Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Stelle Comete – Nicola Ventola

Redazione

08.05.2014 ( Aggiornata il 08.05.2014 18:27 )

  • Link copiato

Nicola Ventola più che una stella cometa, o una meteora, è colui che si può definire un giocatore estremamente precoce e di conseguenza precocemente invecchiato a livello tecnico, pur con tutte le attenuanti dei numerosi e gravi infortuni che in alcune fase cruciali della carriera gli hanno un po’ tarpato le ali. Ma di certo non si può dire che non abbia calcato grandi palcoscenici, levandosi delle soddisfazioni in carriera, a partire dai folgoranti esordi con la maglia del Bari, società nella quale è cresciuto calcisticamente. Classe 1978, prima dell’avvento di Cassano, è lui il vero fiore all’occhiello del vivaio barese, l’attaccante sul quale in società tutti scommettono: agile, assai dotato dal punto di vista tecnico, veloce e puntualissimo in zona gol, è una sorta di “Van Basten in miniatura”: fin là infatti si spingono i paragoni di molti addetti ai lavori appassionati di calcio giovanile. A 16 anni Nicola assaggia il mondo del professionismo, nel 1994 e ci mette poco per prendere confidenza con questo mondo. A nemmeno 20 anni, quando le sirene dell’Inter sono già spiegate, Ventola ha già accumulato in prima squadra 45 presenze, condite da 12 gol (2 nella massima serie). Anche in nerazzurro, in una dimensione certamente più rilevante non demerita, siglando nella sua prima stagione, di riserva a colossi offensivi, 6 gol in 21 partite, molte delle quali partendo dalla panchina. Chiuso da gente come il Fenomeno Ronaldo, Zamorano, Baggio e Recoba, l’anno successivo passa in prestito a Bologna, dove in una piazza importante potrebbe imporsi da titolare in serie A, visto che in parallelo è giunta pure una splendida affermazione europea con l’Under 21 azzurra, di cui Ventola è centravanti titolare in una squadra fortissima, composta da tanti futuri campioni del mondo quali Pirlo, Gattuso, Perrotta e un ciclo che aveva compreso gente come Buffon, Zambrotta, Baronio, Zanetti o altre due “stelle comete” quali Baronio e Comandini, sua validissima spalla in attacco. Nicola verrà pure convocato in vista di un’amichevole contro la Svizzera, ma non avrà la soddisfazione di esordire con la maglia della Nazionale Maggiore. A Bologna invece Ventola si spegne, inizia benino (soprattutto in Coppa Italia e Coppa Uefa dove segna diversi gol) ma in campionato la palla proprio non vuole saperne di entrare: arriverà nel girone di ritorno un primo serio stop per problemi di natura fisica, ma rimane nell’albo d’oro ai posteri il misero score di 14 presenze e 0 gol! Va decisamente meglio l’anno successivo all’Atalanta, dove Ventola si dimostrerà terminale offensivo molto affidabile, cancellando di fatto la stagione precedente (ben 10 gol in 28 presenze). Rientrato all’Inter si ritroverà in modo un po’ fortuito a comporre un’insolita coppia ad alti livelli con un altro giovanissimo, l’ex reggino Kallon. I due si completano a vicenda, e pur non avendo lo spessore di un Ronaldo o di un Vieri, entrano nel cuore dei tifosi (anche in quello del futuro presidente Thohir, che li ricorderà con affetto una volta insediatosi nella società nerazzurra). E’ il periodo questo anche di maggiore esposizione mediatica dell’attaccante, protagonista anche dei rotocalchi di gossip che lo ritraggono sempre più spesso – lui già legato all’attrice sua conterranea Bianca Guaccero – accanto alla modella Kartika Luyet (all’epoca sposata), protagonista di popolari spot televisivi. I due escono allo scoperto e già nel 2003 hanno un figlio, ma si sposeranno solo 4 anni dopo. Tornando a questioni esclusivamente calcistiche rimane interlocutoria la sua stagione in prestito al Siena. Raramente titolare e non al top della forma, mette a referto 4 gol in 28 partite e questo è il preludio alla fine del suo rapporto con l’Inter. Ha una nuova chance offertagli dalla First Division (l’attuale