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Scottish Premiership al via: torna l'Old Firm

Scottish Premiership al via: torna l'Old Firm

Redazione

06.08.2016 ( Aggiornata il 06.08.2016 10:30 )

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Parte oggi il campionato scozzese. La novità di rilievo è il ritorno tra i grandi dei Rangers, tornati al massimo livello dopo il calvario del fallimento e dei quattro anni passati nelle serie minori del football scozzese. Il Celtic parte ancora una volta favorito e dopo il regno di Ronny Deila - mai amato dai tifosi - è arrivato al Parkhead un tecnico di maggiore appeal come Brendan Rodgers. La squadra è stata rafforzata e se tutto fila liscio, il sesto titolo di fila non dovrebbe costituire un ostacolo (il record di campionati consecutivi nove e ci sono riusciti una volta il Celtic e una i Rangers): un giocatore come Kolo Touré per la Premiership è un colpaccio, nonostante le trentacinque primavere. E anche il giovane Moussa Dembélé, attaccante francese prelevato dal Fulham per mezzo milione di sterline, è da seguire con interesse. Tuttavia, le prime uscite stagionali hanno rivelato una squadra ancora in costruzione. È arrivata la figuraccia a Gibilterra nel preliminare di Champions contro il Lincoln Red Imps (sconfitta 1-0 all’andata, poi rimediata al ritorno con un 3-0 casalingo) e il terzo turno preliminare, contro i kazaki dell’Astana, è stato risolto con un rigore in extremis. Dietro agli Hoops, il duello dovrebbe riguardare l’Aberdeen, secondo negli ultimi tre campionati e capace di mantenere pressoché inalterata la sua ossatura, e appunto i Rangers, carichi di entusiasmo e subito protagonisti nel mercato: ad Ibrox sono arrivati in questa sessione estiva giocatori d’esperienza come il “cattivo” mediano inglese Joey Barton o il centrocampista croato Niko Kranjcar, entrambi presi a parametro zero. Gli esborsi più cari sono stati i 250.000 pound spesi per due giovani: il centrocampista inglese Jordan Rossiter, acquistato dal Liverpool, e l’attaccante ghanese Joe Dodoo, preso dal Leicester. Per lui, una presenza in Premier nello scorso campionato vinto dai ragazzi di Ranieri (segnò una tripletta in Coppa di Lega). Gli Hearts, terzi l’anno scorso, quando affrontarono il campionato da neopromossi, si sono rinforzati in attacco con Tony Watt, ex Celtic, l’uomo che segnò al Barcellona nel famoso 2-1 dei biancoverdi in Champions nell’edizione 2012-13. In coda, rischiano il Kilmarnock, salvatosi l’anno scorso ai play-off contro il Falkirk, il Partick Thistle e l’Hamilton. L’ultima retrocede direttamente, la penultima se la deve vedere in un confronto andata e ritorno con la vincente dei play-off della Championship. Al di là del fascino di un torneo così identitario e per molti aspetti retrò (gli allenatori sono tutti o britannici o irlandesi, i calciatori stranieri sono in minoranza e le proprietà dei club non sono né thailandesi né arabe), quello scozzese resta un campionato dalla profonda crisi tecnica (a parte il Celtic, le altre tre squadre impegnate in Europa sono già state tutte eliminate nei preliminari di Europa League: l’Hibernian contro i danesi del Brondby, gli Hearts addirittura contro i maltesi del Birkikara, l’Aberdeen contro gli sloveni del Maribor). In questo aspetto, il rinnovato confronto tra Rangers e Celtic può fare solo da toccasana per il calcio a nord del vallo di Adriano. Dovrebbero infatti arrivare più incassi più sponsor e dal punto di vista qualitativo ci si augura che venga almeno reinstaurato un duopolio. Il primo dei tre Old Firm (ai quali probabilmente si aggiungerà il quarto nelle poule finali, quando il campionato si dividerà tra le prime sei e le ultime sei) è in programma il 10 settembre. Gli unici derby saranno quelli tra le tre compagini di Glasgow. Non ci sarà più infatti quello di Dundee, con il Dundee United retrocesso la scorsa stagione. Ed è ancora rinviata la stracittadina di Edimburgo, con gli Hibs ancora impegnati in Championship. Giovanni Del Bianco @g_delbianco

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