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Redazione

04.05.2014 ( Aggiornata il 04.05.2014 22:34 )

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Mentre un tifoso napoletano lotta con la vita a Roma, dentro una storia marcia che ci portiamo dietro da sabato pomeriggio, la Juventus festeggia il terzo scudetto di fila, un exploit che ha paragoni solo con lo squadrone degli Anni 30 guidato in panchina da Carcano. È una vittoria che dovrebbe essere celebrata al meglio e che invece sconta un po’ il clima di queste ore, di questi giorni. Cos’è in questo momento il calcio italiano? Quello dei quasi cento punti bianconeri, di una squadra resa ancora più forte da Tevez o Llorente, o quello delle risse, del sangue in strada e della pochezza tecnica che ci lascia fuori dall’Europa che conta? Forse è tutti e due insieme, quindi niente. In qualche modo, senza nulla togliere alla grande, grandissima vittoria bianconera, è un po’ come se fossimo ricaduti negli Anni 70, quelli dell’autarchia e della piccola Italia. Tevez e Llorente, appunto decisivi in campionato con quasi 40 gol in due, erano sostanzialmente riserve in Premier League e Liga. In questa annata è uscito qualche giovane, evviva, ma la lotta salvezza è stata di una tristezza cosmica. Più in generale, questo campionato non mi sembra più stare insieme. Troppe squadre inadeguate, troppa qualità bassa per sperare di pretendere un campionato bello e divertente. Mi chiedo fino a quando le televisioni accetteranno di pagarlo così caro. Juve e Roma hanno fatto una corsa a parte, lasciando briciole agli altri. La Juve sta per battere anche il record dell’Inter di Mancini, fatto nell’anno zero dopo Calciopoli, tra le macerie. Questo, in teoria, dovrebbe essere un torneo normale e invece non lo è stato. Come ho scritto sul Guerin Sportivo in edicola dal 10 maggio bisogna tornare a un campionato a 18 squadre quanto prima, magari già dal 2015-16. Non possiamo più permetterci un calcio così sbilanciato e poco credibile al di fuori. Chiudo facendo i complimenti meritatissimi alla Juve. La fame di Conte è una garanzia assoluta, così come la sua sagacia tattica. Il blocco difensivo azzurro e la ricchezza del centrocampo hanno fatto il resto. Complimenti anche al Napoli di Benitez, in una notte macchiata purtroppo da violenza e insensatezza. Il calcio italiano, sputtanato oramai ai quattro angoli del mondo, è anche questo.

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