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La corsa verso Virtus-Olimpia

La corsa verso Virtus-Olimpia

I verdetti della stagione regolare, l'anno di Mannion e Bilan, il futuro di Gallinari

Stefano Olivari

06.05.2024 ( Aggiornata il 06.05.2024 21:07 )

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Nonostante la stagione regolare forzatamente in maschera, Virtus Bologna e Olimpia Milano hanno occupato i primi due posti e quindi essendo in due parti diverse del tabellone potranno a partire dal 6 giugno dare vita alle finali scudetto che tutti attendono, con il fattore campo a favore della squadra di Banchi. Per fortuna questa e le altre serie al meglio delle 5 partite, evitando certe maratone del passato. Di base il quarto più equilibrato dovrebbe essere Venezia-Reggio Emilia, da cui uscirà l’avversaria della Virtus (che inizia con Tortona) in semifinale, ma il più intrigante è quello fra Brescia e Pistoia: una squadra che la stagione regolare ha rischiato di vincerla contro quella in grado in partita singola di sovvertire ogni pronostico. Da lì uscirà l’avversaria di Milano, che parte con una Trento spenta. È una notizia, ma certo non una sorpresa, la retrocessione di Pesaro (dopo 17 anni di A) insieme a Brindisi: inutile però tirare fuori la retorica dei pubblici ‘importanti’, perché gli errori dei due club, che nemmeno avevano i peggiori budget della A, sono stati tanti, e poi dai playoff di A2 potrebbero salire due realtà fra Fortitudo Bologna, Cantù, Verona, l’ambiziosissima Trapani, eccetera. Il ricambio ci vuole, non siamo gli americani e se proprio volessimo esserlo dovremmo partire dal salary cap, per evitare che si affrontino squadre dove un solo giocatore guadagna come tutti gli avversari messi insieme.

Parlare di ‘stagione regolare’, quando tutte le squadre hanno le porte girevoli, è un po’ una forzatura, ma un bilancio è doveroso. Le due grandi hanno fatto giusto il loro, anzi un po’ meno anche considerando lo stress da trasferte di Eurolega, mentre decisamente bene in proporzione alle aspettative hanno si sono comportate Brescia, Reggio Emilia e Pistoia. Soddisfatte Venezia e, per come si erano messe le cose, Treviso, male Tortona che per forza finanziaria potrebbe stare alle spalle di Olimpia e Virtus, Napoli, Sassari e Scafati. Parlando dei singoli, l’unico italiano che davvero ha fatto la differenza è stato Nico Mannion, salvatore di una Varese che aveva davvero bisogno di un incursore come lui e che ogni estate (e inverno...) deve reinventarsi. Per il resto i migliori sono stati anziani come Andrea Cinciarini o ex giovani, con i pregi e i difetti di sempre, come Amedeo Della Valle. Menzione d’onore per Davide Denegri e Andrea Pecchia che sono stati importanti a Cremona, mentre Melli è la solita certezza per Milano e per la Nazionale. Chirurgico Belinelli, che all’Italia sembra orientato a dire no. Nel disastro di Pesaro non ha fatto male Toté, nella strana stagione di Trento è piaciuto Alviti. A Scafati Gentile non è tornato il vero Gentile, ma la sua stagione non è stata pessima e ridimensionandosi avrebbe ancora quattro o cinque anni di carriera. Come si sarà notato, Mannion a parte non siamo riusciti a citare un italiano imnportante in serie A nato dopo il 2000. In generale l’MVP della stagione regolare lo assegneremmo a Miro Bilan, solito spettacolo di intelligenza e tecnica a Brescia, oltre che un bel messaggio.

Quale futuro per Danilo Gallinari? I Milwaukee Bucks fuori al primo turno dei playoff contro gli Indiana Pacers hanno anticipato le vacanze dello sportivo italiano più ricco di ogni tempo, almeno al lordo delle tasse. Un’eliminazione non imprevista, vista l’assenza da tutta la serie, per infortunio, di Antetokounmpo, e il rientro di un Lillard non al massimo. La triste (ingaggio a parte, sui 7 milioni di dollari lordi) sedicesima stagione NBA di Gallinari, fra Wizards, la toccata e fuga ai Pistons e appunto i Bucks, si è chiusa con 4 minuti giocati, dopo i 20 un po’ a sorpresa in gara5, senza lasciare il segno. Il ritorno a Milano, evocato da anni in milioni di interviste, sarebbe adesso una bella operazione di marketing, con una valenza tecnica legata all’atteggiamento: un Gallinari cambio di Mirotic senza pretese potrebbe funzionare, ma anche con il budget di Armani l’operazione appare molto forzata e meno che Gallinari decida di giocarsi le ultime stagioni per la gloria, per vincere l’Eurolega che sarebbe il suo primo trofeo in carriera. Abbiamo detto ‘Armani’ non a caso, perché Ettore Messina non pare essere il primo tifoso di questa operazione, così come Pozzecco al di là delle dichirazioni nazionalpopolari eviterebbe le vecchie glorie e preferirebbe giocarsi la qualificazione all’Olimpiade e il futuro azzurro con una squadra da battaglia, al limite anche senza passaportati.

stefano@indiscreto.net

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