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Redazione

08.04.2014 ( Aggiornata il 08.04.2014 10:21 )

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La tessera del tifoso è stata un fallimento, ma non si può dire perché a suo tempo fu sponsorizzata praticamente da tutte le istituzioni: il ministero dell'Interno (nella persona di Roberto Maroni, l'attuale presidente della Lombardia), il CONI e la FIGC con la loro ansia di 'dare un segnale', gli stessi club calcistici con la sintesi della Lega perché avevano intravisto un cavallo di Troia attraverso cui vendere carte di credito ai propri sostenitori, i media che vivono con il culto delle istituzioni come se le istituzioni non fossero create e gestite da esseri umani, con tutta la disonestà e la cialtroneria del caso. E così, constatato il fallimento, la sedicente task force che unisce Ministero dell'Interno, FIGC, Lega Calcio e CONI per non sconfessare se stessa ha stabilito che la tessera del tifoso si chiamerà fidelity card e che non varrà per ragazzi al di sotto dei 14 anni. Chiunque non sia vissuto negli ultimi anni sulla Luna sa che i bambini accompagnati quasi sempre venivano fatti entrare senza problemi, tranne che in pochi stadi particolarmente ligi alle regole, quindi nella sostanza cambierà pochissimo. Per seguire la propria squadra in trasferta, anche senza essere ultras, bisognerà avere la fidelity card. In altre parole il tifoso medio borghese, quello che con i suoi abbonamenti alle pay-tv e i gadget comprati al figlio tiene in piedi tutta la baracca, avrà ancora vita difficile e gli stadi saranno sempre più popolati da ultras. Non che gli ultras siano negli ultimi anni aumentati, anzi, è solo che il pubblico non irreggimentato è crollato in maniera verticale. La serie A, che al suo massimo (metà anni Ottanta) aveva oltre 38mila spettatori di media, praticamente come avere in ognuna delle 10 partite della giornata uno Juventus Stadium quasi esaurito, adesso arranca sotto i 22mila si avvia a diventare il quinto grande campionato nazionale su cinque, visto che la Ligue 1 francese ha messo la freccia per il sorpasso e che in pratica le basterebbe solo un altro club medio-grande con ambizioni per metterlo a segno. La semplice verità è che la tessera del tifoso era da abolire, visto che non andava nemmeno nella direzione della repressione (per quella bastano e avanzano i Daspo) ma solo in quella dello scoraggiare le persone meglio intenzionate. Anche la 'nuova' fidelity card nasce avvolta nella vaghezza: ogni club di A, B e Lega Pro procederà in ordine sparso, chi piazzando una carta di credito, chi associando l'abbonamento alla card, chi facendo pagare a parte un'iscrizione. Fidelity card, task force e easy ticketing, quindi. L'inglese da sfigati è completato dal Supporter Liason Officer, una figura di cui non a caso la task force ha parlato, ma che altri non è che un dirigente addetto ai tifosi: figura che esiste da mille anni, con varie denominazioni, e che in ogni caso è espressamente prevista dal regolamento UEFA senza bisogno che si scomodino gli esperti coinvolti da Alfano. Nel capitolo novità, a partire dalla prossima stagione, potremmo invece inserire la segmentazione dei settori dello stadio in modo da rendere più facile l'individuazione di eventuali teppisti oltre che, questo il non detto, la distruzione delle 'curve' nei grandi stadi. Conclusione? Dal 2014-15 sarà un po' più facile andare allo stadio per lo spettatore occasionale residente in loco, ma per il resto l'invito rimane quello di sintonizzarsi su Sky Sport o Mediaset Premium.

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