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Il livello di Datome

Il livello di Datome

Guerin Basket dopo l'ottava giornata della Serie A 2021-22: l'inizio di Messina, i giocatori di Scariolo, la zona di Varese, il declino di Sassari, il caso Tam Tam e la FIP di Banchero.

Redazione

15.11.2021 23:53

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L’ottava di campionato va in archivio con la capolista Milano che guida la classifica in solitaria, allungando sulle inseguitrici, dopo la vittoria su Reggio Emilia, cui forse servirà fare il punto della situazione, visto che lo score parla di una vinta e 4 perse nelle ultime 5 partite. L’Olimpia, oltre che nel nostro campionato, sta convincendo anche in Eurolega dove, dopo aver letteralmente asfaltato il Fenerbahce per 68-43 in quel di Istanbul, guida la classifica con 8 vinte e una persa e avendo battuto la seconda (Barcellona) e la quinta (Maccabi) in classifica. Come sempre i bilanci si faranno alla fine ma Messina, anche grazie al miglior Datome in maglia biancorossa, Melli con medie tiro finalmente da Eurolega, ma capace di essere determinante anche tirando poco, e Rodriguez con le redini della squadra in mano, sta facendo capire che la sua squadra è sicuramente cresciuta di livello rispetto alla passata stagione.

In scia di Milano, ma a quattro punti, restano solo Brindisi, che perde in casa da Trento e interrompe la sua striscia vincente, e la Virtus Bologna, che grazie a una prestazione convincente demolisce Brescia e dimostra di aver ritrovato la giusta direzione. 103-74 il risultato finale, con i padroni di casa che nell’ultimo quarto, quando sembravano essere in grado di recuperare la partita, si sciolgono come neve al sole. Un buon segnale per Sergio Scariolo che finalmente inizia ad avere contributi anche da Mannion e Paiola, ma anche un Teodosic determinante e al tempo stesso nervoso al punto da riuscire a farsi cacciare via per doppio fallo tecnico. Segnali che indicano che la costruzione del gruppo è in corso e che, per fortuna, c’è ancora molto margine di miglioramento.

Continua il buon campionato di Napoli, che scrive 100 punti a referto a Pesaro di cui 64 punti segnati dal trio Rich, Parks e Pargo, sostituto di lusso di Josh Mayo, dopo il suo rientro negli States per motivi familiari. Non sembra invece fare effetto la cura Banchi a Pesaro, ora ultima in classifica, deficitaria proprio nella difesa, arma preferita dal coach di Grosseto. Fallisce l’aggancio a Treviso da parte di Cremona, incapace di arginare i padroni di casa, che ora si trovano a 10 punti assieme a Trento, e a Trieste, che in casa, nel posticipo, si infrange contro la zona messa in campo più per necessità (sette i giocatori mandati in campo da Vertemati) che per virtù da Varese. Al di là dell’ottima serata al tiro (che più piatto non si può) di Gentile e la vena in attacco di Kell e al dinamismo di Sorokas, Varese deve la sua vittoria all’incapacità degli uomini di Ciani di attaccare la zona (come avviene nelle minors), se non ricorrendo al tiro da fuori, per un 22,7% da tre che sa tanto di prima divisione.

Altro aggancio non riuscito quello di Bologna, sponda Fortitudo, a Venezia che con Tonut in crescendo e Watt in stato di grazia, vince in casa dei bolognesi grazie a un terzo quarto super. Brutto stop per Sassari che cade in casa di Tortona. La squadra di Cavina non sembra riuscire a trovare continuità di rendimento, e lo stesso Cavina sarebbe a rischio, per quello che è un difficile ennesimo ricambio di un gruppo che dallo scudetto in poi è sembrato essere stato formato per rispondere al desiderio di una proprietà più che a un disegno tecnico. E forse, anche le dichiarazioni di Sardara “a fine anno lascio”, ritrattate poi dopo qualche giorno “ma se non trovo qualcuno di affidabile come compratore, posso restare, anche tre anni”, non devono aver cementato l’autostima del gruppo.

In settimana si è registrata l’apertura di Petrucci a che venga accolta la richiesta del Tam Tam basket di partecipare ai campionati giovanili under 18, con una squadra composta completamente da ragazzi nati e sempre vissuti in Italia, da figli di immigrati. La squadra è nata nel 2016 e si allena e gioca a Castel Volturno, sul litorale campano, in una zona dove vivono moltissimi immigrati, impiegati nelle campagne, e vuole offrire ai ragazzi una attività sportiva interamente gratuita, grazie all’impegno di coach Massimo Antonelli e del suo staff. Negli anni precedenti l’iscrizione al campionato di categorie sempre junior, ma under 14 e poi 15 era stata accettata in deroga (possono essere schierati non più di due giocatori non italiani per squadra). Quest’anno, anche per il parere contrario di alcune società iscritte al campionato under 18, no. A seguito della negazione alla partecipazione, il Tam Tam Basket ha presentato ricorso al TAR, che è stato però respinto. L’escalation ha portato a rivolgersi direttamente al presidente della F.I.P. Petrucci, che ha affermato che una soluzione sarà trovata in tempi brevi.

La squadra di Antonelli non è stata ammessa al campionato a termini di regolamento. Quindi non c’è alcun sopruso. C’è una regola che tutti sono chiamati a rispettare. Almeno fino a quando non verrà cambiata. Ed è questo che chiede adesso il Tam Tam Basket. Non si accontenta più della deroga, ma vuole una regola nuova che permetta ai ragazzi della sua società di giocare assieme agli altri, prima del compimento del diciottesimo anno di età, quando verranno dichiarati italiani. Una richiesta che può anche essere opinabile, ma che si basa sulla funzione inclusiva dello sport praticato a scopo ricreativo e che attualmente sembra una porta chiusa in faccia alla squadra di Antonelli. A maggior ragione se la regola è stata scritta dalla stessa Federazione che, per bocca del suo presidente, la settimana scorsa ha definito come anacronistica la “quota salva italiani” che limita a massimo 6 giocatori (pagando una tassa) il numero di stranieri che possono essere schierati per partita da una squadra di Serie A. Ancor di più la regola risulta stridente visto che la stessa FIP sta tentando in ogni modo di avere in nazionale un giocatore come Paolo Banchero, giocatore talentuoso, nativo di Seattle, che pare avere un progenitore italiano, ma del quale sarebbe lecito chiedersi quante parole di italiano sappia.

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