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La Coppa Italia quasi inglese

La Coppa Italia quasi inglese

Redazione

17.12.2015 ( Aggiornata il 17.12.2015 11:59 )

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Le imprese in trasferta dello Spezia con la Roma e dell'Alessandria con il Genoa, ma anche in parte quella tutta di serie A del Carpi con la Fiorentina, confermano la bontà della formula ad eliminazione diretta in partita secca fino alle semifinali, ancora strutturate in andata e ritorno: l'unico possibile senso della Coppa Italia è quello di mettere a confronto mondi diversi, dando a chi è più debole una realistica chance di passare il turno, anche senza metterci a fare l'apologia del giant-killing. Il quarto di finale Inter-Napoli non è esattamente la stessa cosa di Spezia-Alessandria? È vero, ma forse sul piano degli ascolti la somma di queste due sfide premierà la Rai più di quella di due partite 'medie'. La perfezione sarebbe giocare sempre in casa della squadra sulla carta più scarsa, per serie di appartenenza o per piazzamento, ma a questo non si è arrivati nemmeno nella ben più prestigiosa FA Cup: anche lì il campo di gioco viene deciso per sorteggio. Gli inglesi però non prevedono teste di serie, quindi non c'è alcuna protezione nemmeno all'inizio, al di là del fatto che dai primi turni le squadre di Premier League e di Championship siano esentate (infatti le si vede in scena intorno a Capodanno). Meglio invece la Coppa Italia per quanto riguarda la singola partita, che permette di andare ai rigori già subito senza aspettare lo stesso risultato nella ripetizione a campo invertito. Insomma, la strada è quella giusta pur tenendo conto che la popolarità della FA Cup passa anche dal fatto che vi partecipino squadre di categorie improbabili: oltre alle due maggiori anche la Football League One e la Two, la National League e tutti i club dei sei livelli immediatamente inferiori del calcio inglese (che in totale sono 23, per quanto la regionalizzazione non sempre renda automaticamente più debole chi, ad esempio, è al livello 18 rispetto a chi è al livello 16) che abbiano requisiti minimi, soprattutto per lo stadio, e facciano richiesta di partecipazione. Con questo metro, visto che in Italia i livelli sono nove (l'ultimo è la Terza Categoria), ovviamente molto più popolati al loro interno, da noi una squadra di amici con uno stadio adeguato potrebbe ritrovarsi a sfidare la Juventus. Ci sembrerebbe un bel messaggio, come a dire: il calcio è di tutti. Twitter @Stefano Olivari

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