Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Ionescu pagata da Curry

Ionescu pagata da Curry

Il pubblico della WNBA, i budget di Olimpia e Virtus, Micic ai Thunder e Wembanyama alla Sampson

Stefano Olivari

18.07.2023 ( Aggiornata il 18.07.2023 15:55 )

  • Link copiato

Grazie a Sabrina Ionescu la pallacanestro femminile è uscita dal ghetto delle brevi, anche se non per merito di una partita. La giocatrice delle New York Liberty ha infatti vinto la gara di tiro da tre punti nel fine settimana dell’All-Star Game WNBA con un assurdo 25 su 27, in termini di punti 37 sui 40 possibili, sbagliando soltanto il primo tiro della serie e l’ultimo del quarto carrello. Meglio di Steph Curry, che si è consolato con la hole in one sul campo da golf… E come Curry tiratrice anche con le difese vere, visto che nella WNBA attualmente in corso sta tirando da tre con il 44,6%. Ma la WNBA ha un pubblico per le prodezze della Ionescu? L’anno scorso la stagione regolare ha avuto un pubblico medio di 5.679 spetattori a partite e anche quest’anno per i ‘nostri’ parametri sta andando bene: nel 2022-23 la serie A maschile ha avuto 3.764 spettatori di media… I ‘loro’ parametri però sono altri e queste negli Stati Uniti sono cifre da leghe minori o da piccoli college. Il problema più grande di tutti, visto che è la NBA a ripianare tutte le perdite, è che la WNBA, la cui prima stagione è datata 1997, non ha mai prodotto un dollaro di utile e che viene tenuta in vita soltanto dal politicamente corretto. Si può dire, senza forzare troppo, che la Ionescu sia pagata da Curry.

Sono appena usciti i calendari dell’Eurolega 2023-24, mentre Olimpia Milano e Virtus Bologna sono alle prese con più di un dubbio e, nel caso bolognese, un evidente ridimensionamento. I campioni d’Italia sono stati abbandonati da Shabazz Napier, cioè dal giocatore che ha impresso una svolta in positivo all’ultima stagione, e quindi la regia sarà nelle mani del neoingaggio Maodo Lo, del riconfermato (di malavoglia) Pangos e magari di Diego Flaccadori. Al parco italiani di Messina si sono aggiunti anche Caruso, da Varese, e Bortolani di rientro dal prestito a Verona, mentre sono andati via Alviti e Baldasso, con Datome che ha annunciato il ritiro. Per il resto il festival dei contratti transati e quindi del roster dello scudetto rimarranno in 8: Melli, Shields, Baron, Hall, Hines, Voigtmann, Tonut e Ricci. In divenire anche la Virtus, con gli addii a Teodosic, Mannion, Ojeleye, Weems, Jaiteh e Camara e gli arrivi di Mascolo, Cacok, Dobric e di un Polonara in cerca di rilancio. Un taglio al budget imposto dal fair play finanziario dell’Eurolega ma anche da un chiaro disamoramento di Zanetti: adesso per la squadra complessivamente non si andrà oltre i 16 milioni, quasi la metà della rivale.

La firma di Vasilije Micic con gli Oklahoma City Thunder è una cattiva notizia per l’Eurolega, che perde il suo miglior giocatore degli ultimi anni, ma ovviamente è buona per il serbo due volte campione d’Europa con l’Efes, più tante altre cose. Una scelta da ora o mai più visto che Micic ha 29 anni e che per comunque rispettabili 8 milioni di dollari a stagione dovrà lottare per un posto in una franchigia da tanking. Una scelta che fa il paio con quella di Sasha Vezenkov, MVP dell’ultima stagione di Eurolega con l’Olympiacos ed anche lui entrato nella NBA, ai Kings, in un’età (28 anni) che per un europeo esordiente è molto alta. Certo l’Eurolega non ha alcuna arma finanziaria o mediatica per contendere alla NBA i giocatori che le interessano, per non essere percepita come una serie B può soltanto smarcarsi dal punto di vista tecnico e identitario, puntando sul tifo invece che sull'essere una NBA dei poveri.

Victor Wembanyama forse non dominerà la NBA, ma di sicuro è circondato da consiglieri che sanno creare l’attesa. È stato così nella sua ovviamente (ha 19 anni) breve carriera francese, con la strana fuga dall’ASVEL dove Tony Parker aveva fatto di tutto per trattenerlo, per andare ai Metropolitans, ed è stato così anche nella Summer League di Las Vegas dove il francese dei San Antonio Spurs ha giocato una partita malissimo e una benissimo prima di sparire. Non lo vedremo nemmeno ai Mondiali, visto che già da tempo ha detto no alla Francia, e quindi non ci rimane che aspettare l’inizio della stagione regolare. In questi giorni Wembanyama è stato paragonato, da addetti ai lavori e non al bar, praticamente a chiunque, da Chamberlain a Durant, da Jabbar ad Antetokoumpo: viene il sospetto che pochi lo abbiano visto davvero giocare. Per lui, con il suo 2,24 e il suo tocco, Popovich sembra pensare ad un futuro alla Nowitzki, gli scettici di una certa età vanno subito con la testa a Ralph Sampson.  

stefano@indiscreto.net

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi