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L'ottobre in rosso di Kurtinaitis

L'ottobre in rosso di Kurtinaitis

Redazione

12.10.2016 ( Aggiornata il 12.10.2016 15:56 )

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La seconda giornata del campionato di basket di serie A lascia a punteggio pieno Milano e Venezia e con il paniere vuoto le sole Capo d’Orlando e Cantù. Difficile avere precise indicazioni dopo solo due partite, ma chi parlava di campionato livellato verso l’alto forse ora inizia ad avere qualche dubbio. Proprio Cantù, diventata Red October, cerca di correre ai ripari dopo una partita a dir poco imbarazzante e Kurtinaitis decide di chiudere le porte durante gli allenamenti, per essere libero di confrontarsi con la squadra. Non solo, dopo l'ingaggio di Waters per sostituire Dowdell, alla squadra si sono uniti Spinelli (dalla Viola di Reggio Calabria) e Acker, lo scorso anno ad Avellino. La Lega Basket intanto ha pubblicato sei punti del nuovo progetto per il rilancio del movimento in Italia. Un progetto ambizioso, ma d'altra parte doveroso. La sensazione è che dovendo cominciare la riforma da qualche parte, la Lega abbia fatto un discorso generico, che abbraccia la solidità societaria (fidejussioni a garanzia del campionato che passano a 500.000 euro l'anno), la trasparenza nei bilanci, affidata a un doppio controllo con una società esterna alla FIP, la certezza che i giocatori abbiano effettivamente ricevuto quanto loro dovuto (ma che in realtà si traduce nella richiesta di una liberatoria da parte degli atleti, che in Italia in altri ambiti viene fatta addirittura firmare in bianco), la richiesta di passare alla formula del 6+6, che pare molto ottimistica, se si pensa al panorama dei giocatori italiani attuale, il pagamento delle percentuali degli agenti solo da parte degli atleti e non da parte delle società (delle quali a questo punto gli agenti non farebbero più gli interessi), l'autoproduzione di tutte le dirette delle partite di basket, con trasmissione su internet. Non pare essere stato toccato il tema dei vivai, da cui i giocatori italiani dovrebbero uscire. Non si considera poi che le società di basket che a livello giovanile hanno degli allenatori profesisonisti sono sempre di meno, come sempre di meno sono i giocatori su cui questi allenatori possono lavorare. Imporre un adeguamento alle società, con il passaggio al 6+6 porterebbe nel breve periodo (l'unico che la maggior parte delle società sportive di Serie A prendono in considerazione) a un ulteriore abbassamento del livello di gioco. Facile criticare ora, facile farlo dopo che per tanti anni nessuno ha colto i segnali di una crisi che ha partorito l'ennesima "Nazionale più forte di tutti i tempi" e una dirigenza in Federazione che sembra figlia di una restaurazione e non di una innovazione. Qualcosa intanto si muove. Vedremo in che direzione. Milano ha fatto la voce grossa con Avellino che ha finalmente potuto ammirare il potenziale di Fesenko, vero fattore sotto canestro e autore di un’ottima prestazione con il 90% da 2 punti e 7 rimbalzi. Milano ha risposto con tutta l’artiglieria a disposizione, con il solo Fontecchio in panchina e Abass e Sanders unici a non iscriversi a referto alla voce punti segnati. Si è rivisto anche Raduljica, ma la battaglia con il collega in biancoverde è rimandata al girone di ritorno, fisico permettendo. In crescita Dragic, ben inserito nella gestione del gioco. Per i ragazzi di Sacripanti, oltre a Fasenko, in grande spolvero Ragland, capace di 6 assist, e Thomas che chiude con 19 punti. Venezia quanto a profondità in panchina non ha nulla da invidiare a Milano, almeno contro Capo d’Orlando, con De Raffaele che manda in campo tutti gli uomini a sua disposizione, regalando un minuto anche a Visconti. Se la Reyer ha un punto debole probabilmente è da ricercare nel poco tonnellaggio sotto le plance mentre, d’altra parte, dimostra una buona difesa e una gran vena realizzativa. In crescita Heynes, bene Tonut, Ejim e McGee. Capo d’Orlando si dimostra squadra capace ma non continua. Non ha timore di affrontare Venezia, esattamente come non ne ha avuto contro Milano ma paga, e parecchio, il break del terzo quarto, che non riesce a ricucire come invece aveva fatto nel primo periodo. Bene il solito Archie, con Perl e Berzins, ma alla fine Venezia ha tanta panchina da mettere in campo, di Carlo no e la differenza sta lì. Reggio Emilia mette i primi due punti in paniere contro Sassari, ribaltando una partita che all’intervallo sembrava quantomeno incerta. La squadra di Menetti è a trazione anteriore, con la coppia Needham e Gentile che alla fine ha più punti e rimbalzi del duo Cervi-Lesic. Proprio sotto canestro Reggio ha ancora molto margine, mentre il compito di pulire i tabelloni viene equamente diviso tra tutti i giocatori in campo. Bene Aradori, Needham e Della Valle. Ottimo l’impatto sulla partita di Gentile e Polonara che paetono dalla panchina. Sassari si aggrappa al solito Johnson-Odom e ai punti dei panchinari Stipcevic e Olaseni, ma paga pesantemente la poca incisività di Lacey e Carter. Per Pasquini una sconfitta che forse era in