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Le retrocessione di Bologna

Le retrocessione di Bologna

L'Olimpia Milano ha vinto le Final Eight di Coppa Italia, con Tortona ad entusiasmare e la Virtus a deludere. Ma alla Fortitudo si esulta poco...

Redazione

21.02.2022 ( Aggiornata il 21.02.2022 12:52 )

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Con la vittoria contro Tortona, la Coppa Italia di serie A di basket finisce nella sala trofei di Milano, a far compagnia alle altre sette coppe della stessa categoria della storia dell’Olimpia e alle altre otto di coach Messina, a questo punto vero re di coppe. La finale tra Milano e Tortona è stata più combattuta di quel che dice il punteggio finale, con i piemontesi che hanno faticato a entrare in partita nel primo quarto, ma poi hanno stretto le maglie in difesa nel secondo e nel terzo periodo. L’Olimpia però è una squadra che anche quando attacca male, sa ricomporsi sui fondamentali difensivi, murando il proprio canestro con un atteggiamento quasi militaresco, formato in Eurolega, su cui si è schiantato l’attacco di Tortona capace, la sera prima, di sfiorare i cento punti contro una Virtus Bologna letteralmente irretita dall’aggressività offensiva degli uomini di Ramondino.

Proprio i giocatori di Tortona sono una delle piacevoli conferme di queste Final Eight, con Mascolo, ma anche Severini e Tavernelli a tenere il campo assieme a Macura (lodato anche da coach Messina), Cain, Daum e Sanders, provenendo direttamente dalla serie A2, a dimostrare che se ci sono talento e abnegazione, il minutaggio può non essere una questione di nazionalità anche se il coach, nei time out, parla in inglese.

Grande delusione per la Virtus di Bologna, con parole durissime del suo presidente Luca Baraldi, che nonostante la dichiarazione di coach Scariolo, a prendersi tutte le responsabilità della sconfitta con Tortona, ha chiesto un confronto interno tra tutto lo staff tecnico e i giocatori, per scongiurare il ripetersi di una prestazione come quella della semifinale. Al netto degli stati d’animo di Baraldi, il percorso di Tortona nelle Final Eight ha evidenziato come alcune squadre stiano soffrendo uno stato di forma approssimativo, dovuto in parte al Covid-19 e in parte alle troppe partite giocate (con pochi allenamenti e tanti infortuni), in un anno dove è difficile avere tutti gli uomini a disposizione. E anche una manifestazione come le Coppa Italia, che non richiede lunghe trasferte per essere giocata, risulta pesante da affrontare se unita a tutto il resto.

Grande soddisfazione per Messina, che ha dedicato la vittoria allo staff e che ha esaltato lo spirito difensivo dei suoi uomini, capaci di affrontare senza cali di concentrazione Sassari, “una falsa ottava”, Brescia, forse la squadra più in forma del campionato, e infine Tortona. Un lavoro lungo quello di Messina, che in tre anni a Milano ha letteralmente rivoluzionato il roster a sua disposizione, dandogli un’anima italiana e l’apporto di giocatori stranieri di primo piano, tutti accomunati, oltre che dal talento, da una continua e inappagabile ricerca della vittoria, ad ogni costo.

Per Milano la corsa prosegue tra campionato ed Eurolega, per Bologna invece oltre al campionato c’è l’Eurocup che potrebbe aprire le porte dell’Eurolega, obiettivo fallito lo scorso anno, ma che per essere centrato necessita del recupero della miglior forma di tutti i giocatori, Mannion per primo.

Sempre a Bologna, ma sponda Fortitudo, destano preoccupazione alcune indiscrezioni secondo cui la Comtec il 16 febbraio avrebbe trovato dei mancati pagamenti per alcune obbligazioni economiche da parte della società, dando alla stessa cinque giorni di tempo per risanare il debito, prima di avviare l’iter di penalizzazione con punti tolti in classifica (si parte con un -2). Al di là delle recenti dichiarazioni di Pavani, che aveva dato come la prima decade di gennaio il periodo per l’ingresso di nuovi soci (e quindi nuovi soldi) nel consorzio Fortitudo (finora non si è visto nessno), e le molte voci di mercato che vedono Totè (in direzione Napoli) e Benzing in uscita dopo il caso Groselle, la Fortitudo è ultima in classifica, con una squadra senza capo né coda e al momento pochissime possibilità di salvarsi. Una probabile discesa in A2, che se non piace ai tifosi, rappresenta forse un modo per ridurre le spese, il pagamento degli ultimi stipendi e provare, per l’ennesima volta a salvarsi e ripartire. A testimonianza che in anni come questi, con una federazione e una Lega assolutamente immobili, anche retrocedere in A2 può non essere una sciagura.

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