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Redazione

23.09.2013 ( Aggiornata il 23.09.2013 11:32 )

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A 37 anni Francesco Totti ha disputato uno dei migliori derby della sua carriera, per continuità e tenuta fisica: non c'era miglior modo di festeggiare il rinnovo del contratto, la vittoria sulla Lazio e il primato in classifica in coabitazione con il Napoli sono quasi dettagli. In un mondo che esalta il modello Barcellona ma poi non crede nei propri giovani, è bello pensare che ci sia qualcuno che è riuscito per tutta la vita a giocare, spesso ad alto livello e mai gratis (questo va detto, scelta di vita sì ma con l'asterisco), nella squadra del cuore e della propria città. Starà in campo minimo fino ai 40 anni, per inaugurare i Roma Club ci sarà tempo, ma già da un decennio si può dire che la scelta di stare a casa propria gli avrà tolto magari una o più Champions League e di sicuro un po' di quella visibilità internazionale necessaria per i grandi premi, ma che in generale sia stata vincente. Poi il sottoprodotto di ragionamenti del genere 'Garrincha non si è mai misurato con il calcio italiano' finisce applicato anche ai tre club dell'80%, ma Totti se ne è già da tempo fatta una ragione. Poi è chiaro che i giornali, non solo quelli sportivi, sono comprati soprattutto da tifosi e si comportino di conseguenza. Così come è chiaro che impossibile scindere la grandezza di Totti dalla piccolezza del tottismo, da lui non ispirato ma di sicuro ben tollerato. 2. La celebrazione ottusa della vittoria, nel momento del po-po-po, non è mai stata nello stile del Guerin Sportivo. Per questo il giorno dopo Milan-Napoli e con gli impartitori di lezioni di vita già scatenati, diciamo una volta di più che il calcio italiano ha un fuoriclasse del livello di Messi e Cristiano Ronaldo che non ha bisogno di consacrazioni, perché si è già consacrato da solo. Contro un Napoli splendidamente messo in campo da Benitez, unica alternativa alla Juve credibile a lungo termine, mal supportato da dieci elementi di classe media (non è colpa di Birsa, che è sempre Birsa, ma di chi l'ha preso), picchiato e provocato scientificamente, Balotelli ha tirato fuori una prestazione degna della sua semifinale europea con la Germania, creando dal nulla otto occasioni da gol, ispirando compagni non ispirati, lottando come un Ciccio Graziani qualunque su palloni che chiunque avrebbe dato per strapersi (impressionante un recupero su Zuniga all'altezza della bandierina del calcio d'angolo), arrabbiandosi per scuotere una squadra e un allenatore sedati e seduti. Diciamo tutto questo perché la sua prestazione sarà ricordata per il rigore parato da Reina, che ha interrotto la serie positiva a 21, oltre che per l'espulsione. Caso Balotelli? Ma mi faccia il piacere, per citare il Principe... Sarà un caso quando, prima o poi, chiederà di andare in un club con ambizioni e budget diversi. 3. Gli articoli di politica sportiva generano pochissimi click, per questo ne scriviamo il meno possibile e solo quando la politica sportiva può avere un effetto diretto sulle abitudini di tifosi e appassionati. Uno di questi casi è l'ormai mitico Canale Calcio, cioè la ipotetica tivù della Lega di Serie A , che dovrebbe secondo la cordata anti Galliani-De Laurentiis (semplifichiamo) servire come minimo ad avere nel 2015, scadenza degli attuali contratti, maggior potere contrattuale nei confronti di Sky e Mediaset. Se ne è discusso venerdì in Lega, con tanto di costi preventivabili: questo Canale Calcio autonomo dalle varie piattaforme (ma che per legge le altre piattaforme dovrebbero ospitare sui propri decoder, per essere chiari) costerebbe almeno 70 milioni di euro l'anno. Sono circolate varie ipotesi di ricavi, con Sky (interessata ad un'esclusiva totale, dando ovviamente più soldi e facendo raggiungere l'agognato miliardo a stagione) che ha ha fatto attraverso il suo amministratore delegato Zappia un po' di terrorismo interessato sostenendo che  i conti quadrerebbero a 6,5 milioni di abbonati. Bum! Cifra enorme, superiore addirittura agli abbonati totali di Sky. Nella nostra modestia proponiamo un conteggio abbastanza semplice. Attualmente l'offerta più conveniente di Sky per le persone interessate solo al calcio, è di 29 euro al mese. Per arrivare al miliardo di euro di ricavi, facciamo pure 970 milioni (aggiungendo i costi di gestione e togliendo un centinaio di milioni di diritti per l'estero), significa che basterebbero, si fa per dire, circa 2.787.00 abbonati. Tanti? Per un prodotto in totale esclusiva forse no. Vedremo da qui a due chi saprà bluffare meglio, anche se la Lega ha al suo interno diversi cavalli di Troia che rendono difficoltosi i bluff ma anche le semplici trattative. Twitter @StefanoOlivari

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