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LBA: l'italiano in via di estinzione

LBA: l'italiano in via di estinzione

Guerin basket dopo la settima giornata del campionato di Serie A: si parla di Olimpia Milano, gli stranieri in Serie A, NBA Europe e Magic Johnson...

Stefano Olivari

08.11.2021 ( Aggiornata il 08.11.2021 15:08 )

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Dopo la settima giornata del campionato di Serie A l’Olimpia Milano continua la sua corsa solitaria vincendo a Cremona con un Chacho Rodriguez super ed in scia le rimane soltanto Brindisi, trascinata da Gaspardo e passata contro una Varese ai minimi termini, zavorrata dal Covid, dagli infortuni e dalle cattive percentuali di Alessandro Gentile. La lunga marcia verso la finale fra la squadra di Messina e la Virtus Bologna sarà comunque piena di coprotagonisti e finora chi ha gettato più degli altri il cuore oltre l’ostacolo è stata l’Allianz Trieste di Ciani. In questo momento in A2 sarebbero Varese e Pesaro, ma da monitorare ci sono anche un altro club di prestigio come la Fortitudo Bologna ed il fine ciclo di Sassari.

Attualità incommentabile, da tanto sono chiari i rapporti di forza (curiosità però per l'impatto di Pargo su Napoli), meglio rifugiarsi nel futuro. E quello tracciato da Petrucci dovrebbe prevedere, condizionale obbligato perché il presidente della FIP ha parlato in codice, meno posti protetti per gli italiani e quindi, traduzione, un sostanziale ‘liberi tutti’ per quanto riguarda l’utilizzo degli stranieri. Un messaggio bene accolto dai club e dai loro bilanci, che preferiscono mestieranti americani ad italiani di pari valore, e meno bene dalla GIBA. Molti dirigenti di grandi e piccole realtà sostengono che la liberalizzazione addirittura favorirebbe l’impiego di italiani, visto che il loro costo si abbasserebbe, ma ci crediamo poco. Certo si sta andando verso una A ancora più impersonale di quella di adesso, tutta a porte girevoli, con infortuni lievi che vengono gestiti ingaggiando sconosciuti per qualche settimana.

Armani inarrestabile in Italia e anche in Europa, prima in solitaria in Eurolega dopo la vittoria sul Barcellona. Prima anche fuori dal campo, visto che sarà fra i cinque grandi elettori del successore di Jordi Bertomeu come commissioner. Ma dal punto di vista dell’appassionato di pallacanestro la vicenda politico-sportiva davvero interessante è quella di NBA Europe, cioè il progetto ancora indefinibile che la NBA starebbe studiando insieme alla FIBA per sbarcare sul serio in Europa. Una lega minore, una division della NBA propriamente detta, un campionato di sviluppo? Chiaramente per l’Eurolega sarebbe una concorrenza di peso ben diverso rispetto all’attuale Champions League, che di Champions ha solo il nome, e alla clandestina Europa Cup. Una concorrenza insostenibile, che potrebbe portare ad una unificazione del tutto, sotto l’ombrello colonizzatrice della NBA. Per ora soltanto ipotesi, certo è che l’Eurolega per avere futuro al di là del contrattone con IMG deve differenziarsi dalla NBA e non esserne una sua brutta copia.

Sono passati trenta anni, era il 7 novembre del 1991, da quando Magic Johnson annunciò al mondo la sua sieropositività ed il ritiro dal basket, che non gli avrebbe impedito qualche mese dopo di giocare all’All Star Game di Orlando e nell’estate 1992 di vincere l’oro di Barcellona con l’unico, vero ed eterno Dream Team. Una data importante, una potenziale tragedia trasformata in messaggio di speranza visto che Magic è ancora su questa terra. Una data che segna un prima e un dopo per la NBA, che da allora mescola il suo marketing con l’inclusività, il sociale ed in generale con tutto ciò che va sotto l’ombrello del politicamente corretto. Una deriva pericolosissima e selettiva, con gli stessi giocatori che manifestano contro Trump ma stanno zitti sulla Cina.

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