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Il vecchio palazzo della nuova Varese

Il vecchio palazzo della nuova Varese

Redazione

25.10.2016 ( Aggiornata il 25.10.2016 11:03 )

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Il palasport di Varese cambia nome: dopo essere stato Palazzo dello Sport Lino Oldrini, Palasport Masnago, Palaignis, PalaWhirlpool, ora diventa PalA2A. Una novità per un palazzo dello sport la cui costruzione è iniziata nel 1961, l’inaugurazione 3 anni dopo, per poi essere ristrutturato nel 1989 con l’ambizioso obiettivo di aggiungere una nuova tribuna ad anello superiore. La ristrutturazione durò 6 anni ma la tribuna non fu mai consegnata e, guardando oggi il Palasport dall’alto la si può ammirare ancora lì: esterna e incompleta, a circondare la copertura, che doveva, nel progetto iniziale essere rifatta ben più in alto a coprire un impianto da circa 8000 posti. L’ultima ristrutturazione del glorioso Palasport Lino Oldrini è avvenuta nel 2011, con la parte esterna che ha assunto un aspetto più moderno e gli spogliatoi rimessi a nuovo. Ora un nuovo sponsor per Varese, un nuovo nome per la sua casa: soldi che portano ossigeno e la possibilità di perseguire nuovi obiettivi. Si gioca sotto le travi del vecchio palazzo dello sport, le stesse che furono inaugurate dal derby contro l’All’Onestà Milano del 1964. Nel segno di una continuità e di un legame con la storia che nel basket a porte girevoli di questi anni sono rappresentati solo dalle vecchie strutture. Seconda giornata di Eurolega archiviata (e terza e quarta alle porte) con Milano che tiene in panchina Pascolo e Abass, veri fattori nel campionato italiano, ed espunga il campo del Darussafaka per un solo punto, tenendo botta proprio nel finale quando la squadra di Blatt e un arbitraggio davvero difficile da capire stavano per riaprire i giochi. Sugli scudi Macvan e Gentile sul quale, si spera, società e tifosi finiranno per ricredersi. Proprio Blatt, intervistato prima della partita, aveva parlato del nostro campionato, riferendosi al livello generale, definendolo molto più basso di quello dei suoi tempi a Treviso, indicando la sola Milano come squadra superiore alle altre. Una realtà, quella del nostro campionato, che appare evidente anche dall’esterno, ma che non preoccupa gli addetti ai lavori. Un campionato che attrae poco, tifosi, giocatori e tecnici, con Repesa e Kutinaitis unici due tecnici stranieri a sedere sulle panchine della serie A e molti nostri allenatori e giocatori attratti da progetti (e soldi) esteri. La quarta giornata di serie A ha ribadito che Milano, alla vigilia della doppia sfida di Eurolega, non ha intenzione di fare sconti a nessuno: l’Olimpia, con Hickman e Gentile a riposo, ha asfaltato Brescia in una trasferta in cui ha finalmente visto il campo anche Fontecchio (ma Cerella solo un minuto) e Simon ha messo a segno 24 punti. Reggio Emilia ha regolato Venezia, con una prova super di Cervi, Della Valle e di capitan Aradori. A mancare ancora all’appello sono gli stranieri, ma coach Menetti non vuol sentir parlare di punti deboli. Per De Raffaele (alla terza sconfitta di seguito) buone notizie solo da McGee (dalla panchina) e Tonut, con Haynes che da fuori non trova la via del canestro. La sensazione è che manchi tonnellaggio sotto le plance, giocatori capaci di alleggerire la pressione sugli esterni semplicemente spostando il gioco vicino a canestro. Da salvare solo il recupero dell’ultimo quarto, dimostratosi però inutile. Terza vittoria e secondo posto in classifica per Trento che vince in casa contro Capo d’Orlando. Per Buscaglia buone notizie da Jefferson, Flaccadori e finalmente anche da Baldi Rossi, in pieno recupero dopo l’intervento ai legamenti del ginocchio della scorsa stagione. Trasferta difficile