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Pozzecco un bene non solo per Varese

Redazione

14.10.2014 ( Aggiornata il 14.10.2014 15:19 )

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Vanoli Cremona  - EA7 Emporio Armani Milano 61-68 La prima notizia è che il campionato comincia con una vittoria di Milano, attesa ma non del tutto scontata, in quel di Cremona dove, nonostante la capacità di fuoco, è la difesa il fattore per portare a casa i primi due punti della stagione. Da segnalare un Gentile che parte sontuoso e poi si perde, mentre Samuels risulta decisivo su tutti e due i fronti del campo.  Avanti un altro. La Vanoli mette tutto quel che ha sul campo, ma non sembra mai in grado di impensierire Milano anche a causa dei molti errori (una buona parte a dire il vero non provocati) che non le permettono mai di rientrare in partita. Sono altre le partite che i cremonesi dovranno vincere, ma l’esordio è stato un buon rodaggio. Da rivedere Sidigas Avellino - Umana Reyer Venezia 71-76 Venezia non vince all’esordio da tre anni e Avellino vuol partire con il piede giusto, ne nasce una partita tirata nel punteggio, sul filo dell’equilibrio e con poco spettacolo (ma siamo solo alla prima e non si può pretendere tutto). Sugli scudi per la squadra di Recalcati il capitano Phil Goss, giunto da Roma con pochi allenamenti, ma ben sapendo come guidare la squadra, Viggiano, di scuola Siena, che fa sedici punti (ma sbaglia anche una schiacciata), Peric, sempre più concreto  e Ress, anche lui ex Siena, che sa attaccare e difendere ma più di tutto, fiutare la vittoria.  Sulla buona strada. Avellino a tratti fa disperare Vitucci per i troppi errori, ma  trova in Anosike (13 rimbalzi e 12 punti) e in Banks (15 punti ma qualche palla persa di troppo), due sicuri protagonisti del campionato. Interessanti anche Hanga e Gaines, mentre molto di più ci si aspettava da Harper. In crescita. Upea Capo d'Orlando - Giorgio Tesi Group Pistoia 71-74 Capo d’Orlando ritrova il suo pubblico, accorso in massa per la prima che si gioca in casa contro Pistoia, e a tratti offre spunti di bel gioco, con una buonissima circolazione di palla e ottime scelte di tiro. La squadra  di Gruccioli (senese anche lui… pare una moda!)  ha punti 16 da Archie,  11 da Burges e 14 da Nicevic. Volitiva. Pistoia è una sorpresa solo per chi non la conosce. Coach Moretti (imparerà a sorridere?) ha plasmato una squadra compatta e ben strutturata, che non si spaventa neanche sul -15, e che sa ricucire non sull’onda dell’entusiasmo, ma con una difesa strettissima e un attacco continuo. Sugli scudi Brown con 11 punti, Cinciarini con 13 , Williams con 14 3 Johnson con 16. Bene così. Enel Brindisi - Consultinvest Pesaro 92-56 A Brindisi si consuma l’incubo di Pesaro, difficile capire però dove finiscano i  meriti dell’una e inizino i demeriti dell’altra. L’ENEL ha voglia di riscattare l’immediata eliminazione della supercoppa e di salutare il proprio pubblico nel migliore dei modi. Nel monologo che ne segue è bello segnalare il ritorno al gioco di Massimo Bulleri, che a 37 anni ringrazia con 10 punti, e la prestazione del trio Henry 13, Turner 13, Mays 12. Buona la prima. Tutto da rivedere tra gli ospiti. Dell’Agnello, che il basket lo conosce, aveva più volte detto che a Pesaro “serve tempo”, ma nonostante i 5 esordienti e la giovane età della squadra, sembra che a Pesaro serva molto altro: gioco, organizzazione, amalgama. Otto i giocatori a referto (contro i 12 di Brindisi) di cui solo 3 in doppia cifra. La valutazione finale recita un impietoso 113 a 25.  Disfatta: tutto da (ri)fare. Dolomiti Energia Trento - Grissin Bon Reggio Emilia 69-78 Trento finalmente debutta in serie A davanti al suo pubblico (3600 spettatori, mica male!) contro la più esperta Reggio  Emilia. Molto ordinata e senza tanti fronzoli, L’Aquila Trento paga un calo nel secondo quarto che rende a Reggio Emilia un break di 28 a 11, ma forse ancor di più paga il non aver saputo dare un proprio ritmo alla partita, lasciandola sempre in mano agli avversari; bene Mitchell con 26 punti e Pascolo con 15. Da rivedere gli altri . Ingenua. Reggio Emilia, raccoglie due buonissimi punti i in un campo insolito per il basket di vertice, ma che potrebbe diventare ostico per molte squadre. Buona la capacità di cambiare più volte ritmo alla gara, dai tempi quasi forsennati dei primi due quarti alla amministrazione del gioco degli ultimi dieci minuti, dimostrando di avere sempre il controllo del gioco. Da segnalare Polonara con 9 punti, Lavrinovic con 13 e Diener con 17. Qualcosa in più dovrebbe venire da Cervi. Avanti così. Acea Roma - Pasta Reggia Caserta 75-62 La Virtus Roma si aggiudica la partita con Caserta. Bravo Dalmonte a tenere alta la tensione dei suoi, molti dei quali all’esordio in serie A, e a dipingere Caserta come un avversario da trattare con i guanti. In realtà la partita ha un unico padrone: la Virtus controlla dall’inizio alla fine e l’oggetto misterioso dei capitolini inizia a prendere forma. Buona la prova di De Zeeuw e di Gibson, coadiuvati dal ritrovato Stipevic e da buone e profonde rotazioni (dieci gli uomini a referto).  Buon test. La Juve non può essere quella vista al Palatiziano, poco solida e messa costantemente sotto pressione dall’aggressività fisica (sia in attacco che in difesa) di Roma. Di certo però la squadra dimostra di non poter prescindere dalle assenze di Young e Vitali che però non avevano così pesato nelle amichevoli precampionato (vedi Avellino). Bene Gaines e Scott in attacco; solido, ma poco protagonista Mordente. Al lavoro! Banco di Sardegna Sassari - Granarolo Bologna 89-76 Partiamo dal dopo partita: Sacchetti in sala stampa è a dir poco furioso con i suoi. Ripete venti volte la parola atteggiamento, e non fa nulla per nascondere la grande delusione che si porta dentro. La Dinamo poteva stravincere e invece ha fatto il compitino, mettendoci poca testa, poca grinta e a volte anche poco rispetto per il pubblico (di nuovo numeroso) e per il coach. Si salvano solo Devecchi in odore di azzurro (?) e Logan, quest’ultimo più per i punti che mette in cascina che per l’approccio alla gara. Spaesato Cusin: quello che ad oggi è l’unico pivot italiano prende rimbalzi, ma ancora non si trova nel gioco della Dinamo. Presuntuosa. Bologna tiene il campo, Valli è soddisfatto di come hanno giocato i suoi (anche se Ion Tiriac all’epoca manager di Becker amava dire: “se gioca male e vince non fa niente, se gioca bene e perde sono problemi”) e di come hanno saputo tenere testa alla Dinamo. I suoi non hanno mai mollato la presa, almeno fino all’ultimo quarto, quando la panchina più corta non ha permesso ai Bolognesi di reggere il ritmo forsennato ritrovato dagli avversari. Buona la prova a rimbalzo, specialmente se rapportata al calibro di chi stava davanti.  Coraggiosa. Openjobmetis Varese - Acqua Vitasnella Cantù 93-84 È il match clou della giornata e se lo aggiudica Varese e se qualcuno non lo avesse ancora visto o letto, la vittoria manda fuori di testa (se ce ne fosse bisogno) Pozzecco. Il coach di Varese si presenta in sala stampa con un bel taglio di capelli, appena fatto dai suoi giocatori e un look da post ultimo dell’anno, ringrazia per 5 minuti chiunque gli venga in mente, quindi parla della partita e di quanto la senta lui. Un po’ si era intuito, visto lo show effettuato  in campo, ma si sa che lui è fatto così. Viene però da chiedersi cosa sarebbe accaduto a parti invertite, cioè se a fare lo show fosse stato Sacripanti dopo aver vinto. La partita dice che Varese ha una buona squadra e un super Diawara, e Pozzecco è bravissimo a tirar fuori dal cilindro Balanzoni che, sotto canestro, pure pagando chili e centimetri, risulterà determinante. Esagerati. Cantù subisce gli avversari dall’inizio, senza riuscire a mettere mai la partita sotto controllo. Al massimo sforzo si porta sotto, ma il sorpasso non riesce mai, e quando deve tirare il fiato Varese allunga di nuovo (anche) sulle ali dell’entusiasmo. Un tecnico per Sacripanti poi mostra il nervosismo della panchina e il risveglio tardivo di Odom  permette, ma per un attimo solo, di credere al sogno di portare il derby a casa, dove i 3000 abbonati di Cantù non vedono l’ora di fare pari e patta nel  derby di ritorno. Al lavoro! Luigi Ceccon

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