preventivo in un momento della stagione in cui i meccanismi difensivi e offensivi sono tutti da verificare, ma anche un segnale forte da una diretta rivale per un posto al sole. Trento sul parquet di casa impartisce una dura lezione a Cremona che, dopo essere arrivata al terzo quarto in perfetta parità, crolla nell'ultimo periodo con solo 9 punti di Holloway contro i 22 dei padroni di casa, distribuiti tra tutti gli uomini scesi in campo. La squadra di Buscaglia è brava a venire fuori alla distanza, correggendo in parte la cattiva serata al tiro e difendendo con aggressività e fisicità. Cremona perde la partita nella seconda metà di gioco dimostrando di non avere ancora amalgama e di avere ancora bisogno di qualche allenamento per una condizione fisica ottimale. Bene solo Halloway e Turner, con il solo TaShawn Thomas a dare una mano. Impeccabile la media di squadra ai liberi, da rivedere il resto delle statistiche. Prima vittoria per Varese, al termine di una partita caratterizzata ma non condizionata dai tanti errori al tiro. Ritmi alti, poca mira e 48 rimbalzi portano i padroni di casa a quota 93 punti, con il solco scavato tra il secondo e il terzo periodo. MVP Eyenga supportato da Johnson e dall’unico italiano in quintetto Campani. Ottimi Pelle e Avranovic: 20 punti equamente divisi in due, partendo dalla panchina. Caserta in trasferta si è dimostrata meno solida della squadra vista la settimana precedente. Scarse le percentuali in attacco, poco prolifici Putney, Gaddefors e Bostic, sono solo Sosa, Cinciarini, Czyz e Watt ad andare in doppia cifra. Poco per una partita dai ritmi così alti. Dell’Agnello deve lavorare in difesa e sulla capacità dei suoi di imporre, almeno a tratti, il ritmo al gioco. Torino in casa si mostra grintosa e aggrappata a un Dj White in grande spolvero vince la prima partita del campionato. Importantissimo anche l'apporto di Alibegovic, al momento genio ma anche tanta sregolatezza nelle mani di Vitucci e di Wright, autori di 18 punti. Anonimo Wilson, ma la squadra, totalmente riassemblata durante l'estate, sembra dover ancora amalgamarsi al meglio. Pesaro non riesce a ripetere la buona prestazione della prima giornata e, complice una pessima giornata al tiro dallalunga distanza, cede nell'ultimo quarto dopo aver dato la sensazione di poter portare a casa la partita. Troppo poi il divario tra l'apporto del quintetto titolare e la panchina che contribuisce alla causa con soli 14 punti. Bene Fields e Jones, Bucchi deve cercare un maggior coinvolgimento del secondo quintetto. Esordio con vittoria tra le mura amiche per la Germani Basket Brescia che demolisce Cantù in una gara mai in discussione. Gli uomini di Diana sono bravi a togliere ossigeno a Kariniauskas apparso in affanno in cabina di regia e hanno ben distribuito i punti tra titolari e riserve. Buone le prestazioni di Landry e Moss, il vero fattore della partita è stato Moore, sesto uomo capace di 22 punti. Kurtinaitis in cnferenza stampa ha parlato di compiti mal eseguiti o del tutto disattesi da parte dei suoi. Giocare con un play solo, in attesa dell'inserimento di Waters, non è facile, in particolar modo se l'intesa di una squadra totalmente nuova è ben lontana dall'essere raggiunta, ma i soli 56 punti segnati sono un segnale preoccupante, ancora di più se si pensa che del quintetto iniziale il solo ad andare in doppia cifra è stato Gani Lawal e un passivo ancora più pesante è stato evitato dalla prestazione di JaJuan Johnson che, alzandosi dalla panchina, ha realizzato 19 punti. Urgono ripari, in fretta, ma soprattutto urge l'acquisizione di una mentalità che al momento pare rimasta nello spogliatoio. Partita dai due volti quella del pala Carrara, con Pistoia che, dopo una solenne strigliata negli spogliatoi da parte di coach Esposito, trova la giusta mentalità e mette la propria impronta, prima, e la firma, poi, su un match che sembrava perso. Il cambio di ritmo che ha portato alla vittoria è partito dalla difesa, che molle e anonima nella prima metà partita, è diventata poi incisiva fino ad essere finalmente aggressiva nell'ultimo quarto. Proprio dalla difesa e dai tiri forzari di Brindisi è partito il recupero dei padroni di casa che conseguentemente hanno trovato vita facile in attacco. Una equazione semplice, ma alla quale nel basket di oggi vengono preferite forzature in attacco, con giocatori che si proclamano salvatori dela patria e che il più delle volte finiscono col disunire quel poco di amalgama dimostrata dai propri compagni di squadra. Una rarità: tutti i giocatori messi in campo da Esposito sono andati a referto, con Petteway e Hawkins a guidare la classifica dei marcatori. Sacchetti nel post partita parla di occasione sprecata e di sconfitta figlia di una macanza di mentalità. La sua squadra si è disunita proprio quando doveva dimostrare maggiore aggressività e chiudere la partità, perdendo il comando del gioco concedendo tiri facili e cercando nel tiro da 3 (3 su 16) il rimedio per fermare una emorragia che andava tamponata in difesa. Buona la prestazione di M'Baye e Scott, da rivedere Moore e Cardillo.

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