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Rizzoli l’italiano che non cerca grane

Redazione

15.07.2014 ( Aggiornata il 15.07.2014 10:21 )

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Il Mondiale è purtroppo finito e fra le tante cose che ci ha lasciato una delle più ridicole è senz'altro l'esultanza da poveracci, da parte del 90% dei media italiani, per le prestazioni dell'arbitro Rizzoli ed in particolare per quella in finale. Perché noi siamo sempre quelli degli allenatori migliori del mondo (bel torneo quello dell'etico Prandelli, dell'umano Zaccheroni e del condottiero Capello) e soprattutto degli arbitri migliori del mondo, come si diceva anche ai tempi di Gonella (finale di Argentina 1978) e Pairetto (finale di Euro 1996) oltre che in quelli di Calciopoli. Intendiamoci: Rizzoli nella finale non aveva alcun mandato dalla FIFA, essendo fra l'altro in campo anche due squadre Adidas come Germania e Argentina, ma in perfetta buona fede ha dato una dimostrazione magistrale di arbitraggio all'italiana. In buona sostanza: il miglior arbitro è quello che non va a cercarsi rogne. Un rigore o un'espulsione non dati saranno ricordati meno di un rigore o un'espulsione dati, a parità di dubbi. Non è un caso che nella finale di Rio tutte le decisioni più importanti di Rizzoli siano state delle non decisioni: tre mancate espulsioni (Howedes da rosso diretto per l'entrata su Zabaleta, Aguero da rosso diretto per il pugno a Schweinsteiger, Mascherano da secondo giallo sicuro), l'invenzione del fallo a favore della Germania nell'uscita di Neuer su Higuain (nel dubbio si fischia pro difesa, recita una delle prime regole del quieto vivere), una quantità assurda di falli di confusione fischiati in occasione di calci di punizione e calci d'angolo. Buon per l'arbitro modenese (sezione di Bologna) che i guardalinee Faverani e Stefani siano stati quasi perfetti nella valutazione delle situazioni di fuorigioco. La miglior prestazione arbitrale a Brasile 2014 è stata quella dell'inglese Howard Webb nell'ottavo di finale fra Brasile e Cile, ma non mitizziamo il famoso 'estero' perché Webb e lo stesso Webb che nella finale 2010 permise agli olandesi (De Jong e Van Bommel in particolare) di massacrare i centrocampisti spagnoli. Ci interessava solo sottolineare il nazionalismo degno di miglior causa nel giudicare la prova di Rizzoli, ricordando che l'arbitro di scarsa personalità, magari valido (come appunto Rizzoli) che tende a non decidere, è quello amato dalle squadre più forti. Germania e Argentina si equivalevano, non a caso gli errori si sono distribuiti, ma nei campionati nazionali non sempre è così. Di certo Rizzoli è stato un degno rappresentante della nostra classe arbitrale e della sua ideologia dominante. Gli Agnolin e i Collina, arbitri che magari eccedevano in senso opposto ma che comunque si prendevano responsabilità, non sono mai stati idolatrati dai colleghi né tantomeno dai club che contano. Anche se poi per la carriera post 45 anni hanno dovuto scendere dal piedistallo. Twitter @StefanoOlivari

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