cosa): insomma, quando nel calcio di fine stagione vince l'onestà bisogna sottolinearlo, anche già il fatto di sottolinearlo è triste. La cosa che ci è piaciuta di meno è invece l'atteggiamento di gran parte dell'ambiente della Roma nel pre e post-partita, con prese in giro e provocazioni in gran parte meditate: se il dito medio e altri gesti di De Rossi rivolti alla curva laziale fanno parte del personaggio De Rossi (il giocatore più pagato della serie A, bisogna ricordare) e in fondo della trance agonistica, non si può dire la stessa cosa della dichiarazioni dell'italianizzato Garcia (che poi lui stesso a derubricato a 'destabilizzazione' e 'comunicazione') e delle magliette sfoggiate da molti, da Totti in giù, evidentemente non preparate al momento. Situazioni che non vanno ingigantite e che si sono viste anche a parti invertite, in ogni caso meno gravi di atti di guerriglia ampiamente previsti e che di cui il prefetto ha giudicato uguale la gestione in un giorno feriale rispetto alla domenica.  Cosa vogliamo dire? Che il lavoro di Pallotta, trattato anche ieri con freddezza dagli ultras, è ancora molto lungo. E che Lotito inventandosi una regola (questo tipo di posticipo in passato è stato concesso per vicinanza ad impegni europei, ma mai italiani) non ci ha in ogni caso fatto una gran figura, ma se davvero è romanista (come se non avesse già abbastanza squadre) dentro se ne sarà fatto una ragione. Non ci è scappato il morto, per lo scorno degli agitatori di piazza sempre pronti a trovare giustificazioni 'sociali' alla delinquenza calcistica, quindi bene così. Twitter @StefanoOlivari

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