per Capo d’Orlando che, tira con percentuali identiche a quelle dei padroni di casa, ma paga e caro il dominio a rimbalzo di Trento. Varese si porta al supplementare grazie a un canestro insperato di Kangur e nei 5 minuti di overtime demolisce 15 a 5 l’Enel Brindisi, che probabilmente pensava di aver già portato a casa la partita. Per i padroni di casa bene Maynor ed Eyenga, con la batteria dei lunghi che cattura 51 rimbalzi complessivi. Per Sacchetti (che rimane l’unico allenatore a aver vinto uno scudetto negli ultimi dieci anni ad allenare in Serie A) l’amarezza di non aver chiuso la partita (Goss a pochi secondi dalla fine dalla linea della carità ha fatto 1 su 2 non riuscendo a portare i suoi a distanza di sicurezza) ma anche problemi di organico, con Goss partito in quintetto 48 ore dopo essere sbarcato a Brindisi e soli 7 giocatori a referto. Avellino tiene il passo delle prime e vince la sua terza partita in quel di Pesaro. Gli amanti del bel gioco ci metteranno un po’ a riprendersi da un 60 a 55 che si spiega con percentuali da oratorio (nel tiro dalla lunga distanza) e con ritmi che definire lenti è riduttivo. I punti si fanno anche così e Sacripanti aggiunge un altro mattone alla crescita di un gruppo presto chiamato a spiccare il volo. Troppo brutta Pesaro, Bucchi non può non riflettere sui soli 4 punti provenienti dalla panchina. Partita combattutissima al Palaruffini, con Torino e Cremona che se le suonano di santa ragione sul filo dell’equilibrio fino ai supplementari, equilibrati anche quelli. Vitucci ha a disposizione un gruppo più solido dello scorso anno, con la sola pecca di una panchina non molto profonda. Pancotto manda sul parquet tutto quel che ha a disposizione e sfiora l’impresa, portando a casa una sconfitta onorevole. Da rivedere per entrambe le squadre la percentuale al tiro da fuori. A Desio va in scena il posticipo domenicale tra Cantù e Sassari, in diretta su Rai Sport. La partita resta in equilibrio per i primi due quarti, poi Cantù dilaga e la Dinamo non oppone resistenza. Il tabellone finale dice + 21, punteggio che fotografa la differenza tra una squadra che sta tentando di darsi un gioco e una che invece brancola nel buio. Kurtinaitis prova spesso a spostare il gioco vicino canestro, sfruttando tonnellagio e atleticità di Lawal e Johnson. Poca o nulla la resistenza opposta da dalla Dinamo che si aggrappa a Stipcevic (nuovo record di palleggi per il play serbo) che tenta di innescare Olaseni, le cui spalle non sono abbastanza larghe per portare il peso dell’intero attacco ospite. Sassari non ha un gioco, o se ce l’ha non è stata in grado di esprimerlo, nonostante la difesa di Cantù fosse organizzata ma non asfissiante. Dell’Agnello si dimostra molto bravo a tenere il gruppo al riparo dalle questioni societarie, con un passaggio i proprietà che si complica ogni giorno che passa e che preoccupa molto i tifosi. Nove i punti di vantaggio a favore dei padroni di casa, ma differenza ben più netta durante la partita, con Caserta che trova Sosa in crescita e Cinciarini che venendo dalla panchina realizza 15 punti. Pistoia subisce la difesa avversaria, che provoca 17 palle perse e giocate dir poco rivedibili. La squadra di Esposito (ex letteralmente venerato in Campania) è riuscita a dominare sotto le plance, unico fattore che le ha permesso di non trasformare una sconfitta in una disfatta. Risultati 4° giornata Germani Brescia 80-97 EA7 Milano Consultinvest Pesaro 55-60 Sidigas Avellino Dolomiti Energia Trento 85-76 Betaland Capo D'Orlando Fiat Torino 85-82 Vanoli Cremona Grissinbon Reggio Emilia 85-79 Umana Venezia Openjobmetis Varese 91-81 Enel Brindisi Red October Cantù 90-69 Banco Sardegna Sassari Pasta Reggia Caserta 74-65 The Flexx Pistoia

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