Championship, la cadetteria inglese), in un periodo lontano dal boom di viavai di giocatori nostrani verso l’estero. In Inghilterra comunque l’eco dei vari Vialli, Casiraghi, Zola, Di Canio, persino Maccarone, è ancora forte e per Ventola si apre concreta la prospettiva del Crystal Palace. Un gravissimo infortunio però lo costringerà fuori dal rettangolo verde per quasi tutta la stagione, chiusa ma in pratica mai iniziata, con 1 gol in 3 presenze. Si ricorda di lui l’Atalanta, nella quale aveva disputato sicuramente la sua migliore stagione da professionista. I bergamaschi nel 2005 sono in B, ma anche grazie ai 15 gol di un redivivo Nicola tornano prontamente in serie A. L’anno successivo con la Dea l’attaccante non delude le aspettative, tornando a un discreto bottino di reti nella massima serie (6 gol) ma purtroppo perde gran parte della seconda parte di stagione, in quanto non ottiene le necessarie garanzie che si spettava, giunto vicino alla scadenza di contratto. Viene così acquistato da un altro club storico desideroso di rilanciarsi: il Torino. In granata disputa due stagioni tribolate a livello di classifica, con una prima finita al quindicesimo posto con tanta sofferenza e una seconda culminata con un’inopinata retrocessione. Ventola in generale ottiene poco spazio, è una riserva che fa in qualche modo “pesare” il suo nome, ma che il meglio se l’è già lasciato inevitabilmente alle spalle. In due anni scarso minutaggio, raramente nei titolari per scelte tecniche, e un totale di 6 reti che non gli valgono la riconferma. Della sua esperienza al Torino si ricorda soprattutto un episodio curioso, quando con la sua squadra rimasta in dieci per l’espulsione del portiere titolare Sereni, a sostituzioni completate, si fece avanti per andare in porta a difendere i pali dal rigore calciato dal laziale Zarate. Non riuscì tuttavia nell’ “impresa”! Decise di ripartire, ormai trentunenne (non certo “vecchio” ma, avendo esordito 15 anni prima, ormai con una carriera piuttosto logorante alle spalle, oltretutto segnata da diversi infortuni muscolari) dal Novara, squadra militante in Lega Pro e in fortissima ascesa. E’ una stagione storica per la squadra piemontese quella del 2009/2010, che segna il ritorno dopo ben 33 anni in serie B; inoltre il Novara si disimpegnerà alla grande pure in Coppa Italia, arrivando agli Ottavi di Finale, eliminato solo dal Milan (da segnalare l’”esodo” di tifosi, ben 12000 occorsi a San Siro per questa occasione), dopo aver silurato nei turni precedenti le più quotate Parma e Siena, società di serie A. Nicola in tutto questo partecipa attivamente, pur non essendo un titolare fisso (gli uomini “più” dei novaresi sono il bomber Motta, il capitano Rubino e il rinato trequartista ex Juventus e Padova Marco Rigoni) ma con la sua esperienza, la sua personalità e con una ritrovata serenità d’animo, unite a tanta umiltà e voglia di dimostrare di essere “ancora” un calciatore, fa egregiamente la sua parte, coronando la sua stagione con una decisiva doppietta nel 3-3 contro la Cremonese che sancisce la matematica promozione in B della sua squadra. L’anno successivo il suo apporto sarà molto limitato a causa di diverse ricadute legate a problemi fisici di varia natura, fino alla consensuale rescissione del contratto a inizio 2011 dopo un serissimo nuovo infortunio. A 33 anni gli viene a mancare la forza per ripartire, ma forse anche le motivazioni dopo aver centrato – seppur da comprimario – una bella impresa con il Novara, che completerà la sua scalata giungendo addirittura in serie A l’anno successivo. Ventola decise così di ritirarsi e di lasciare il mondo del calcio: stella cometa sì, ma di quelle fulgide, luccicanti, se è vero che tra alti e bassi, ha mantenuto livelli alti di carriera, dall’esordio quando ancora non era maggiorenne e “scoprendo” la terza serie solo dopo i 30 anni, alla faccia della gavetta. a cura di Gianni Gardon

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi