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Internazionali d'Italia senza Italia

Internazionali d'Italia senza Italia

Redazione

10.05.2016 ( Aggiornata il 10.05.2016 07:23 )

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Il tennis è il meno nazionalistico degli sport, perché per la quasi totalità degli appassionati il tifo e le simpatie sono trasversali rispetto al passaporto. Per questo dopo il lunedì nero di Roma è assurdo processare chi era in tabellone ed è stato eliminato da chi ha giocato meglio: chi ha partecipato evidentemente era meno peggio di chi è uscito alle qualificazioni o nemmeno aveva la classifica per esserci, nelle qualificazioni. Fognini male contro Garcia Lopez, Cecchinato vicino ai propri limiti ha fatto soffrire Raonic, Caruso di un pianeta diverso rispetto a Kyrgios e Sonego che ha davvero onorato la sua wild card contro Sousa. L'unico a vincere fra gli uomini è stato Seppi, che contro Pospisil ha giocato discretamente e servito bene. Zero assoluto invece fra le donne: crollata la Errani contro la Watson (qualificata sì, ma di buonissimo livello), mai in partita Schiavone e Knapp contro Safarova e Strycova. I bollettini della sconfitta sono sterili almeno quanto quelli della vittoria, quindi dopo la conta dei superstiti (Volandri, Lorenzi, Giovine e Vinci, che non hanno ancora giocato, oltre a Seppi: cugina della Pennetta a parte, quattro ultratrentenni...) bisogna anche chiedersi chi siano gli italiani sotto i 25 anni che abbiano qualche prospettiva in tornei di questo livello. Nei primi 300 del ranking ATP, quindi arriviamo fino a persone che non pioterebbero giocare nemmeno i Challenger, troviamo Cecchinato (119), Giannessi (182), Gaio (233), Donati (242), Giustino (267), e Bega (285). Soltanto Donati sembra avere buoni margini di miglioramento, che non è la stessa cosa che migliorare, mentre Sonego ha dalla sua l'età e una buona personalità. In questa generazione piuttosto interessante, oltre a Donati e Sonego, sono da inserire anche Quinzi, Napolitano, Mager e Bahamonde. Dal mazzo qualche giocatore da primi cento potrebbe anche uscire, ma gli scenari non sono comunque buoni.  La tragedia (sportiva) assoluta è fra le ragazze dove al di là del ranking, che si può sempre migliorare, non troviamo una sola ventenne interessante: lo scenario delle prossime stagioni è il fine carriera della ventinovenne Errani, che sembra avere già dato il meglio, con un punto interrogativo sulla reale dimensione della venticinquenne Giorgi. Il resto, se parliamo di giocatrici con una dignità da almeno da Fed Cup, semplicemente non esiste. Conclusione? Fra poco ci sembrerà fantatennis che due italiane abbiano giocato la finale degli U.S. Open o che due italiani siano regolarmente in tabellone nei Masters 1000. A noi che scriviamo e guardiamo importa il giusto, ma qualsiasi federazione sa benissimo che il pubblico generalista e i tesserati si conquistano con il campione di casa.

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