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Serie A, la miglior difesa è la fuga (all’estero)

Serie A, la miglior difesa è la fuga (all’estero)

Redazione

14.04.2015 ( Aggiornata il 14.04.2015 11:49 )

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L'oligopolio televisivo in fondo va benissimo a quasi tutti i dirigenti delle squadre di serie A, che pensano di poter incassare un miliardo l'anno proponendo un prodotto scadente nei secoli dei secoli. Per questo non ha generato un grande dibattito (interessati sono apparsi soltanto De Laurentiis e la Roma), nemmeno sui giornali di corte, la proposta shock fatta la settimana scorsa in Lega non da un passante ma da Riccardo Silva, che altri non è che la persona che tratta la vendita dei diritti televisivi della A per l'estero. In sintesi: disputare un'intera giornata della serie A, magari la prima, all'estero, non nello stesso paese ma in posti differenti a seconda del bacino di utenza delle singole squadre. Idea che è uno sviluppo di ciò che già avviene con NFL e NBA, ma per singole partite e non per giornate (anche perché parlare di 'giornate' nella NBA è assurdo), con regolari sold out a dispetto di squadre in campo quasi sempre di seconda schiera. Visto che del calcio del passato non rimane quasi più niente, dai Palloni d'Oro lasciati in tribuna agli orari delle partite, questa idea dovrebbe secondo noi essere almeno presa in considerazione. Perché nessuna grande lega del mondo, a partire dalla Premier League che ha avuto mille proposte in tal senso (anche con una ipotetica trentanovesima giornata, con composizione delle partite da definirsi), ha mai avuto il coraggio di fare questo passo e chi parte per primo avrebbe un vantaggio non indifferente su tutti gli altri. In concreto, visto che i diritti della serie A fino al 2018 sono già stati venduti e che in ogni caso ci sarebbe il problema degli abbonati, si potrebbe iniziare a fare molto di più con la Coppa Italia oltre che, come già sta avvenendo, con la Supercoppa. Nonostante il disfattismo cosmico, che poi è solo un declino tecnico ed economico (rimanendo comunque la terza o quarta lega calcistica al mondo per interesse generato all'estero), l'Italia è ancora l'Italia in gran parte del mondo affamato di calcio (e non solo di calcio). Non sono discorsi da bar, ma suffragati dai numeri: secondo il contratto in essere alla serie A arriveranno nel prossimo triennio una marea di soldi in più rispetto a questo, fino ad arrivare ai 200 milioni della stagione 2017-18. Non è insomma il caso di fare gli schizzinosi, senza contare che senza grandi riforme si potrebbe già da subito giocare durante le festività natalizie, non tanto per riportare allo stadio le mitiche 'famiglie' (il botteghino conta per meno del 10% del fatturato in quasi tutti i bilanci, ormai) ma per offrire al pubblico televisivo un colpo d'occhio decente, quello stesso che ci tiene incollati al più insulso dei West Ham-Burnley. Twitter @StefanoOlivari

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