Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Redazione

06.08.2013 ( Aggiornata il 06.08.2013 11:04 )

  • Link copiato

Le amichevoli calcistiche contano meno di zero, mancando dell'elemento fondamentale di una partita di calcio: la sua importanza. Però bisogna parlarne, perché Federica Pellegrini per conquistare lo stesso spazio mediatico di Marchisio dovrebbe vincere sette ori mondiali con otto record (uno in batteria, quindi), annunciare il matrimonio con Magnini e magari la partecipazione a Ballando con le stelle. Avendole viste quasi tutte, almeno quelle con avversari di rango, dovremmo subito togliere l'Inter dal discorso. Troppo modesta la rosa, le sue prospettive e le sue alternative per prendere sul serio i discorsi sul 3-5-2 dell'incolpevole Mazzarri (ma chi glielo ha fatto fare?) e sui carichi di lavoro. Abituiamoci a giudicare l'Inter con lo stesso metro della Lazio o dell'Udinese, almeno fino a quando Moratti non toglierà il disturbo. Rimangono le tre pretendenti allo scudetto, al netto della grancassa che la stampa locale deve suonare per Fiorentina e Roma. La Juventus è una squadra sulla carta completa, al contrario delle sue rivali. Uguale a sé stessa in difesa, con in più Ogbonna, completa a centrocampo (e di fatto con Pogba che ancora non si è visto, essendo partito più tardi dei compagni), con tante alternative in attacco anche a prescindere dalla classe di Tevez. Fare pena nelle amichevoli porterà qualche danno al brand e al merchandising, ma non preoccupa chi guarda al risultato sportivo. Curiosa la situazione del Milan: pochi lo dicono e nessuno lo scrive, ma Allegri sa di avere il rischio di esonero lampo come fedele compagno, dopo l'incredibile (era già d'accordo con la Roma e Berlusconi non lo voleva più vedere) conclusione della sua vicenda di mercato. Da qui scelte prudenti, vittoriette e sconfitte onorevoli come quella contro il Chelsea e disastri evitati (almeno nel punteggio) come contro il Manchester City: di fatto Balotelli non c'è mai stato, El Shaarawy non sembra più tonico di quello del finale della scorsa stagione, ma soprattutto l'idea del trequartista pare al momento accantonata. Saponara faceva la differenza in serie B, ma a un livello più alto? Vediamolo, prima di giudicare, ma dopo gli entusiasmi da Minculpop il punto interrogativo rimane. Honda è ancora carne da pastone di mercato, Boateng sembra avere la testa da altre parti (in spiaggia, per evitare facili battute). E' ovvio che il playoff di Champions darà una direzione netta già in agosto alla stagione rossonera, al di là del fatto che Berlusconi abbia altri pensieri. Il Napoli, pur nei suoi rimescolamenti, pare avere una qualità paragonabile a quella juventina ma rispetto all'anno scorso la differenza dovrà farla Benitez. Perché né Mertens né Callejon sono fenomeni, Pandev è sempre Pandev e Higuain è un giocatore di cui il Real Madrid ha voluto liberarsi e qualcosa nel paragone con Cavani (che Perez voleva fortissimamente, prima che formasse con il PSG) vorrà dire. Il centrocampo manca di creatività, così come con Mazzarri: il rischio è quello di giocare nello stesso modo ma senza le rabbiose accelerazioni di Cavani. Conclusione? Raccattati quei pochi milioni in giro per il mondo, rimangono i problemi di un mese fa. Che preoccupano più di un mese fa visto che nessun allenatore, fuori dalla retorica (fatica, lavoro, sudore) da conferenza stampa fa lavorare i suoi giocatori come nell'era in cui in agosto si sfidavano solo dopolavoristi. In altre parole, il calcio d'agosto è finto ma i problemi sono già veri. Twitter @StefanoOlivari

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi