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I 150 anni della FA, il Clásico, il ritorno del Palmeiras: i temi del week-end

Week-end ricco di emozioni in campo internazionale, dai 150 anni della Football Association al Clásico Barcellona-Real Madrid, dalla vittoria del Chelsea sul Manchester City al ritorno del Palmeiras tra i grandi.

Redazione

28.10.2013 ( Aggiornata il 28.10.2013 01:17 )

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Week-end ricco di emozioni in campo internazionale, dai 150 anni della Football Association al Clásico Barcellona-Real Madrid, dalla vittoria del Chelsea sul Manchester City al ritorno del Palmeiras tra i grandi.

150 ANNI F.A. 26 ottobre 1863-26 ottobre 2013. La Football Association ha compiuto 150 anni. Numerose sono state le rievocazioni sui media dei più bei momenti del calcio inglese: il Mondiale 1966, la bella cavalcata di Italia ‘90, le vittorie europee dei club (non solo quelle dei soliti noti ma anche quelle di Nottingham Forest, Aston Villa, Ipswich, West Ham), i Palloni d’oro conquistati da Stanley Matthews, Bobby Charlton, Kevin Keegan e Michael Owen, le finali impareggiabili della FA Cup. Tanti momenti memorabili per quella che è la federazione per antonomasia (non a caso, non ha nemmeno bisogno di esser chiamata English Football Association, ma semplicemente Football Association). Dall’Inghilterra vittoriana al mondo globale di oggi, tanto è cambiato, ma gli appassionati di calcio molto devono a quella riunione alla Freemason’s Tavern, nella Londra del 1863, in cui la F.A. si radunò per la prima volta. Auguri anche da parte del Guerino.

Nel week-end della festa del calcio inglese, la Premier League ha offerto diversi spunti.

1) La tripletta di Luis Suárez (già a quota sei reti in quattro partite) al West Bromwich, che ha confermato l’importanza del calciatore uruguaiano nello scacchiere di Brendan Rodgers. Se Suárez continua a mostrare la sua parte “buona”, il Liverpool (senza coppe europee e già eliminato dalla Coppa di Lega e dunque concentrato solamente sul campionato) può continuare a ruggire, anche grazie alla miglior coppia d’attacco di questo inizio stagione: oltre a Suárez, infatti c’è anche Sturridge che sta timbrando con una regolarità impressionante e che al momento è il capocannoniere del campionato. Sul Mersey si sogna: il Liverpool è a due punti dalla vetta, e anche l’Everton, cinque vittorie nelle ultime sei gare, viaggia alla grande.

2) I balbettii mancuniani. Nonostante la vittoria in rimonta con lo Stoke, il Manchester United continua a faticare: dopo nove incontri, i Red Devils hanno vinto solo in quattro occasioni, raccolto un solo punto con le big (lo 0-0 interno col Chelsea) e accumulato un ritardo di otto punti dalla vetta dell’Arsenal.  Non tanto meglio sta andando a Pellegrini, nell’altra sponda (che rispetto a Moyes ha dalla sua, due punti in più e una vittoria per 4-1 nel derby). Sia Moyes che Pellegrini meritano fiducia e ulteriore tempo, prima di essere giudicati: lo scozzese ha l'attenuante della pesantissima eredità di Ferguson da gestire; il cileno è uscito sconfitto da Stamford Bridge solo per colpa della frittata finale di Hart e Nastasic, che ha regalato il gol a Fernando Torres.

3) Il derby vinto dal Sunderland contro il Newcastle. Al nono tentativo, i Black Cats ottengono la prima vittoria stagionale (erano gli unici ancora a zero) e si tolgono dalla casella finale della classifica, ora occupata dal Crystal Palace. Un successo speciale, contro gli eterni rivali del Newcastle. La classica “iniezione-di-fiducia”, che può far ripartire la stagione della colonia italiana di Sunderland (non c’è più Di Canio, ma ci sono sempre Dossena, Giaccherini, Mannone e Borini, quest’ultimo autore del gol-vittoria).

NEYMAR BATTE BALE Dopo lo 0-0 con l’Osasuna, il Barça ha ripreso la marcia (per ora, nove vittorie e un pari) e grazie alla vittoria sul Real Madrid, gestisce ora un tesoretto di sei punti sui Blancos che perde il secondo confronto diretto della stagione (il derby con l’Atlético dello scorso 18 settembre, è l’altro). Nella parata di stelle del Camp Nou, l’undici di Martino fa festa grazie a Neymar e Sánchez, mentre Ancelotti recrimina per il rigore non concesso a Cristiano Ronaldo («Lo ha visto tutto il mondo tranne l’arbitro»). Non solo Ronaldo contro Messi: il primo Clásico della Liga 2013-14 era anche Bale contro Neymar, i principali acquisti della stagione. Chi abbia vinto il confronto tra i due, lo indica chiaramente il tabellino: il brasiliano è andato a segno e ha offerto l’assist del 2-0, il gallese è stato ammonito e sostituito. I madrileni incassano e ora dovranno riorganizzarsi alla svelta, perché con un un campionato così sbilanciato, recuperare sei punti non è semplicissimo. E come se non bastasse, c’è da fare i conti pure con l’Atlético Madrid, che con il 5-0 sul Betis si mantiene in scia ai blaugrana e davanti alle Merengues.

GLI ALTRI Proprio come in Spagna, anche in Germania abbiamo un terzetto e poi il vuoto. Dietro a Bayern Monaco (26 punti), Borussia Dortmund (25) e  Bayer Leverkusen (25), il Mönchengladbach è distanziato addirittura di nove lunghezze. Come contro il Magonza, anche contro l’Hertha Berlino, i bavaresi sono andati sotto e hanno rimontato. Guardiola è ancora imbattuto, Klopp non ha motivi per essere preoccupato: la sua macchina corre forte anche quest'anno, e dopo la vittoria di prestigio all’Emirates contro l'Arsenal, ha vinto nel week-end in casa dello Schalke.

La rete a tempo scaduto di Matuidi ha garantito il pari al Paris SG nella sfida serale contro il St. Etienne (avanti 2-0 e rimontato nell'ultima mezz'ora da Cavani e appunto, Matuidi). Un gol che determina una coppia - formata dai parigini e dal Monaco (2-1 sul Lione) - in testa alla classifica, con il Lilla che cerca di tenere stoicamente il passo, ottenendo la terza vittoria di fila ed espugando Nantes (e alla prossima c’è proprio il Monaco).

Non sarà il massimo della vita ma il campionato olandese sta dando vita a un’edizione molto divertente: dopo undici turni, appena tre punti separano la prima e la nona classificata (Twente, Ajax e AZ a 19 comandano la graduatoria, seguite da PSV, Vitesse, Zwolle e Gronigen a 18, Feyenoord a 17, Roda a 16). Un vero rebus.

BENTORNATO PALMEIRAS Palmeiras-São Caetano 0-0. Con questo pareggio, l’undici padrone di casa è tornato nella massima divisione brasiliana con sei turni d’anticipo, dopo un anno negli inferi della Série B. Terminata la sfida col modesto São Caetano - squadra che alcuni ricorderanno per il secondo posto nella Copa Libertadores 2002 - per il Palmeiras è finito il triste capitolo della retrocessione del 2012, la seconda nella storia del club. Una discesa amara mai accettata dalla tifoseria paulista, tant’è che la promozione appena ottenuta, considerata sin dall’inizio una formalità, non è stata neppure festeggiata dai tifosi, ancora col broncio nei confronti dei calciatori. Si è fatto il minimo, insomma. Sarebbe stato uno smacco troppo grande non patecipare al Brasileirão 2014, anno in cui il club biancoverde festeggerà il suo centenario (venne infatti fondato nel 1914, come Palestra Italia, dagli emigrati italiani Luigi Cervo, Ezequiel Simone, Vincenzo Ragognetti e Luigi Marzo. Il nome Palmeiras arriverà durante la Seconda guerra mondiale, quando il nome Italia venne censurato - visto che il Brasile entrò in guerra contro l’Asse). Pericolo sventato: un posto nel prossimo campionato di Série A, sarà per il Verdão. I simboli della squadra: il centrocampista cileno Jorge Valdivia, il difensore Henrique (capitano) e la punta Alan Kardec. Allenatore è invece Gilson Kleina, in carica dal settembre 2012, in sostituzione di Felipão Scolari.

Giovanni Del Bianco twitter: @g_delbianco

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