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Lo stress alternato di Sacchi

Redazione

31.07.2014 ( Aggiornata il 31.07.2014 10:16 )

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È da un quarto di secolo, almeno dalla prima delle due Coppe dei Campioni vinte con quel Milan di quasi tutti fenomeni (dettaglio non trascurabile), che Arrigo Sacchi dice di essere stressato. Il che non gli ha impedito nel frattempo di guidare la Nazionale in un Mondiale fortunato e in un Europeo sfortunato, di tornare al Milan, di allenare l'Atletico Madrid e il Parma, di fare il direttore tecnico nello stesso Parma e nel Real Madrid. Esibendosi nei brevi intervalli come opinionista Mediaset e diventando nel 2010 coordinatore delle nazionali italiane giovanili su richiesta di Abete. Carica lasciata poco fa ufficialmente per stress, così come per stress lasciò le due Madrid e il Parma. E sorvoliamo sul desiderio di occuparsi della nipotina, si sa che in Italia la famiglia è sacra... Insomma, sono 25 anni che Sacchi vive di rendita e ci ammorba con sermoni dal sapore prandelliano, quando nessuna delle sue squadre è mai stata nota per una particolare lealtà o sportiva accettazione della sconfitta (anzi), con i giovani che sono stati lanciati solo nel Parma (e solo perché erano finiti i soldi). Per sua fortuna non esiste memoria storica, così si può scrivere impunemente che ha inventato il 4-4-2 e il pressing... Ma questo è il passato, così come il lavoro per le giovanili italiane che si potrà giudicare solo in prospettiva, al pari degli allenatori da lui scelti: da Di Biagio a Evani, passando per Zoratto, Vanoli, Pane, eccetera. Di certo non si è letta in 4 anni una sola riga di critica all'operato di Sacchi in FIGC, quindi evidentemente lo stress derivava da considerazioni del suo dentista o di suo cugino. Il presente è quello di una mossa intelligente, smarcandosi da un federazione al capolinea e iscrivendosi all'albo dei padri nobili e almeno formalmente super partes. Uno come Sacchi potrebbe infatti essere un nome spendibile da dirigente in una federazione commissariata, così come in un progetto tecnico davvero svincolato dai risultati: gli sponsor non gli mancano, anche se ovviamente i ringraziamenti dovrebbero andare a Maldini, Baresi, Donadoni e Van Basten. Previsione? Tornerà a stressarsi, anche se in questo momento nemmeno lui sa con quale ruolo. Twitter @StefanoOlivari

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