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Supercoppa 2016, la sfilata di Milano

Supercoppa 2016, la sfilata di Milano

Redazione

22.09.2016 ( Aggiornata il 22.09.2016 10:18 )

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La Supercoppa Italiana di Serie A, a lungo in cerca di un palcoscenico e di una formula in grado di attirare spettatori e media, sbarca in quel di Milano per un week end che sa di antipasto di un ennesimo campionato in cerca del rilancio, anche se da rilanciare pare essere rimasto poco. Netta la spaccatura tra le squadre di Serie A e la FIP, in particolare dopo il braccio di ferro ingaggiato da Petrucci per dismettere l’Eurocup e, in tempi brevi, anche l’Eurolega, per far spazio alla FIBA in nome di una ragion di stato a cinque cerchi. Petrucci che pare essere uscito indenne dall’ennesimo fallimento della Nazionale Italiana, incapace nuovamente di centrare la qualificazione olimpica. E dire che il sindaco di San Felice Circeo ce l’aveva messa proprio tutta, prima liquidando Pianigiani e mettendo in panchina Messina chiamato, novello Capitano Nemo, a capitanare la barca verso il porto di Rio. Poi investendo la propria immagine e milioni di euro per portare a Torino il torneo chiamato “Preolimpico”, ma che sapeva tanto di ennesimo esame di riparazione, per una squadra definita “la più forte di tutti i tempi”. L’epilogo della storia è cosa nota. Niente Eurocup, niente Rio, niente – a breve – Eurolega, niente Roma 2024. Rimane poco più di una ossatura su cui tentare di costruire la nuova nazionale che dovrà giocare gli Europei dell'anno prossimo, con l’incognita di un coach bruciato in poco più di due mesi (tanta è stata la “programmazione” a disposizione di Messina per tentare di portare gli azzurri a Rio) e un campionato in cui i nazionali papabili o titolari si dividono tra Milano e Reggio Emilia e poco altrove. In tutto questo nessuno sembra avere medicine per curare il paziente, con i team (Proli in testa) che chiedono a Lega e FIP di trovare una soluzione per dare spazio ai giovani, come se la cosa fosse un problema che non riguarda proprio le società che intanto hanno, una dopo l’altra, reso sterili i propri vivai appaltando i settori giovanili a squadre satelliti, accademie, convitti, associazioni: tutto pur di non crescere talenti in casa. E così la nostra serie A è infarcita anche quest’anno di giocatori che non hanno neanche ben chiaro dove giocano, capitani di giornata e turnisti che a fine stagione avranno nella borsa almeno un paio di magliette diverse da vendere su eBay. Difficile creare uno spirito di squadra con queste premesse, cancellando la storia, il ricordo di chi ha esaltato le folle, giocando a pallacanestro. Difficile identificarsi in giocatori che vanno e vengono e che fanno rimpiangere un passato anche recente ma che sembra sempre troppo lontano. Una notizia positiva l’ingresso di FIAT in Serie A, sulle maglie dell’Auxilium Torino. Forse un segnale, speriamo un esempio, che possa essere seguito presto da altri grandi gruppi, magari rinverdendo la serie A delle metropoli che hanno fatto grande il basket italiano e che ora, ridotte a poco più di una sbiadita immagine, sopravvivono in A2. Tornando alla Supercoppa: Milano si presenta come squadra da battere, dopo una campagna acquisti che ha portato all’Olimpia Miroslav Raduljica, centro Serbo per europeizzare l’area, la guardia Zoran Dragic, all’occorrenza anche play, e gli italiani Fontecchio (miglior giovane 2014/2015 che tutti davano già a Venezia), Andrea La Torre (figlio d’arte di rientro da Biella, probabilmente uno dei migliori giovani italiani della sua generazione), Awudu Abass arruolato da Cantù, probabilmente stanco di sentire parlare russo e Davide Pascolo, uno dei migliori italiani in campo lo scorso campionato. Confermati Sanders, McLean, Macvan, Kalnietis, oltre al trio formato da Cerella, prima mandato via e poi ripreso, Cinciarini fresco capitano e Gentile (in NBA a giugno, in Europa a luglio, in Lombardia ad agosto), degradato in funzione di una “virtù” da dimostrare, ma a significare che qualcosa da mettere a posto in casa Olimpia, ancora c’è. Reggio Emilia riparte dalla difficile sostituzione della coppia Kaukenas-Lavrinovic, arresisi alla carta d’identità e destinati a suscitare sospiri e rimpianti in una tifoseria che, oltre a una classe a dir poco cristallina, ne ha potuto ammirare nel corso del tempo la grinta, la professionalità e l’incredibile carisma. A prendere rimbalzi sotto canestro è stato richiamato Cervi, unico pivot di ruolo, che dividerà il campo con Sava, sperando nell’aiuto di Polonara e James. La pattuglia degli italiani è completata da Gentile e De Nicolao in cabina di regia, Amedeo Della Valle chiamato a portare estro ma anche tanta sostanza e Aradori l’anno scorso dimostratosi maturo ma non abbastanza da trascinare la squadra allo scudetto. Anche Avellino ha cambiato il reparto lunghi, sostituendo Cervi con Marco Cusin e Kyrylo Fesenko, 427 centimetri in due, ma soprattutto tanta presenza in difesa e a rimbalzo. A dar loro man forte Andrea Zerini, probabilmente l’unico italiano in bianco-verde destinato a vedere il campo con una certa continuità. Allontanandosi da canestro a servizio di Sacripanti ci saranno le ali Thomas Adonis e Maarten Leunen, il giovane Esposito e Levi Randolph, semi sconosciuta guardia-ala pescata da Nicola Alberani a dar peso a un reparto super collaudato formato da Green e Ragland che spesso in passato ha pagato i muscoli degli avversari e che si completa con il Belga Retin Abasohan, giovane, esplosivo e molto social, destinato a fare innamorare i tifosi della Scandone. . Basteranno? Il compito di Avellino è quello di sorprendere Milano, dimostrando di non aver paura, sperando che gli avversari siano ancora in cerca dell’amalgama giusto. Il ruolo della Cenerentola spetta a Cremona, che vicino a canestro schiera il polacco Wojciechowski e il perugino Biligha, aiutati da Gaspardo, TaShawn e Thomas Omar. In cabina di regia Andrea Amato, classe 1994 e Hallowey, mentre nel ruolo di guardia si alterneranno Gabe York e Fabio Mian. Poche pressioni per la squadra di Pancotto (e questa potrebbe essere un’arma in più) che in molti vedono solo come vittima sacrificale da offrire sull’altare dell’Olimpia. Si inizia sabato 24 settembre con Milano-Cremona alle 18, a seguire Avellino-Reggio Emilia alle 20.45. La finale domenica 25 alle 18.15. Il tutto, rigorosamente, in diretta su Sky. Per chi ama le scommesse la rivincita di Milano è data a 1,45, il repeat di Reggio Emilia a 5, appena dietro Avellino con 5,50 mentre nessuno crede in Cremona data addirittura a 15.

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