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Redazione

02.10.2014 ( Aggiornata il 02.10.2014 10:56 )

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Il presidente del Consiglio Matteo Renzi non avrebbe bisogno di titoli di giornale a buon mercato, ma ha lo stesso tirato fuori dal cilindro la proposta di far pagare alle società di calcio gli straordinari delle forze di polizia impegnate in stadi e dintorni. Idea che salta fuori ciclicamente, di solito (per fortuna non è questo il caso) davanti a un morto, ma che in un periodo di crisi economica totale assume toni ancora più demagogici ed emotivamente ricattatori. Intanto partiamo dalle cifre: secondo i vari sindacati delle forze di polizia e secondo lo stesso Renzi stiamo parlando di circa 25 milioni di euro l'anno in totale, fra ore di straordinario, lavoro domenicale (retribuito diversamente) e indennità varie per trasferte. Cifra molto superiore, di almeno 5 volte, a quella recuperabile con il meccanismo previsto dal cosiddetto 'decreto stadi' in via di approvazione (in pratica una percentuale minima sugli incassi da stadio), ma non è questo il punto. Il problema è che poliziotti e Carabinieri non sono vigilantes privati né tantomeno steward, attivabili e pagati da privati secondo le proprie necessità, ma tutori dell'ordine pubblico pagati con le tasse di tutti i cittadini. A proposito, una volta tanto è fondato l'intervento del presidente della Lega Beretta, che ha ricordato il miliardo e passa di tasse annuali versato dal sistema calcio allo Stato. Se le partite di calcio generano un forte rischio di disordini, allora è facoltà dei prefetti vietarle senza bisogno di leggi speciali. Se il rischio è invece a livelli fisiologici allora le forze dell'ordine hanno il dovere di intervenire senza questa sorta di ticket. Con lo stesso metro ipotizzato da Renzi e dall'italiota in canottiera ("Ma sì, facciamogliela pagare a questi miliardari!") i partecipanti ad ogni manifestazione politica, ogni concerto, ogni riunione di massa, dovrebbero retribuire Polizia e Carabinieri. Su tutto prevale la solita considerazione: il calcio, non solo in Italia e soprattutto nei paesi sottosviluppati, risolve molti più problemi sociali di quanti ne crei. Senza un passatempo totalizzante come è (o è stato) per tutti noi il pallone, le frange marginali della società sarebbero in circolazione senza possibilità di controllo e qualcuna delle cosiddette persone 'perbene' potrebbe diventare meno perbene: le statistiche delle chiamate al 112 e al 113 nei festivi senza calcio parlano chiaro. La facile previsione è che questa demagogica richiesta di un balzello sarà ridotta ai minimi termini, a livelli quasi simbolici: perché i poliziotti non sono vigilantes, almeno non ancora. Twitter @StefanoOlivari

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