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Valentino Rossi e la tassa da pagare

Valentino Rossi e la tassa da pagare

Redazione

06.11.2015 ( Aggiornata il 06.11.2015 13:54 )

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Avuta la conferma dal TAS che a Valencia partirà in ultima posizione, Valentino Rossi sta unendo l'Italia (parlando di noi della strada, poi non si pretende che Biaggi tifi per lui) come soltanto i campioni degli sport individuali e le nazionali (nemmeno tutte) sanno fare. Non è un meccanismo soltanto positivo, perché a passaporti invertiti staremmo senz'altro leggendo dello spagnolo che ha dato un calcio in corsa a un italiano e non di un gesto di autodifesa da vivisezionare come allo storico Moviolone di Biscardi (infatti si sono sentiti ragionamenti alla Baldas) per giustificare Tizio e linciare Sempronio. Insomma, come al solito si dice 'gli sportivi a casa' per non dire 'i tifosi'. Comunque se il nazionalismo è la tassa (non è una battuta, considerando i trascorsi di Rossi con l'Erario) da pagare, insieme a quel quasi-unanimismo sempre fastidioso, per vedere titoli extracalcio sulle nostre prime pagine, la paghiamo volentieri. 2. Del ritorno di Andrea Pirlo all'Inter, a oltre 14 anni dalla sua scellerata (sia pure per 35 miliardi di lire: un gran colpo con il senno di quel momento, in quelle estati ricche di plusvalenze) cessione al Milan, si parla così tanto che la notizia da scenario letteralmente inventato in una giornata senza titoli è diventata almeno verosimile come oggetto di discussione, suggellata dal timbro di Moratti ("Una buonissima idea"). La logica dice che Pirlo non si andrà a ributtare nel calcio di serie A, da dove se ne è andato proprio per gestirsi pensando alla Nazionale e ad altre situazioni private, ma le cifre in ballo sono così modeste che tutto è possibile. Non siamo esperti di calciomercato ma fonti di prima mano intorno a Pirlo ci dicono che, al di là del discorso Inter, Pirlo sia rimasto imbarazzato per il livello tattico, prima ancora che tecnico, della MLS. In particolare per quanto riguarda i difensori, dei suoi New York City ma anche delle altre squadre. L'America gli piace, il pubblico allo stadio è più numeroso che in Italia, il contratto è buono, ma suona un po' come quegli americani del basket che si dicono contenti di giocare in Italia invece che nella NBA. 3. A proposito di basket, sul Guerino si è già ampiamente parlato della sostituzione di Simone Pianigiani con Ettore Messina sulla panchina dell'Italia, senza trascurare il fatto che un giudizio completo su Pianigiani potrà essere dato soltanto quando la varie vicende giudiziarie legate al Montepaschi saranno giunte a conclusione. Di sicuro la sua gestione si conclude con 3 qualificazioni su 5 grandi manifestazioni teoricamente a disposizione (guardati da casa i Giochi di Londra e i Mondiali dell'anno scorso), di cui una, quella per l'Europeo 2011, arrivata solo per l'allargamento del campo dei partecipanti a qualificazione sfumata. Cinque anni da dimenticare, chiusi con un discreto Europeo dove Piangiani ha ben lavorato a livello psicologico sugli ego dei vari Gallinari, Bargnani, Belinelli, Gentile, Datome e Hackett, pur senza avergli insegnato un attacco oltre isolamenti e tiri dal palleggio, con difesa non pervenuta se non nei momenti di grande ardore che pure ci sono stati. Nel momento del tiro all'ex c.t. bisogna ricordare che fu scelto da Dino Meneghin, quindi con l'avallo di Petrucci. 4. Mancano nove mesi ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro e già il web è inondato di previsioni-proiezioni su medaglie e piazzamenti delle singole nazioni. Non è soltanto un gioco, perché gli stessi ragionamenti li stanno facendo i comitati olimpici nazionali, con criteri sostanzialmente diversi dai nostri, mettendo sullo stesso piano sport dal peso specifico immenso e specialità di nicchia praticate e e guardate da pochi intimi. In altre parole, la sola qualificazione dell'Italia di Messina al torneo di pallacanestro varrebbe più di tutte le eventuali medaglie della scherma messe insieme, mediaticamente ma non politicamente. A quanto risultata al Guerino, al CONI di Malagò c'è un moderato ottimismo: la speranza dichiarata è raggiungere le 28 medaglie di Londra 2012, ma prendendo i ranking mondiali 2015 disciplina per disciplina verrebbe fuori un più realistico 22. A chi dice che nell'Italia di una volta era tutto meglio ricordiamo il risultato di Seul 1988: 14... Twitter @StefanoOlivari

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