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Redazione

04.12.2013 ( Aggiornata il 04.12.2013 11:45 )

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Mario Balotelli vive nel suo mondo, del tutto impermeabile a pistolotti moralistici sul razzismo o su qualsiasi altra materia. Chi ha provato a strumentalizzarlo in chiave anche politica è sempre stato respinto con perdite, insieme ai cantori dei 'nuovi italiani' (di cui Balotelli non ritiene, giustamente, di far parte essendo italiano e basta). Per questo tendiamo a credergli quando dice di essere stato insultato da Spolli durante Catania-Milan con un simpatico 'Negro di merda', anche se la verità la sanno solo Balotelli e Spolli ed il nostro è un semplice (sempliciotto) atto di fede. Stupido linciare l'arbitro, che non può sentire ogni insulto bisbigliato a decine di metri di distanza, inutile per una volta prendersela con il giudice sportivo Tosel visto che la prova tivù (al di là del fatto che il labiale di Spolli fosse interpretabile) in questi casi non è ammessa. Rimangono il tweet ironico di Balotelli ("Per fortuna che c'è giustizia in questo paese") e la sensazione che il suo addio al calcio italiano non sarà nemmeno lungo, facciamo luglio magari con il Milan che monetizza un buon suo Mondiale. C'è però il discorso di fondo, che prescinde dai protagonisti di giornata: quello che accade in campo deve rimanere in campo, al netto delle decisioni dell'arbitro? In altre parole, che differenza cultural-sportiva c'è fra il provocare verbalmente l'avversario più forte e, ad esempio, il 'cercare il contatto' in area di rigore? Non ci sono risposte univoche e talebane, il vituperato calcio inorridirebbe di fronte alle risse dell'hockey ghiaccio (che in quell'ambiente sono considerate semplicemente reazioni 'da uomini' o omunque facenti parte dello spirito dell'hockey) o al cosiddetto trash talking di molti giocatori NBA (anche se lì dire 'negro di merda' potrebbe non essere una buona idea). Tutto va analizzato nel suo contesto. E il contesto del calcio è che tutto ciò che non viene sanzionato dall'arbitro si può fare. In campo. Diverso il 'negro di merda' dagli spalti, nei bar o nascosti dietro una tastiera. Conclusione? Spolli potrebbe, il condizionale è d'obbligo, essersi comportato come un vero uomo di calcio (italiano). Si può evitare il calcio, ma se ci entri non puoi evitare gli Spolli.

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