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Redazione

12.09.2014 ( Aggiornata il 12.09.2014 12:09 )

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Sono stati i giorni di Simone Zaza, convocato a sorpresa (anche sua, che ha rivelato di avere appreso la notizia da Sky: complimenti a Oriali) da Conte e subito protagonista in Nazionale nell'amichevole con l'Olanda e nella partita di qualificazione europea in Norvegia. Sorvolando sul modo in cui un buon giocatore, che lo stesso Conte l'anno scorso non aveva giudicato all'altezza di fare la riserva della riserva della riserva della riserva (cioè di Vucinic, Quagliarella e Giovinco) nella Juventus, viene descritto dai media come la grande risposta al Male Assoluto del Calcio Italiano (Balotelli, ovviamente), in questo periodo di retorica sui giovani la storia di Zaza è illuminante. L'Atalanta in cui ha giocato negli Allievi e nella Primavera, con qualche apparizione in serie A, nel 2010 ritiene di non fargli, da diciannovenne, un contratto da professionista nemmeno al minimo. E così glielo fa la Sampdoria dei Garrone, per farlo giocare di fatto quasi unicamente in Primavera come fuori quota. Viene spedito in presto alla Juve Stabia, in serie B, dove fa panchina. Altro prestito, in gennaio e sempre più in basso, al Viareggio in Lega Pro: qui Zaza si sblocca, ma la Sampdoria continua a non considerarlo e lo presta ancora, in serie B, all'Ascoli. La squadra retrocede, ma Zaza gioca e segna tanto: 18 gol. Si arriva così all'estate del 2013, quando la Sampdoria continua a non credere in uno Zaza ormai 22enne e la Juventus piazza un gran colpo prendendolo per 3,5 milioni di euro pagabili a rate. Ma le punte in rosa dietro a Tevez e Llorente sono tutte giudicate o invendibili o più forti di Zaza, quindi prestito e comproprietà al Sassuolo che poi lo scorso giugno dopo una grande stagione se lo prende tutto (10 milioni in totale, gli costa, fra prima e seconda metà) prima che diventi il salvatore della patria azzurra e l'idolo di chi idolatra i cosiddetti 'uomini di calcio'. Considerazioni sparse. La prima: il suo agente Christian Maifredi (figlio del famoso allenatore Gigi) non è legato al carro di mercato giusto, diversamente un nazionale controllato dalla Juventus (l'anno prossimo se lo può riprendere pagando 15 milioni) non giocherebbe nel Sassuolo. La seconda: il sommerso della B e della LegaPro è pieno di giocatori, soprattutto in attacco, che nel contesto giusto possono rendere come campioni più celebrati. La terza: tre club di serie A bene (rispetto alla media, non in assoluto) amministrati e con prospettive diverse come Atalanta, Sampdoria e Juventus, non hanno ritenuto di puntare su un giovane come Zaza. Siccome pensiamo che direttori sportivi e allenatori capiscano di calcio in media più dei giornalisti e dei tifosi, necessita di una spiegazione il fatto che nel corso delle stagioni gli siano stati preferiti giovani non italiani come oppure anziani dall'ingaggio assurdo. La quarta: pur con tutti i suoi difetti ed il 'nero' in ogni categoria, il calcio italiano risponde a regole e leggi di un paese almeno in teoria civile, quindi le operazioni effettuate interamente al suo interno sono meno profittevoli per tutti gli attori e i registi di questa commedia. Twitter @StefanoOlivari

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