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L'educazione di Leonzio (Guerin Basket)

L'educazione di Leonzio (Guerin Basket)

Redazione

28.10.2015 ( Aggiornata il 28.10.2015 19:07 )

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Ipse dixit. Nicola Alberani, DS di Avellino, il 22 ottobre commentando la partita persa con Milano afferma: “per noi questa qui è la fine del precampionato, a domenica inizia la partita vera… partite più abbordabili, quindi cerchiamo di cercare avanti”. Ci può stare, bisogna sempre guardare avanti, ma Avellino ha inaugurato il campionato di Alberani con una sconfitta. Ottobre Rosso a Cantù. Anna Cremascoli, scettica ma contenta per l’avvio del progetto del nuovo Palasport ribadisce che la famiglia di Dmitrij Gerasimenko, partner privato nella costruzione dell’impianto, non ha alcun interesse nella squadra (a parte il figlio che gioca in una delle squadre del settore giovanile di Cantù). Crederle? Forse sì, ma il buon Dmitrij è uno che pur di giocare a basket in campionato e poi in Eurocup non ha comperato una squadra, l’ha addirittura creata. Nel 2013 poi ha giocato qualche minuto contro il CSKA di Messina (chissà cosa avrà pensato il nostro Ettore) e nel 2015 si è concesso una manciata di minuti nell’ultimo periodo contro il Cedevita in quel di Zagabria. Gli interessi (ma anche qualche guaio con il fisco russo) l’hanno portato a vivere in Svizzera ma a Volvograd, sede della sua “Ottobre rosso” ha già ristrutturato il palasport e rifatto gli spogliatoi. Riassumendo: passione smodata per il basket, uno dei figli che gioca a Cantù, conto in banca illimitato… perché non sognare? Tu chiamale se vuoi emozioni. Gianluca “Baso” Basile , classe 1975, esordio in A nel 1995 e in azzurro nel 1996, una bacheca dei trofei che pare il tesoro di San Gennaro, festeggia le 500 presenze in Serie A. Chi te lo fa fare, gli chiedono: “Cosa mi emoziona a 40 anni? Quando entro in campo dal tunnel, la gente che urla è un’emozione. L’inno è un’emozione. Lo sport è un’emozione. Se non ti emozioni devi smettere. Io continuo ad emozionarmi, ecco perché gioco ancora”. Standing ovation. La Virtus di Riccardo Paolini. In vista della partita con la Virtus di Bologna, coach Paolini ci tiene a fare chiarezza e a sgomberare il campo dalle tante voci sentite in settimana: i giocatori li ho scelti io in accordo con la società. Cambiarli ora sarebbe una sconfitta, non cambiamo nessuno andiamo avanti così. Magari tanti penseranno che in realtà non c’è budget per cambiare, ma tanto di cappello al coach virtuoso e che dopo poche ore ha potuto festeggiare la prima vittoria in campionato. I panni sporchi si lavano in famiglia … a Roma no. Aria pesantissima in casa Virtus Roma: coach (ex ormai) Saibene durante l’allenamento del mercoledì ha messo le mani addosso a uno dei suoi, il giovane (21 anni) Ennio Leonzio. Picchiato? No, non proprio. Si parla di un paio di “paccheri” sulle spalle. Cose che non devono capitare, si dirà, ma che capitano, e spesso, sui campi da gioco e che molto più spesso capitavano in passato, con coach più ruvidi in giro. Ci sono tanti modi di “svegliare” un giocatore che si ritiene poco attento: lo si manda a fare la doccia, gli si urla di tutto, gli si fanno fare 100 flessioni, 20 giri di campo o il classico suicidio. Saibene ha scelto un’altra via: un paio di manate. Giusto o sbagliato che fosse doveva essere un problema di Leonzio, il Coach e la società. Il giocatore invece negli spogliatoi ha fotografato le spalle arrossate e ha mandato la foto al suo procuratore. Da lì, non si sa come, le foto sono arrivate alla Gazzetta e al Corriere. Che ne hanno poi scritto sulle pagine dei quotidiani del giorno dopo. Una delle regole di una squadra è che quel che riguarda la squadra stessa non debba uscire dallo spogliatoio. Così non è stato e ne son usciti male la società che la settimana dopo ha licenziato il coach (0 su 4 il suo record di inizio stagione) ma non ha sanzionato il giocatore per la fuga di notizie e Saibene, passato per un manesco ed esonerato alla quarta di campionato evidentemente non solo per demeriti sportivi (Biella e Omegna a zero punti non hanno mandato via nessuno); ne poi esce malissimo Leonzio alla sua prima esperienza da professionista, incapace di gestire due “paccheri” senza tirare in ballo procuratore, giornalisti e società. Probabilmente da un ventunenne (ex giovane) ci si aspetta qualcosa di più. I panni sporchi si lavano in famiglia… ma neanche a Bologna. Allan Ray torna in campo dopo un lungo infortunio, gioca contro Pesaro, si fa male di nuovo e deve restare fermo per altri 15 giorni. I fatti sono questi qui. Ray probabilmente non ci sta e in preda allo sconforto twitta: “Sono così frustrato. Non riesco neanche a descrivere il mio stato d’animo. Tutto questo poteva essere evitato”. Qualche ora e il tweet scompare. Dopo un po’ arriva la dichiarazione di Crovetti, consulente della società che dice che il tweet dell’atleta non è comprensibile e che lo incontrerà a breve per dargli modo di spiegarsi “più compiutamente”. Tradotto suona un po’ come “me lo mangio”. Come diceva qualcuno: un bel tacer non fu mai scritto. Il sostituto infortunato. A Varese si sono presi altri 10 giorni per valutare Kitchen, arrivato in Italia 15 giorni fa a seguito degli infortuni di Wayns e Galloway. Riassumendo: non si riesce a capire se Kitchen è integro o no fisicamente. Meglio non dire niente. Twitter: @luigi_ceccon

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