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Il tran tran del commissariato Seedorf

Redazione

16.04.2014 ( Aggiornata il 16.04.2014 10:32 )

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Quello tra Clarence Seedorf e i Berlusconi, più Silvio di Barbara, essendo stato un grande amore è quello più a rischio di separazione una volta che ci si scontra con tran tran quotidiano. Per questo non è affatto strano che la panchina dell'olandese traballi, anzi di più, proprio adesso che il Milan ha inanellato qualche vittoria (4) consecutiva, pur senza quasi mai brillare, ed ha messo nel mirino quell'Europa League che quando arrivò al posto di Allegri sembrava irraggiungibile. 'Riferitori' del pensiero berlusconiano ci riferiscono che qualcosa si è spezzato non per l'eliminazione in Champions con l'Atletico Madrid o per l'inizio stentato a livello di risultati, ma per l'affermazione (peraltro per interposta manager) che tre quarti della rosa rossonera non è da Milan. Da lì in poi il filo diretto con il presidente è venuto meno, anche per altri motivi, e Galliani ha avuto buon gioco a commissariare un allenatore che ha un grande carisma personale ma che per ovvie ragioni (ha iniziato tre mesi fa) non è ancora un allenatore. Dal 'suggerimento' di far giocare Montolivo a tanti consigli di gestione del gruppo, Seedorf ha dovuto diventare umile suo malgrado per rimanere in corsa per l'Europa. Che significa quinto posto, non sesto, come gli è stato più volte ricordato, perché rinunciare a buona parte delle amichevoli estive creerebbe un danno superiore ai vantaggi di un'Europa League conquistata (forse) attraverso un turno in più. E già che ci siamo, riportiamo il reale pensiero di Seedorf e non quello delle conferenze stampa: mi hanno chiesto di lavorare per il prossimo anno, valutando chi può avere prospettive, ed improvvisamente adesso pretendono l'Europa. A tutto questo si è aggiunto il lavoro ai fianchi degli italiani, quelli che una volta si definivano 'i senatori' (solo che una volta i senatori si chiamavano Maldini e non Bonera), malumori assortiti da Abate a tanti altri, l'isolamento di un Balotelli che Seedorf ha comunque preso per il  verso giusto e la presenza un po' inquietante di Tassotti, reso inutile dalla parcellizzazione presente e soprattutto prossima ventura delle competenze (Stam, Crespo, eccetera). Cosa sta per accadere al Milan, quindi? Con il quinto posto potrebbe rimanere Seedorf, forte di un contratto importante e del fatto che quello attuale non è il Milan che ha in mente, nemmeno in logica low cost. Potrebbe, ma non è scontato visti i rapporti attuali con mezzo spogliatoio. Con un piazzamento diverso Galliani riproporrebbe invece di sicuro Inzaghi o un allenatore collaudato, ma percepito come da progetto: Spalletti il numero uno fra quelli liberi. Certo è che elezioni e altre note vicende politico-giudiziarie di Berlusconi e un bilancio in passivo (vedremo di quanto dopo l'assemblea) non giocano a favore dell'olandese, che in un Milan da medio cabotaggio verrebbe al cento per cento stritolato.

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