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Redazione

13.02.2015 ( Aggiornata il 13.02.2015 09:47 )

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La sudditanza psicologica degli arbitri nei confronti dei grandi club, con varie gradazioni, e la scarsezza tecnica di alcuni singoli non potrà mai essere cancellata dal sorteggio arbitrale integrale ma questo non toglie che l'ipotesi lanciata da Claudio Lotito darebbe più credibilità ad un ambiente screditato da molto prima di Calciopoli e sarebbe un grandissimo stimolo ad alzare il livello medio della categoria, invece di inventarsi fenomeni o peggio ancora elementi 'affidabili'. Per questo la dura presa di posizione (nel senso del 'no', ovviamente) del presidente dell'AIA Marcello Nicchi era scontata, senza designazioni o 'griglie' verrebbe meno uno dei capisaldi del sistema, cioè il meccanismo di premi-punizioni che facilita e stronca carriere, per non parlare del banale incasso di gettoni di presenza e rimborsi spese. Senza contare che alle elezioni federali dell'anno scorso la componente arbitrale votò per Albertini, guadagnandosi quindi l'attenzione particolare di Tavecchio e dei suoi grandi elettori (Lotito, Galliani, Preziosi, con il sostegno di tanti club e l'eccezione, fra quelli importanti, di Juventus e Roma). Per quanto riguarda il sorteggio arbitrale integrale bisogna però sfatare un mito: il campionato che tutti amiamo ricordare, quello 1984-85 con la vittoria del Verona e il secondo posto del Torino, fu caratterizzato sì da un sorteggio arbitrale, ma all'interno di gruppi (spesso tre, poi sei) di partite ritenute di pari importanza. In sostanza il designatore dell'epoca, D'Agostini, assegnava pochi arbitri possibili a poche partite e quindi il sorteggio tutto era tranne che integrale. Precisazione che rende ancora più grande l'impresa della squadra di Bagnoli, con le logiche di potere che conosciamo anche oggi e nella serie A dove giocavano Platini, Falcao, Rummenigge, Zico, Maradona, non lo squallore attuale. Il modello auspicato da Lotito si sarebbe visto nel 1998, in pieno moggismo e in seguito agli arbitraggi della stagione precedente: era una buona idea e fu portata avanti per qualche mese dalla FIGC di Nizzola, ma il fatto che fosse sostenuta fra gli altri anche da Juventus e Milan insospettì la concorrenza, che iniziò quindi a lamentarsi degli arbitri come negli anni precedenti nonostante gli errori più o meno in buona fede fossero diminuiti. E così, senza un vero perché (le polemiche ci sarebbero state in ogni caso), il sorteggio integrale fu abbandonato per poi ripresentarsi sottoforma di griglie o sparire del tutto. Si va insomma ad ondate: i presunti danneggiati ritengono sempre di essere danneggiati dal sistema attualmente in vigore. Ma guardando oltre le polemiche di giornata il sorteggio porterebbe di sicuro non a meno errori ma a più tranquillità degli arbitri. Chi è ritenuto scadente non deve fischiare in serie A, chi è ritenuto accettabile deve poter arbitrare da Juventus-Roma a Udinese-Cesena. Twitter @StefanoOlivari

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