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Un’Italia da quarti di finale

Redazione

10.06.2014 ( Aggiornata il 10.06.2014 10:40 )

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Un po' per sindrome dell'Ottantadue, un po' per scaramanzia, un po' per ignoranza del tabellone, molti addetti ai lavori del calcio italiano considerano l'Italia di Cesare Prandelli da semifinale mondiale tranquilla, a voler stare bassi con l'entusiasmo. Gli avversari notoriamente non esistono, successi e fallimenti dipendono dolo da noi. In realtà il livello a cui gli azzurri 'devono' arrivare facendo il loro mestiere, senza poter parlare di impresa o fallimento, è quello dei quarti di finale. Questione banalmente di incroci e di tabellone. Al di là del fatto che il girone D sia del tipo strutturalmente più difficile, con tre grandi (Uruguay, Inghilterra e appunto Italia) di valore non molto distante, facendo la somma del valore dei singoli. Può anche essere che si venga eliminati, senza avere colpe particolari ma dando lo stesso il via al linciaggio del commissario tecnico. Passando il turno, sia come prima che come seconda, ci si incrocia con la seconda o la prima del gruppo C: Colombia, Grecia, Costa d'Avorio, Giappone. Un ottavo di finale mondiale più comodo, visto che non parliamo della coppa del nonno, sarebbe difficile immaginarlo. Il muro, come abbiamo detto, è quello dei quarti di finale. Passando nel girone come seconda l'Italia si troverebbe a Fortaleza contro il Brasile (o una fra Spagna e Olanda), passandolo come prima si troverebbe quasi certamente una fra Spagna e Olanda. Fallimento sarebbe non arrivare a quel punto, alzare o no la coppa è (ma vale anche per altre coppe) sarà poi una questione di dettagli o di uomini-chiave baciati dal dio del calcio.

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