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Milano e Repesa, il rodaggio è finito

Milano e Repesa, il rodaggio è finito

Redazione

26.09.2016 ( Aggiornata il 26.09.2016 16:49 )

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Tutto secondo pronostico a Milano, con l’Olimpia che fa suo il primo torneo di stagione e finalmente mette in bacheca una Supercoppa Italiana. Solo la cabala o l’Olimpia sembrano poter fermare la squadra di Repesa che in semifinale ha avuto facilmente ragione di Cremona e in finale, in un palazzo dello Sport non gremito, ma pieno, ha liquidato Avellino già alla fine del secondo quarto. Il rodaggio iniziato lo scorso anno da Repesa pare giunto al termine e più di tutto la squadra, in questa competizione, ha mostrato carattere e lucidità oltre a certificare una netta superiorità sugli avversari incontrati. Impressionante la capacità offensiva di Simon, che quasi a un punto al minuto, ha fatto registrare il 72% da 3 e l’impossibilità di essere marcato. Il rendimento della guardia croata dimostra una maggior fluidità di gioco da parte dell’Olimpia con Capitan Cinciarini e Hickman veri leader in cabina di regia e un passo avanti a Kalnietis. L’assenza di Radulijca ha obbligato Repesa a mandare MacVan sotto le plance a fare a sportellate con Fesenko, anche lui infortunato, ma è sulla corsa e in difesa che l’Olimpia ha messo all’angolo gli avversari con gli esterni che, con il passare dei minuti, hanno letteralmente tolto ossigeno a Green, Ragland e Obasohan. Ancora da decifrare l’ex capitano Gentile, non in buone condizioni fisiche e probabilmente non perfettamente in sintonia con la società che lo ha degradato da capitano a giocatore per stimolarne una reazione ma anche, probabilmente, a causa del lungo tira e molla del mercato estivo, risolto poi con un nulla di fatto. Ben inserito nei meccanismi Pascolo, giocatore molto intenso con capacità da trascinatore. Poco spazio, anzi pochissimo per Bruno Cerella, abituato però a farsi trovare pronto, specialmente quando serve alzare l’intensità in difesa. Avellino per giocarsela con Milano non può permettersi nessun giocatore sotto la soglia di eccellenza e Fesenko ha mostrato di avere capacità e stazza per occupare l’area e prendere posizione in attacco. D’altra parte però ha evidenziato che senza mobilità sulle gambe non può difendere e che Cusin da solo non è in grado di fare reparto. Green ha la leadership della squadra ed è in grado di selezionare i propri tiri in maniera quasi chirurgica, dimostrandosi però anche troppo parsimonioso. Ragland è ormai l’anima della squadra, anche se contro Milano è apparso a volte fuori giri, quasi un corpo estraneo rispetto ai suoi compagni. Chi ha dimostrato ampi margini di miglioramento è il suo compagno di reparto Obasohan: fisicamente esplosivo con ottime doti realizzative, è destinato a portare più fisicità nel gioco perimetrale di Avellino. Da quel che si è visto a Milano, salvo sorprese, si prospetta un campionato con l’Olimpia destinata a vincere anche Coppa Italia e Campionato (e quindi ad aggiudicarsi cinque trofei consecutivi) e le altre a giocare per il secondo posto, sperando che l’Eurolega sia lunga e faticosa. Milano è sembrata l’unica ad esprimere un gioco diverso dal pick & roll, con blocchi lontani dalla palla, in grado di tenere in movimento 5 giocatori sul perimetro senza accentrare il gioco in poche mani. Anche la difesa è parsa a buon punto anche se facilitata, con tutte le attenuanti del caso, dalle poche idee mostrate in attacco da Avellino in alcuni frangenti. Mentre Milano alzava la Coppa, Cantù celebrava il proprio passato, reclamando una nobiltà che quest’anno troverà casa in quel di Desio. Pochi giorni prima invece il Patron di Venezia, Brugnaro faceva infuriare Mestrini e Veneziani, ai festeggiamenti del decennale della nascita della Reyer, reclamando legami in terraferma tra la sua Reyer e il Basket Mestre, che intanto è impegnato in Serie C Gold. Un passo necessario quello del sindaco, consapevole che i tempi non sono maturi per un dualismo di vertice tra le due città e che il futuro della sua squadra passa per un grande bacino di utenza in terraferma. Di ieri la notizia che Brugnaro sia in cerca di soci perla costruzione di un nuovo palasport. Non si sa bene se in veste di presidente, imprenditore o Sindaco, o di tutti e tre, ma si sa: in Italia sono cose che risolvono facilmente.

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